Premessa: se mi chiedeste oggi quale escursione in Italia mi ha portato a dire più litanie in assoluto, potrei rispondere senza se e senza ma QUESTA.
Escursione alle Pale di San Martino. Siamo in Trentino (Alto Adige), poco sopra Tonadico e Fiera del Primiero e quest’escursione ha il grande pregio di far vivere le Dolomiti nella loro meraviglia, da un lato, e nella loro durezza dall’altro.
Ma vi allerto subito: parliamo di un’escursione esclusivamente per escursionisti esperti se fatta per intero come racconterò a seguire. Se siete alle prime armi nella pagina Trekking Italia trovate idee migliori da cui partire.
E ora iniziamo per bene!
ARGOMENTI: Dati tecnici Come arrivare? Difficoltà e cose da tenere presente Sentiero 711 per Passo delle Lede Traccia gps Consigli Attrezzatura usata e consigliata Descrizione e foto |
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Indice degli argomenti
Dati tecnici
DIFFICOLTÀ: EE (solo per esperti allenati) |
TEMPO: 7/8 ore senza pause (questa escursione è solo per esperti quindi metto i tempi per esperti. Noi abbiamo impiegato 7.30) |
DISLIVELLO: + 1635 m / – 1635 m (totale 3270 metri tra salita e discesa in un’escursione) |
LUNGHEZZA: 16,25 km |
DOVE: Tonadico, Trentino |
Come arrivare e dove siamo?
Siamo nella zona delle Pale di San Martino, nel Parco Paneveggio Pale di San Martino nella provincia autonoma di Trento nella splendida Val Canali.
Come paese di riferimento vi indico Tonadico, uno dei cinque comuni che compone il comune Primiero San Martino di Castrozza.
Il punto di riferimento però da cui parte l’escursione e da segnare sul navigatore è il ristorante Cant del Gal a 1180 metri di altezza.
Arrivati qui trovate parcheggio a pagamento (fino alla seconda domenica di settembre, quindi dipende dal periodo) e noi abbiamo pagato per la giornata intera € 5.
Difficoltà percorso Pradidali – Lede – Minazio
NB: ho trovato chi ha categorizzato il percorso sul web come E ovvero escursionistico, ignorate!
Il percorso è indicato dai cartelli ufficiali non solo come EE ma anche con specifica “Solo per esperti” per sottolineare quanto sia complesso.
- PERCORSO EE
Se spesso si può riflettere sul significato dei percorsi per esperti, nelle Dolomiti di solito non si discute. Se un percorso è segnato come EE o EEA o come in questo caso con il cartello aggiuntivo SENTIERO PER ESPERTI é perché è difficile anche tecnicamente.
- Questo percorso è per escursionisti molto ben ALLENATI
Il giro ad anello qui riportato è molto impegnativo in termini fisici, richiede allenamento fare 1635 metri di dislivello a salire (e vada) ma poi anche a scendere. La discesa rischia di essere più dura. - Richiede forza muscolare
Tantissimo il dislivello, la discesa va affrontata dopo 3/4 ore e passa di trekking no stop e non molla fino alla (quasi) fine! - Tecnicamente difficile
Parti esposte, tantissime parti su roccia (siamo nelle Dolomiti, non dovrei stupirmi lo so…), sentieri su roccia esposti, sentieri in parte attrezzati e in parte che dovrebbero essere attrezzati e non lo sono…
Tante le parti in cui serve massima attenzione. - Non adatto a chi soffre di vertigini
Se soffrite di vertigine, per me, qui è da evitare.
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Sentiero 711 per Passo delle Lede
Dalla cartina vi apparirà chiaro che c’è la possibilità di fare un bel taglio con il sentiero 711 che porta a Passo delle Lede…
Prestate però attenzione.
E’ un sentiero molto esposto che arrampica su roccia.
