11 regole di viaggio che ho imparato a forza di errori e pessime figure
… E ancora mi chiedo quante cose io debba ancora sbagliare, per poi un giorno, si spera, imparare?
Eccovi quindi le 11 regole che ho fatto mie dopo svariati errori (traducete=una collezione di minchiate o brutte figure, una dietro l’altra).
1. Partire leggeri e non con 23 kg sulla schiena e 10 kg sulla pancia
E se pensate che i numeri siano messi a caso, no! Come evitare pesi simili?
Nel mio caso tenuto conto che facendo campeggio e andando al freddo alcune cose sono davvero essenziali, ho semplicemente abbandonato pian piano le velleità (e ho comprato una tenda moderna?!).
Esempio: la maglia per la notte? Non serve, uso quella del giorno.
2. Non giudicare in alcun modo gli sfigati che partono con 23 kg sulla schiena e 10 kg sulla pancia… O la piastra o il fon o i tacchi nello zaino…
Serve crederci meno a volte (traducete: meno arroganza in linea generale, decisamente meno).
3. Mettere in conto che alcune piccole fregature fanno parte del viaggio e che una di queste arriverà sicuramente da un taxista
… E provare a prenderla con maggiore filosofia senza sbraitare per un’ora quando la becchi. Ci sto ancora lavorando su questo, ammetto.
4. Ripetersi sempre nella testa che i taxisti non rappresentano gli abitanti del Paese che stai visitando
E anche questa volta riuscire a non diventare nazista nei loro confronti.
5. Chiedere sempre i prezzi prima di comprare, sedersi, salire e via dicendo
Che va bene prendersi qualche fregatura in viaggio, ma passare proprio per idioti… no.
6. Accettare sempre una cosa offerta con il cuore
Anche se questo significa rischiare un conato di vomito non appena si sente l’odore.
7. Imparare alla veloce ad accettare la cosa offerta con il cuore senza però berla o mangiarla per davvero
Tutto sommato il rispetto è cosa seria, ma non ci si può mica rovinare il viaggio con mal di pancia e virus vari per una cortesia. L’arte della mistificazione, qui, è essenziale.
8. Mai e dico mai dare alcunché ai bambini nei Paesi poveri
Giammai soldi. Io sono totalmente contraria anche a chi dona caramelle o giochi o penne o quaderni direttamente ai bambini. É sempre diseducativo.
(Nei casi dei quaderni? Basta darli alle scuole, ma i bambini non devono vedere il turista come una scorciatoia al normale sistema educativo e saltare la scuola o i compiti per andare a cercare “gli occidentali”).
9. Non portarsi dietro le cose belle o costose onde evitare di perderle o rovinarle o…
Ma se a voi fa piacere partire in viaggio e arrivare nel deserto con un abito di Armani, sia chiaro, ma fate bene! Ma chissenefrega! Ma saremo pur liberi di fare quello che vogliamo?
Purché consapevoli.
10. Evitare di farsi terrorizzare da falsi miti
C’è chi pratica come sport il “blabla” parlando per sentito dire. Non ha mai viaggiato, ma appena sa che intendete farlo voi… (5 motivi per non dire mai dove pensate di andare in viaggio)
11. Informarsi sempre prima di partire
E perché in alcuni Paesi è obbligatorio per la propria salvaguardia, e perché pagare un pacchetto di sigarette 15 euro anziché 5… è una cosa che segna e non si dimentica?!
Daniela dice
ahahaha 🙂 ce l’hai con i tassisti?? Mi dispiace che venga demonizzata una categoria per tutti i furbi che ci sono.. io sono figlia di un onesto tassista e per colpa dei furboni viene giudicato male a priori..
Simona Scacheri dice
Ahahahah… No Daniela, giuro, no! Non ce l’ho per niente con i tassisti veri, ma ce l’ho a morte con quei mezzi truffatori travestiti da tassisti che girano impuniti per ogni Paese. Preciso però che ho poi sempre trovato sia truffatori travestiti da tassisti, che ottime persone oneste… Ma non puoi capire come vado fuori ogni volta che mi fregano con aria serena (almeno una volta a viaggio, e non prendo tanti taxi eh!)
PS: l’Italia per fortuna è diversa, o meglio… io non ne mai trovati di truffatori. O forse… non me ne sono mai accorta? 😉
Ma resta il fatto che mi fido totalmente della professionalità dei nostri tassisti.
Quelli di altri Paesi, ecco, non sempre…
La Folle dice
Riguardo i tassisti, devi sapere che per tre anni sono stata a trasferita a Napoli per lavoro e io non c’ero mai stata. Appena arrivi alla stazione ferroviaria e ti piazzi alla fermata dell’Alibus per l’aeroporto, è molto probabile che un tassista si avvicini (o parcheggi direttamente sullo spazio della fermata) dicendo che il bus quel giorno sciopera, e se vuoi andare all’aeroporto lui ti fa un prezzone. All’inizio ci ho creduto, e mi hanno fregata un paio di volte, poi ho capito.
Beh, ti assicuro che quel primo impatto coi napoletani non è stato piacevole, ma col tempo mi sono ricreduta.
Simona Scacheri dice
Se fossi l’ente del turismo mi preoccuperei tantissimo della categoria “tassisti” visto che spesso i turisti hanno a che fare solo con loro o con chi presta servizi in hotel o ristoranti… E poi da 4 incontri fugaci giudicano un’intera popolazione (errore sempre e comunque per carità, ma si sottovaluta il peso socio-turistico dei tassisti! ahahahah)
Seriamente però capisco eccome che il primo impatto non sia stato piacevole! Ah no!
anna dice
…FON? Seriamente?
Simona Scacheri dice
Anna intendi se è corretto scrivere “fon”? O intendi se è giusto avere il diritto di portarselo?
Così su due piedi ti direi: sì. Seriamente!
… ma non saprei bene a cosa ti riferisci 😉