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Val di Fassa: escursione al rifugio Roda de Vael

19 Ottobre 2021 by Simona Scacheri Lascia un commento

rifugio roda de vael

Premessa: la Val di Fassa è famosa. Lo sappiamo.
Mille escursioni, tantissimi scorci su alcune delle Dolomiti più spettacolari in assoluto e diversi luoghi turistici che richiamano una gran folla in estate…
Eppure di questa escursione non ne avevo mai sentito parlare fino a che non mi è stata consigliata su instagram da chi l’aveva fatta e qui posso dirvi… Gran consiglio!

Escursione al Rifugio Roda de Vael ovvero nel cuore del gruppo del Catinaccio/Rosengarten.
Ancora Trentino ma molto vicino al confine con Alto Adige questo percorso garantisce scenari panoramici e atmosfere magiche come solo la Montagna riesce a dare.

Pronti?

LEGGI ANCHE: Rifugio Pradidali, Passo delle Lede e Bivacco Minazio

Indice degli argomenti

    • Dati tecnici
  • Traccia Gps
  • Cosa sapere del Rifugio Roda di Vael?
    • Come arrivare? 
  • Le cose belle del percorso al Rifugio Roda De Vael
  • Difficoltà percorso?
  • Percorso Roda de Vael: prima parte
  • Percorso in discesa: monumento Christomannos

Dati tecnici

DIFFICOLTÀ: E
TEMPO: 2,30/3 ore (in totale)
DISLIVELLO: 560 m a salire (e poi a scendere)
LUNGHEZZA: 7,56 km
PAESE RIFERIMENTO: Passo di Costalunga, Trentino

Traccia Gps

PARTENZA:Parcheggio Passo di Costalunga, Trentino
ARRIVO:Parcheggio Passo di Costalunga, Trentino
GIRO AD ANELLO:sì
SEGNALETICA:sì 
TRACCIA GPS: sì (per scaricarla dovete collegarvi a Wikiloc da desktop)
MAPPATabacco Val di Fassa
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Cosa sapere del Rifugio Roda di Vael?

Questo rifugio ha una storia speciale e siccome mi è stata raccontata sempre da super trekkisti che mi seguono su instagram e io non la sapevo, penso sia importante condividerla anch’io a mia volta con voi.

Non vi parlo dell’origine storica del rifugio, sono tanti i rifugi che hanno una storia avvincente e appassionante. Quello che colpisce qui è la storia recente.

Ad oggi il rifugio è gestito da Silvia, moglie di Luca morto prematuramente come scrivono sul sito.
Di base Luca era una guida alpina mancata nel mentre era in parete e Silvia, la moglie, è ritenuta una donna eccezionale che da sola, anzi… Con due figli e tanti collaboratori appassionati gestisce un rifugio con il sorriso.

A lei è stato dedicato un documentario dal Trento Film Festival (non ho trovato un link per vederlo per intero, ma questo è il trailer:

Come arrivare? 

Punto di riferimento: Passo di Costalunga, Trentino

Ancora Trentino, ma quasi Alto Adige (che per quanto siano un’unica regione sono due province autonome con usi e costumi ben diversi).

Si parcheggia poco prima del Passo e si avvista subito una sterrata che sale. Quella è la direzione.

LEGGI ANCHE: Lago di Molveno, 3 percorsi per viverlo

Le cose belle del percorso al Rifugio Roda De Vael

Dovendo dirvi è uno dei percorsi più belli e soddisfacenti della Val di Fassa.

  • Molto panoramico! Ci si ritrova nel cuore del gruppo Catinaccio e si può soltanto ammirare con emozione lo scenario.
  • Il rifugio Roda de Vael merita una pausa ma lì di fianco c’è anche la Baita Marino Pederiva in aggiunta.
  • Si può percorrere un giro ad anello.
  • Si incontra il momumento a Christomannos, ovvero un’aquila maestosa e in posizione spettacolare.
  • Si può fare con i cani

Difficoltà percorso?