Chiedendo informazioni al rifugio un giovane ragazzo del luogo mi aveva descritto il sentiero dicendo: “E’ poco più esposto di quello necessario per arrivare al Rifugio Pradidali. Il 90% lo fa senza imbracatura e senza caschetto o dissipatore da ferrata…”
Ma forse solo il 10% è veramente saggio e consapevole che in montagna basta un attimo di giramento di testa per sfiorare la tragedia?
Io arrivata sotto al sentiero ho avuto un disguido che mi ha portato a scegliere di non farlo (ve ne parlo nel racconto), ma di base è un sentiero che a vederlo dal basso richiede attrezzatura da ferrata.
Ho molto ammirato un giovane che facendo l’Alta Via 2 che passa da qui con il suo zaino gigante si è imbragato, attrezzato, caschetto, dissipatore ed è salito.
Andare dopo di lui senza niente di tecnico mi sarebbe sembrato troppo “spavaldo” per non dire imprudente. E io odio la spavalderia in montagna (soprattutto).
Detto questo preciso che non l’ho fatto e quindi di base potrebbe essere che a vederlo dal basso sia molto peggio che poi a farlo eh.
Ma le impressioni dal basso erano queste. Prendetele come tali: semplici impressioni.
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Traccia gps
PARTENZA: | ristorante Cant del Gal |
ARRIVO: | Ristorante Cant del Gal |
GIRO AD ANELLO: | sì |
SEGNALETICA: | sì |
TRACCIA GPS: | sì (per scaricarla dovete collegarvi a Wikiloc da desktop) |
MAPPA | Tabacco Pale di San Martino |
La traccia GPS che vi lascio qui è quella del mio percorso.
Dovrei essere riuscita a ripulirla del mio errore (il canalone), che andrebbe proprio EVITATO con cura.
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Consigli escursione
- Si può fare con i cani?
Sì. Noi avevamo con noi il piccolo Bruschetta (il nostro cane maltese) che si è divertito e molto ma va detto che nei pezzi per lui troppo difficili lo prendeva Michele (il mio compagno) in braccio.
Con un cagnone grande ammetto che non so bene come avverrebbe la gestione, ma io eviterei il sentiero 711.
- Punti di ristoro?
Si incontra il Rifugio Pradidali all’inizio, dopo circa 2 ore. Per il resto non si incontrano altri rifugi tranne il bivacco Minazio, ma quello è un bivacco e non vende cibo o acqua.
- Quando si può andare?
Luglio/ottobre. E da evitare la neve o il ghiaccio e di mio anche la pioggia visto che essendo tanta roccia con la pioggia diventa super scivolosa. Si arriva all’altezza di 2700 metri, quindi bene che ci sia meteo favorevole.
- ATTENZIONE SEGNALETICA
La segnaletica c’è. Ottima e presente, ma da stare attenti in particolare modo sul bivio per il sentiero 711. Sono ancora presenti dei segnali vecchi e cancellati in parte, ma in parte ancora visibili. Qui però avete la traccia e ho cancellato (spero con buoni risultati) la parte sbagliata.
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Attrezzatura consigliata per quest’escursione
- SPORT WATCH
Per prendere la traccia GPS, seguire il percorso, tenere traccia precisa dei dati, io ho usato il nuovo Outdoor Watch, come viene chiamato, il Polar GritX. Ha 36 ore di batteria in attività (me lo chiedete spesso) quindi potete camminare tranquilli le vostre 8/9 ore nel mentre lui raccoglie i dati.
> POLAR GRITX
- ANTIVENTO
A quelle altezze spesso arrivano belle folate di vento, nonostante faccia un gran caldo. Di mio mi trovo divinamente con l’antivento che mi protegge ma non si bagna quando sudo parecchio.
