Via Francigena tappa 13: da Garlasco a Pavia
Il sogno è quello di farla tutta. O quasi.
Partire e stare via un mese. Due mesi. Basterebbe anche una settimana o dieci giorni che il fisico in realtà non credo di averlo, ma dal momento che anche i sogni hanno un ordine di priorità, continuo con il mio percorrere la Via Francigena quando ho tempo, facendo tappe di un giorno o di un weekend.
Ovvio, il significato del pellegrinaggio si perde del tutto. Ma non è il mio intento.
In compenso si può usufruire di percorsi già tracciati per godersi l’Italia. Si possono fare delle gite fuori porta di un giorno o di un weekend semplicemente camminando e ammirando quanto circonda. Non me ne voglia chi vede nella via Francigena una via religiosa. Personalmente la interpreto come una via di benessere.
Via Francigena tappa 13
Da Garlasco a Pavia
Facile
Km 25,5 previsti
Km 27 percorsi
Tempo di percorrenza: 5.40 ore tempo totale effettivo (a passo buono)
Sito ufficiale: www.visit.viefrancigene.org
Applicazione: SloWays – semplicemente spettacolare. Divide il percorso in tappe con mappa e segnale gps che vi dice dove siete. Quasi impossibile perdersi!
Note: ho attivato gps quindi i dati sono tutti piuttosto precisi (ammetto che l’ho fatto per curiosità mia, ma almeno ve lo dico).
Viaggio e logistica
Facilissima l’organizzazione in questo caso.
Pavia e Garlasco sono ben collegate da treni con regionali ogni ora (€ 2.90) e gli spostamenti sono semplici. Se fate la tappa di un giorno, potete lasciare auto nel parcheggio della stazione di Garlasco così poi potete recuperare facilmente l’auto quando rientrate da Pavia.
Dormire
Dipende da voi. Pavia è ricca di posti dove dormire, ma nel mio caso sono tornata a casa a Milano che dista solo 30 minuti da Garlasco, poco meno da Pavia.
Via Francigena tappa 13: racconto e descrizione
Come prima cosa, ovviamente, la colazione! In realtà l’avevo già fatta a casa, ma sia mai che mi perdo l’occasione. Ritrovo con Barbì (la mia amica) alle 10.30, non ho ancora capito com’è come non è… siamo partiti per le 11.45.
Nel mentre che eravamo al bar, Barbì commenta: “Beh dai, abbiamo 25 chilometri da fare, la seconda colazione è consentita…”.
Lui, sgrana occhi. Guarda Barbì. Guarda me. E dice solo: “Ma 25 chilometri cosa? Chi ha detto che sono 25? Ma io ho letto 16?”… Michele! Michele ci resta malissimo. Avrei voluto farvi vedere lo sguardo di sconforto appena sentiti i chilometri. Nonostante a livello fisico sia poi quello più preparato, per partito preso, lui, fino al 14 esimo chilometro ha brontolato lo stesso. Così. Tanto per. Poi un panino al prosciutto e una birra, l’hanno rimesso in pace con il mondo e ha proseguito dimenticandosi i km. E poi dite alle donne eh?
Partenza dalla chiesa San Rocco. Se arrivate dalla stazione come nel mio caso, rifarete una strada due volte, come nel mio caso (ma dovevo arrivare all’inizio del percorso a tutti i costi).
Si attraversa il paesino e nel giro di un paio di chilometri massimo si arriva subito fuori iniziando a percorrere una strada sterrata.
Parliamo di una tappa facile, dal momento che è totalmente in pianura. E anche in questo caso le segnalazioni sono OTTIME! Quasi impossibile perdersi.
Dopo un 2/3 chilometri ci si ritrova in una strada sterrata e siete ormai in aperta campagna. Campagna che contraddistingue tutta questa tappa. Risaie principalmente con tanto di aironi in lontananza.
Le strade nel primo tratto sono sterrate e larghe.
