Itinerario Oman: 6 giorni nella svizzera degli Emirati Arabi
di Gabriella Fioretta
Premessa: questo viaggio e questo racconto è stato scritto e vissuto da Gabrielle Fioretta, la mia mamma, in viaggio con le amiche. Quanto segue è frutto di un viaggio organizzato di gruppo con pulmino privato.
Sono in partenza, vado in Oman… E qui nasce una scissione: alcuni dopo aver tentato di dissuadermi, iniziano con le raccomandazioni; altri prevedono un futuro cupo costellato di disgrazie di ogni tipo.
Eppure, non è così: l’Oman è un Paese sicuro che infonde serenità e il suo popolo è discreto e ospitale. Un Paese autentico.
Un viaggio in Oman significa abbandonare i tanti pregiudizi che circondano i paesi arabi e l’islam soprattutto. Ho incontrato persone disponibili, cordiali e, se si riesce ad andare oltre il velo, si vede una popolazione dove le donne lavorano, guidano la macchina, sono laureate e ricoprono posizioni di prestigio.
Gli Omaniti sono in maggioranza Ibaditi che condannano integralismo e violenza di ogni genere. Qualcuno l’ha definito la Svizzera degli Emirati Arabi (almeno per noi, gli indiani non la vedono così visto che proprio a loro sono riservati tutti lavori più umili).
Ma partiamo dall’inizio.
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Itinerario Oman: 6 giorni di viaggio con pulmino privato
Il nostro itinerario Oman è stato piuttosto breve, ma a mio parere sufficiente per una prima visita in Oman.
Gruppo di 4 donne adulte: Lella (la cui simpatia è indiscussa), Paola (elemento indispensabile per fare quattro sane risate), Genny (new entry carina e interessante) e poi io che non posso definirmi da sola simpatica, ma chiacchierona al pari delle altre, sicuramente, sì.
Giorno 1
Milano – Muscat
Traffico assurdo per arrivare a Milano. Code infinite e Lella in affanno: arriva in aeroporto trafelata (erano le ore 8.30 e il volo partiva alle 11.20) e per recuperare tempo avendo visto noi tre compagne di viaggio già pronte davanti al check in, si affretta…
Salta la coda, passa sotto le transenne e siccome le legge di Murphy a volte è implacabile, plana lei con la sua valigia sul pavimento ai piedi di una hostess che le “consiglia” di passare dal percorso tradizionale. Tutto questo per dire: ottimo inizio!
Ci trattiamo bene in realtà e scegliamo un tour operator per questo viaggio. Rapporto qualità/prezzo: buono, nonostante i viaggi economici siano altri. Volo di linea Milano/Muscat via Doha partenza 11,20 (partiti con 30 minuti di ritardo) e arrivo a Doha in tempo utile per perdere il volo. Qatar si distingue però e riesce a imbarcarci sul volo successivo nel giro di un’ora. E arriviamo in Oman.
Giorno 2
Muscat
Iniziamo la visita della città dopo una notte insonne. Fuori c’erano 30 gradi, nella nostra camera c’erano i pinguini attorno al letto. Aria condizionata spenta, ma essendo rotta continuava a mantenere una temperatura polare, prima di realizzare ciò, Lella ed io:
“cosa dici fa un freddo porco… l’aria è chiusa… ma ho freddo… anch’io… che gelo… mettiamo il piumone? è meglio mettere anche la maglia… forse è meglio aprire una finestra… io aprirei anche l’altra”… Serve dire in che stato eravamo al mattino?
Muscat è una città che incanta. Incastrata tra mare e montagne si estende per parecchi km sulla costa del Golfo dell’Oman.
Le sue abitazioni di colore chiaro (bianco, beige) si richiamano alla tradizione locale, con finestre graticolate sotto archi ogivali alte massimo 4/5 piani, ricordano i paesaggi del presepio.
Pochissimi i palazzi. Nel 1500 l’ammiraglio portoghese Alfonso de Alburqueque la definì “molto elegante e con bellissime case”, credo che l’essenza della città sia rimasta questa.
La Grande Moschea dono fatto dal Sultano Qaboos al suo popolo in occasione del 30esimo anno al trono. Quest’edificio imponente, maestoso con una grande cupola circondata da cinque minareti che rappresentano i cinque pilastri dell’Islam ha al suo interno un lampadario di una bellezza da togliere il fiato.