SALOMON DONNA OUTLINE
- SCARPE
Per far presa sulla roccia per me gli scarponi non sono adatti e quindi prediligo le scarpe da Trail Running consapevole che però le caviglia non hanno protezioni, ma i piedi a fine giornata stanno bene. So che regole CAI consigliano sempre scarponi, ma di mio ho amato:
SENSE RIDE 3 SALOMON
Michele invece ha usato con successo:
SALOMON XA PRO 3D V8 GTX
Escursione Pale di San Martino: dal Rifugio Pradidali al Bivacco Minazio
Passiamo al racconto di questa escursione. Alla mia personale esperienza. Alla mia soggettivissima recensione di questo anello, per essere chiari.
Sopra ho cercato di indicarvi i dati per studiarla e farla, ora vi racconto come è andata a me o meglio a noi (Michele, Bruschetta e io).
Premessa: la preparazione di questa escursione
La prima cosa che voglio raccontarvi di questo trekking è una: la mancanza di preparazione completa.
Partiti per il Trentino il venerdì sera tardi, in campeggio la sera abbiamo cercato con mappa una bella escursione da fare vicino al campeggio alle Pale di San Martino.
Essendo io una grandissima fan del web, facendo ricerche su alcuni siti fidati e affidabili di trekking ho presto individuato la salita al Rifugio Pradidali come un’ottima meta.
Percorso impegnativo (1000 metri a salire), molto panoramico, che richiede esperienza, ma nulla di troppo complesso…
Dall’altro lato Michele.
Fan della mappa, guardando il percorso inizia a proporre un giro ad anello. Io inizialmente rispondo: “No, dobbiamo prima sapere come sono quei sentieri, non mi avventuro in percorsi che non conosco e che non so come sono”…
Ultime parole famose.
Dal ristorante Cant del Gal al Rifugio Pradidali
Lasciamo la macchina nei posti blu vicino al Ristorante Cant Del Gal, divenuto punto di riferimento per questa escursione.
La salita al Rifugio Pradidali è ritenuta dai più una delle escursioni imperdibili quando si parla delle Pale di San Martino e quindi naturalmente, ci tengo a farla.
Paghiamo il parcheggio (€ 5 tutta la giornata fino alla seconda domenica di settembre) e poi seguiamo la strada asfaltata che sale e si trasforma presto in sterrato.
Arrivati a un ponticello lo attraversiamo e iniziamo a seguire per Rifugio Pradidali.
Entriamo subito in un bellissimo scorcio da cartolina.
Il percorso inizia a salire seppur in modo graduale e non smetterà più di salire per un bel bel po’.
La prima parte è su sentiero sterrato molto semplice e piacevole. Si sale, ma non ci sono difficoltà, si può ammirare il paesaggio e godere della natura.
Temevo di incontrare tanta gente essendo sabato di un bellissimo weekend ancora estivo, ma di base ne incontriamo solo all’inizio, ma pian piano che saliamo sempre meno (per poi non trovarne quasi più dopo il Rifugi Pradidali, ma ci arrivo piano… ). Nell’insieme comunque tutti escursionisti essendo un sentiero solo per escursionisti esperti.
Stiamo percorrendo il 709 e più volte si trova il cartello “Sentiero per escursionisti esperti”.
A questo punto inizia però la parte “per esperti”.
Si passa su sentiero roccioso.
Che presto diventa un unicum di roccia, pietre e sassolini.
Ma soprattutto si parla di un sentiero esposto.
Da qui la necessità di attrezzarlo e quindi nei punti più esposti si trovano corde d’acciaio a cui tenersi.
Di mio non percepisco in quel frangente nessuna difficoltà. Naturalmente serve prudenza e occhi aperti, ma come credo sappiate fare i sentieri in salita è molto più semplice a livello tecnico che non farli in discesa e quindi percepisco questa parte di escursione come molto piacevole.
Panoramica. E alquanto spettacolare.
C’è salita sì, ma per il resto si sale agevolmente.
Nel mentre in lontananza si iniziano a intravedere le nuvole basse e il Rifugio Pradidali.
Ultima parte di salita su roccia e siamo al Rifugio Pradidali.
Bellissimo Rifugio in una posizione davvero suggestiva!
Siamo a 2278 metri e da qui si ammira la Cima Pradidali e la Torre Pradidali.