A un certo punto si arriva ad attraversare una statale, ed è forse l’unica strada con traffico che si attraversa, il resto della tappa è quasi sempre percorso su strade sterrate.
Si attraversano due paesi dove è possibile prendere cibo o acqua: Groppello Cairoti, abbastanza grandicello, qui si trova tutto, poi si passa da Villanova d’Ardenghi, paesino più piccolo, ma abbiamo trovato comunque un piccolo baretto con panini al prosciutto. Siamo a metà strada.
Dopo Villanova (siamo circa a 14/15 km di cammino) si continua a percorrere strade sterrate e cambia il paesaggio. Si entra nel Parco del Ticino. Come forse sapete, ma se non siete della zona forse vi sfugge, questo Parco è decisamente molto amato. Diversi i punti lungo il percorso dove si incontrano runner o ciclisti, o p Una volta entrati nel Parco il cammino diventa ancora più scenografico.
Si percorre il Parco del Ticino, la strada sterrata diventerà un sentiero per molti tratti e nella parte finale del percorso si costeggia direttamente il Ticino.
Si passa anche da un bar vicino al fiume, posto perfetto per stendersi e buttarsi sull’erba o mangiare gelato, solo che non siamo riusciti a bagnare i piedi. Ci sarebbe piaciuto, ma non c’era accesso al fiume.
Proseguendo si entra in una parte meno frequentata del Parco del Ticino. Siamo negli ultimi chilometri.
La stanchezza alle gambe dopo i primi 20 km, io, la sento, eccome. Non solo, non so se avete presente quanto le mani iniziano a gonfiare causa circolazione? E allora abbiamo iniziato a cercare di mettere in moto la circolazione, così…
Si inizia poi a vedere in lontananza Pavia. Che meraviglia avvicinarsi a ritmo lento ad una città, arrivarci a piedi. Raggiungere la meta con le proprie forze…
L’ultimo tratta è decisamente bello. Sulla sinistra Pavia con i suoi ponti e il fiume in mezzo, di fronte la passeggiata del parco e a lato l’erba.
Si attraversa il ponte e si entra in Pavia. Siete in pieno centro, la tappa finisce in Corso di Strada Nuova.
27 chilometri, e sentirli tutti!
Cose da sapere sulla via Francigena tappa 13: dicesi serpenti!
Io dico, ma di tanti animali proprio loro? Premetto, ne sono terrorizzata! Del tutto. Quindi non sperate in alcuna oggettività da parte mia.
Il primo l’abbiamo visto vicino a un fosso. Temo di aver pure fatto male al braccio di Barbara a cui mi sono aggrappata con forza. Era GIGANTESCO, per fortuna dall’altro lato del fosso rispetto a noi, nero. Lungo e grande. Un disastro per me e Barbì.
Il secondo l’abbiamo visto in mezzo alla strada statale, morto. Era altrettanto GIGANTESCO. Qui è Barbì che temeva fosse vivo che mi ha stretta. E siamo a 2.
Il terzo? UN ALTRO? Sì. Nuovamente morto. E non siamo stati noi.
Ora capite che dopo aver visto 3 e dico 3 presenze, vivi e morti, di serpenti GIGANTESCI in questo percorso il dubbio che ce ne siano tanti, è venuto?
Per questo, Barbì, lungo i sentieri più stretti metteva il turbo per paura dei serpenti… Siamo arrivati con tempi ottimi in quel di Pavia?!
Però ve lo dico, la soddisfazione quando si arriva, è davvero grande!
Via Francigena tappa 13: alcune considerazione del giorno dopo
1. Non ho fatto stretching finale. La sto pagando ancora adesso.
2. Ero morta. Non stanca.
3. Il problema non era tanto camminare, ma rimettersi in moto dopo che si stava fermi.
4. Dovevate vederci: 3 km orari la velocità percorsa dopo la birretta dei vincitori?!
5. La sera sono svenuta sul divano e non ho ricordi.
6. Il giorno dopo? … Ho capito e bene, non c’ho il fisico!
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