  • Questo percorso non è tecnicamente difficile.
  • Livello escursionistico E
  • Consigliato anche in solitaria, non ha parti tecnicamente difficili o particolarmente esposte
  • Si fa una parte in cresta ma il sentiero è molto ampio.
  • Adatto anche a chi è agli inizi!

Come sempre la fatica è relativa e su quello non so dirvi, ma escursionisticamente parlando non è un percorso complesso (non serve ricordara che quando si parla di escursionismo si parte dal presupposto che siamo in montagna e non in città giusto?).

Percorso Roda de Vael: prima parte

Si sale con l’auto nel parcheggio del Passo, poco prima se si arriva da Vigo di Fassa (o poco dopo se si arriva da Carezza) e si parcheggia auto. Nel mese di ottobre quando sono stata io nessun costo e poche auto.

Si inizia a salire su sterrata e ci si addentra nel bosco che rimane però ampio e soleggiato.

Nel mentre incontro una mandria di mucche con i pastori che scende. Alla fine siamo a metà ottobre e sicuramente inizia a fare un gran freddo. Di fatti non appena si sale si incontra un pascolo, che di mio però trovo vuoto essendo appena scese le mucche.

La salita è leggermente ripida.

Si incontra presto una bella malga, che io trovo chiusa (ovviamente) ma lo scenario tanta roba.

Si sale ancora e prima del rifugio si trova un parte su rocce ma agevole… Si prende in direzione Rifugio Roda de Vael ed eccolo lì: scenario spettacolare.

Situato sulla Sella del Ciampaz a quota 2283 m s.l.m. siamo nel mezzo del gruppo del Catinaccio/Rosengarten e non si ha difficoltà a capire come mai queste montagne siano tanto famose… Da restare senza parole.

Se da un lato vi ho detto che inizia a fare freddo, vi dico anche che salire in un luogo simile ed essere da SOLA ha qualcosa di spettacolare (sola con il mio compagno di trekking Bruschetta, il mio cagnolino).

Mi godo lo scenario senza che ci siano schiamazzi, persone o elementi di “disturbo”.

Devo dire che la ritengo una gran fortuna. Bellissimo. Il rifugio è chiuso essendo ottobre, di contro però la Baita di fianco Marino Pederiva è ancora aperta (mi dicono che chiuderanno a fine mese ovvero fine ottobre ma come sapete dipende poi sempre dal meteo).

Mi godo uno strudel e assaporo il momento.

Percorso in discesa: monumento Christomannos

Inizio poi la discesa o meglio proseguo il giro ad anello e percorro una delle parti più belle e panoramiche verso il monumento Christomannos.

Politico e alpinista, Theodor Christomannos è considerato un pioniere del turismo alpino nelle Dolomiti e a lui si deve la costruzione del Rifugio Roda de Vael. Si ammira questo monumento facendo l’escursione ad anello e indubbiamente ne vale la pena. Parte molto scenografica e dal gran panorama pur non presentando insidie (il sentiero è bello largo).

Dopo l’aquila si inizia a scendere. Ci sono diversi scalini in legno per agevolare la discesa che in alcune parti è ripida ma soprattutto fangosa.

Sono arrivata poi al Rifugio Paolina (qui c’è una funivia) chiuso anch’esso.

Ho poi proseguito la discesa tornando nel bosco. Un bosco meno affascinante rispetto alla prima parte. Mi sono poi ricongiunta sul sentiero dell’andata e sono rientrata al parcheggio.

Bellissima escursione, agevole, che ho fatto in massima serenità in solitaria (con il mio Bruschetta) e che vi consiglio di cuore.

Lo scenario annulla ogni fatica? Per me è stato così.

Ogni giovedì appuntamento fisso con racconti o video di trekking, cammini o escursioni! Idee per nuove gite o consigli, trovate tutto qui: FRINGE IN TREKKING

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*** IL TESTO E LE FOTO DI QUESTO ARTICOLO SONO PROTETTE DA COPYRIGHT 
Se interessati ad avere le foto in originale, scrivetemi via mail simofringe[@]yahoo.com

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