Immensa la maestosità di queste cime. Ma vi racconterò per bene questa parte di escursione in un altro post…
Perchè una volta arrivati qui, ci rendiamo conto di aver impiegato poco tempo rispetto a quanto indicato (2 ore a salire rispetto alle 3 o 3.30) e dal momento che non siamo per nulla stanchi ci piacerebbe proseguire.
In generale l’escursione che avevo “studiato” prevedeva il rientro dalla stessa strada, ma qui è dove decidiamo di fare il percorso ad anello di cui in realtà non sappiamo NIENTE.
Errore. Grandissimo errore che non vi consiglio e che di mio non rifarei. Ma proseguiamo.
Dal Rifugio Pradidali al sentiero 711
Al Rifugio Pradidali chiedo a un giovane ragazzo che lavora al rifugio se sa darmi indicazioni in merito al sentiero 711. Sulla mappa appare con tutti i puntini quindi è difficile, ma di contro permetterebbe un bel taglio al giro ad anello che diversamente pare molto lungo.
Lui mi conforta dicendo che è poco più complesso di quello da cui sono arrivata e anche se di mio so bene che non bisogna mai chiedere ai giovani ragazzi montanari (che già i montanari hanno poca coscienza di come vive un cittadino la montagna, figuriamoci se sono pure giovani… ), decido di fidarmi.
NB: preciso che non do alcunissima colpa al giovane e gentilissimo ragazzo eh! Sto solo scherzando… anche perchè il problema non è stato il 711, ma proseguiamo.
Prendiamo quindi verso il sentiero 711 con l’idea di arrivare al Passo delle Lede da lì.
Nel mentre percorriamo tutte parti su roccia e pietre rocciose ma in salita, quindi agevoli da fare (si può fare fatica, ma non c’è difficoltà tecnica).
Arriviamo quindi al bivio e prendiamo per il 711, sentiero segnato sulla mappa come difficile per esperti, ma non è segnato come ferrata.
Segnali messi mali ed errore nostro: il terribile canalone
Arriviamo al dunque: l’errore.
Il sentiero sbagliato e i miei 10 minuti di panico che quando lo scrivo sembrano pochi, ma quando li vivi, non finiscono più.
Arrivati al bivio verso il sentiero 711 teniamo la sinistra. Qui una foto di Michele con Bruschetta nella borsa perchè lui nei pezzi difficili, viene agevolato.
Come vedete nella roccia il segnale CAI qui c’è… Solo che non c’è né freccia né altro e noi… sbagliamo direzione.
Anziché fermarci a questa roccia, guardare in alto, aguzzare la vista per trovare la corda d’acciaio che conduce su, noi sbagliamo e proseguiamo salendo sulla montagna.
Non solo proseguiamo nella direzione sbagliata, ma non so se si capisce dalla foto… Ci avventuriamo verso un canalone.
E qui una brevissima digressione ve la devo fare.
Ho tre grandi terrori in montagna:
1. Il temporale o il maltempo, facile e piuttosto banale no?
2. I canaloni! Sono pericolosissimi e non li so gestire.
3. Quando perdo il sentiero.
Bene. In questo errore ho vissuto le ultime due: canalone + perdita del sentiero e Michele che dopo che eravamo già saliti di 20/30 metri, sentivamo le pietre che scivolano sotto i nostri piedi salendo, eravamo già nel canalone quando si addentra e diventa tutto scuro…
Michele dice: “Forse abbiamo sbagliato”.
Io lo seguivo con una fiducia cieca e non mi ero resa conto (la salita per me è in realtà piacevole) ma di colpo percepisco il sangue GELATO.
Così. D’amblais. Si è gelato.
Mi guardo indietro, decreto che serve tornare indietro al volo… Solo che presto mi rendo conto che 30 metri di canalone in discesa li devo fare.
Le gambe non mi tremano, ma il sangue non circola.