Museo Bayt Al Zubair. Ritengo indispensabile una visita a questo museo per conoscere la storia e meglio comprendere usi costumi e tradizioni del popolo omanita.
Vicino al Museo si trova il Palazzo del Sultano. Il retro si affaccia sulla baia mentre l’ingresso lo si raggiunge dalla piazza Collonnade. In questa piazza, bellissima, si può ammirare oltre al Palazzo i due forti portoghesi del 1500, Al –Jalali e Al- Mirani, che sorgono ai lati del Palazzo. Il tutto visitabile solo esternamente.
L’imbrunire è l’ora ideale per fare una passeggiata alla Corniche, il lungomare di Mutrah, ed in mezzo a tanta bellezza c’è anche il mega yach del Sultano, uno dei più grandi del mondo, lungo 155 metri proprio di fronte al Souk. Imperdibile una passeggiata al Souk una miriade di stradine che si intersecano dove il vecchio si fonde con il nuovo con un inebriante profumo di incenso. In Oman si produce il miglior incenso del mondo e per non dimenticare un incensiere gigante è stato posto in cima alla montagna.
Giorno 3
Muscat – Deserto Wahiba Sands
IIbra. Con il suo mercato delle donne (solo al mercoledì mattina) riservato, ovviamente, al sesso femminile. Tantissime donne con la tipica maschera nera omanita. Non amano essere fotografate, ma alle volte lo concedono se pagate 1 rial.
Wadi Bani Kalid. I wadi sono i letti dei torrenti, qui l’acqua a forza di scorrere, trattasi di millenni, crea profondi canyon, piscine naturali, gole e palmeti uno spettacolo della natura.
Lasciamo il pulmino e prendiamo possesso dei nostri fuoristrada, che dopo aver scorrazzato sulle dune di sabbia, ci regalano un tramonto meraviglioso. Dopo cena, intorno ad un fuoco enorme, tra una chiacchiera e l’altra, guardiamo le stelle. Sembrano talmente vicine che pare ci cadano in testa. Si dorme nel deserto al Wahiba Arabian Orix Camp.
Giorno 4
Deserto Wahiba Sands – Nizwa
Castello Jabreen. XVII sec. completamente restaurato hanno però conservato i soffitti dipinti dell’epoca
Forte di Bahla. Protetto dall’Unesco è il castello più antico. Visitabile solo all’esterno.
Birkat Al Mauz. Passeggiata fra i suoi palmeti e le sue antiche case di fango. Si dorme Al Falaj Daris Hotel di Nizwa (molto carino).
Giorno 5
Nizwa – Jebel Shams
La vecchia capitale dell’Oman. Spettacolare, adagiata al centro di una pianura circondata da oasi e montagne. Abbiamo visto il Forte, la moschea, ma il Souk è imperdibile. Ogni venerdì c’è il mercato del bestiame dove in mezzo ad una piazza gli animali vengono esibiti e venduti all’asta. Quelli di taglia piccola sono tenuti in braccio dal proprietario, quelli grandi sfilano in cerchio davanti ad una folla di compratori che, dopo varie manate e palpazioni, decidono qual è il migliore. Poco più in là si vendono, o si scambiano, vecchi fucili, scimitarre, pugnali… forse una volta indispensabili per la propria incolumità ora solo un’antica tradizione.
Al Hamra. Villaggio immerso in una oasi lussureggiante dove le antiche case sono fatte di fango.
Misfah Al Abreen. Bellissimo villaggio arroccato sulla montagna.
Arrivo al Jebel Shams, la montagna più alta dell’Oman, famosa per i suoi scenari naturali tra cui il Gran Canyon e il Wadi Gul.
Giorno 6
Jebel Shams- Muscat
Giro in barca insieme ai delfini con uno scenario mozzafiato.
Paesaggio lunare, i colori sfumano dall’ocra al marrone e le rocce sembrano sospese su un mare colore turchese. Ultima visita alla regione di Batinah ed al castello di Nakhl risalente al periodo pre-islamico interamente restaurato.
L’Oman é una monarchia assoluta.Il Sultano, Qaboos Bin Said, regna da 40 anni ed ha portato questo meraviglioso paese dal Medioevo al Rinascimento.
Tra le risate con le amiche, e i posti visti, decisamente un viaggio che consiglio. Over 60, e non!
(Articolo scritto nel 2015, ma aggiornato nel 2017)
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