Viaggiare in Israele e Palestina senza paura, è possibile?
Ne senti raccontare la storia dai tempi delle elementari, ne vedi le immagini, ne ascolti le leggende… viaggiare in Israele e Palestina è un sogno che coltivo da sempre.
Che sia indotto o no, non lo so dire, ma il solo pensiero di mettere piede in “Terra Santa” mi ha sempre elettrizzato. Da anni e anni.
Partiamo con il precisare una cosa però: non è un viaggio religioso il mio, non è un pellegrinaggio e nonostante una parte di me spera sempre un po’ nella veridicità della religione, l’altra parte, quella più convinta e a cui alla fine faccio capo, crede nell’affermazione: “La religione è l’oppio dei popoli”.
(E dopo un viaggio simile, nelle terre più contese da tutte le religioni monoteiste del mondo, la mia parte “speranzosa” ne esce sconfitta alla grande e alcune considerazioni le ho raccolte in questo post).
Avevo letto prima di partire che per vedere e percepire a fondo Israele servisse essere credenti e che per percepire il suo misticismo servisse avere fede. Ora che ci sono stata posso dire che non concordo in alcun modo con questa affermazione. (Chiedo scusa eh, ma millenni di storia sono abbastanza mistici di per sé).
Per viaggiare in Israele e Palestina (per me) oggi, serve ben altro: un po’ di SANA incoscienza e la capacità di non pensare troppo. O diciamo la capacità di pensare per lo più positivo, perché al negativo vi ci faranno già pensare tutti gli altri. E ripeto tutti.
Nel momento in cui anche solo direte che pensate di andare in Israele, le reazioni saranno varie.
- Ma sei fuori?
- Ma non c’é la guerra?
- Sei seria?
- Ah.
- E tua mamma cosa dice?
… Mia mamma non ha detto nulla. Avete presente quei silenzi che si tagliano con un coltello?
E sia chiaro, non nego una certa caga. D’altronde l’anno scorso avevo già comprato i biglietti per poi cestinarli. La paura aveva superato il piacere e ho preferito agire così, e questo lo ritengo un principio sempre valido in ogni singola cosa.
Perché i media ci vanno giù pesante.
Perché ogni singolo post che inizi a leggere sul web parte con: viaggiare in Israele e Palestina è sicuro?
Perché quando i consigli di Viaggiare Sicuri ti dicono di evitare bus, centri commerciali e luoghi affollati ti viene da dire: “E dove caspita posso andare?”.
E comunque io le raccomandazioni antimissilistiche sulla Lonely Planet le ho lette solo nella guida di Israele.
E allora perché partire?
Perché credo fermamente che se fosse così semplice prevedere le disgrazie saremmo tutti centenari.
Perché in Israele scopri che ci sono più vittime di incidenti stradali che di terrorismo.
Perché è un posto che sogno da una vita e ad oggi il rischio è ovunque.
E perché quando prendi l’aereo con mille gruppi di vecchietti in pellegrinaggio sereniiii loro, tutti ghindati, che non vanno neppure a Milano alcuni per paura dei criminali, ma poi prendono i voli e vanno a Gerusalemme e nei territori Palestinesi e tutto questo per vedere dove è nato Gesù?… Accetti che indubbiamente Israele e Palestina esercitano un gran potere. Sulla mente, senza dubbio.
Ma veniamo alla domanda base: viaggiare in Israele e Palestina è possibile senza paura?
E qui ho deciso di darvi 2 risposte.
1. La prima. La mia risposta.
Donna. Poco coraggiosa. Parecchio contraddittoria. Io ho deciso e proposto di andare in Israele. Io l’anno scorso ho prima prenotato e e poi desistito. Io quest’anno ho chiesto al mio moroso se prenotavamo, a 24 ore dalla partenza. Io dopo aver prenotato dicevo al mio moroso: “Ma stare a casa no?”.
“Per chi come me ha la tendenza a farsi qualche pippa mentale, anche se poi si sforza di superarle, dico subito: pensavo molto, molto peggio.
Nonostante nel mentre in cui ero in viaggio sono successe una serie di cose che poi vi dirò meglio, sono riuscita a vivermi tutto con massima intensità rifugiandomi poi nell’ostello per rilassarmi mentalmente solo un paio di ore. Per me viaggiare senza un minimo di paura in un territorio come quello Israelo-palestinese non si può.
Detto questo: ho vissuto uno dei viaggi più intensi e belli della mia vita. E soprattutto quanto credo vi serva sapere: intendo tornare. Una sola volta non basta in queste terre”.
2. La seconda. La risposta del mio moroso. Michele (alias Jimmy).
Uomo. Ingegnere (sì secondo me serve dirlo non per il lavoro, ma per la forma mentis che li caratterizza?!). Molto più sereno e analitico di me. Vive a cuor leggero e decisamente non subisce le pippe mentali di suo. Si sorbisce se mai le mie, ma questo è un altro discorso.
“Non si parla di paura, se mai di timore. In totale tranquillità non si può, ma osservando gli israeliani e i palestinesi ci si sente sereni dal momento che loro lo sono. Ci si abitua con inaspettata facilità a vedere le armi e poi i turisti sono davvero trattati con i guanti visto che da entrambe le parti c’è massima attenzione. O ti leccano il culo, a seconda di come la si vuole vedere”.
Non mi resta che augurarvi buon viaggio, quando e se lo desidererete.
Una cosa è certa: vedere queste terre è un’esperienza unica per tutti.
Millenni di storia non lasciano indifferenti nessuno, figuriamoci chi ama viaggiare e conoscere.
Altri post sul viaggio in Israele:
Cosa serve sapere prima di partire?
Agnese dice
Adorerei visitare un sacco di posti,ma una domanda mi viene e vorrei portela…non è se si possono visitare determinati posti senza paura….ma se si possono visitare con la paura?
Credo che sia normale essere timorosi e si parte sempre con qualcosa che incrina la tranquillità.
Si può godere comunque di un viaggio guardandosi alle spalle?
Simona Scacheri dice
Ciao Agnese! Direi che la tua domanda è giustissima… Me lo sono chiesta anch’io per anni. Alla fine la mia risposta è sì, ma quando sono andata è perché la mia voglia di andare era assoluta e certa! E me lo sono goduta come pochi viaggi al mondo tanta era stata l’attesa 🙂
Claudia dice
Ciao ho letto con piacere il tuo articolo su Israele io molto probabilmente partirò a fine estate per qualche mese, volevo chiederti se l’hai trovata molto cara per vivere, per esempio per uno stipendio medio italiano? Grazie mille
Simona Scacheri dice
Ciao Claudia!
Guarda la risposta è sì!
Sono stata già due volte in Israele e l’ultima subito prima del rock down… Davvero cara per noi italiani!
Come costo vita per dormire e mangiare un 25-30% in più (e io sono abituata a Milano).
Non so ovviamente gli affitti, ma anche sentendo amici è più cara dell’Italia se vai nelle città “clou” soprattutto… Ma ti auguro un’esperienza spettacolare!
Daniele dice
Io pensavo di fare un salto a Gerusalemme. Vale la pena?
Inoltre mi chiedevo anche io quando possa essere sicura questa città e che temperature potrei trovare verso fine agosto.
Ciao