Michele quindi manda avanti me perchè lì la cosa più pericolosa in assoluto è far cadere le pietre che di base cadono non appena muovi i piedi.
Io sono terrorizzata. Per noi certo, ma anche perchè temo di far arrivare pietre fino in fondo al sentiero oltre che quell’irrazionale stato di ansia che ti pervade in tutto il corpo.
Che faccio? Quando non hai scelte, vai.
Cerco di fare molto piano, ma io non li so gestire i canaloni e quindi scivolo e faccio cadere numerose pietre.
A quel punto tremo anche se sia chiaro: per fortuna siamo davvero molto molto lontani dai sentieri e non ci sono persone visibili. Non una.
Non ho foto ovviamente, ma quando riesco a scendere e tornare nella zona “sentiero” la foto è questa:
Appena riusciamo a tornare in zona sicura, mi siedo. Respiro. E decido che per quanto il 711 fosse sicuramente più facile (per me) del canalone, preferisco evitarmi altro pathos e scegliamo di tornare a fare il 709 allungando quindi notevolmente il giro ad anello.
Commento: grande errore.
Il panico crea stanchezza psicologica, sarebbe stato meglio rilassarsi a quel punto e invece no… Noi iniziamo un giro di altre 5 ore di trekking.
Ma siccome voi il canalone lo eviterete, il piacere di tutto lo scenario che c’è attorno saprà conquistarvi. Io non lo ricordo…
Rifugio Pradidali – Passo delle Lede sentiero 709
Torniamo sul sentiero 709 e iniziamo una parte di giro a dir poco spettacolare. Panoramica e suggestiva, lo ammetto.
Si continua la salita e si portano a compimento 1600 metri di dislivello, ma ritengo questa parte dal Rifugio Pradidali al Passo delle Lede lungo il 709 la più bella del percorso.
Il paesaggio diventa lunare, ma se per Piz Boé si trovano anche tante e tante persone per via della funivia che arriva, qui si incontrano pochissimi escursionisti, il giusto e si vive alla grande lo scenario.
Come se non bastasse: incontriamo un branco di STAMBECCHI. Così. Senza ricerca, niente. Una sorpresa.
Non mi era mai successo. Sono lontani ma si vedono bene su roccia. Wow. Arriviamo a Passo delle Lede.
Passo delle Lede – Bivacco C. Minazio e poi ritorno in valle
Dal Passo delle Lede inizia la discesa infinita.
1600 e passa metri di discesa da farsi tutti in una volta praticamente dopo che le gambe sono già stanche da 4 ore di trekking.
Troviamo le nuvole basse.
Ma soprattuto troviamo una discesa continua su roccia. Con parti esposte, sentieri ripidi, rocce e rocce. Le gambe non possono rilassarsi mai.
Intravediamo il bivacco Minazio da lontano e io penso: “Beh dai, sulla mappa dal bivacco Minazio migliorano le cose, la parte più difficile con tutta questa discesa complessa sta per finire…
E invece no. Non molla! Io invece vorrei tanto gettare la spugna eh, ma non si può…
Per poi finalmente arrivare nel verde che non ho mai amato così tanto:
Dal Vallon delle Lede ormai siete arrivati e finalmente le gambe possono rilassarsi (anche se ci sarà ancora un piccolo tratto attrezzato, ma dopo quanto affrontato pare una sciocchezzuola).
Totale per noi 7 ore e 30 senza contare la pausa.
Giramenti di testa per mancanza da cibo (abbiamo pranzato alle 16 per necessità fisica più che per fame).
Diversi dolori alle ginocchia a causa dello sforzo, ma ancora ringrazio di cuore che siano stati passeggeri.
Una piccola grande impresa sportiva e di trekking per me, consigliata a chi sa dove andare in primis e sa cosa lo attende a seguire.
Buon trekking!
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Luigi dice
Stesse mie sensazioni per il 711 che ho preso sbagliato in discesa. Per fortuna poi sono risalito, ma quanta paura….e parlo di 25 anni fa