Camminare nei territori colpiti dal terremoto: cosa è stato il Cammino della Solidarietà, per me!
Premessa.
Di tanti articoli che scrivo per condividere, dare informazioni o scambiare consigli…
Raccontare le mie visioni, sfogarmi o anche solo farmi due risate, di rado mi viene voglia di scrivere come se lo facessi sul mio diario… Ma questa volta il mio intento è questo: fissare nero su bianco quanto ho vissuto. Quanto ho esperito. Quanto penso però che tutti debbano sapere: la nascita del Cammino della Solidarietà.
La prima volta che ho avuto a che fare con Maurizio (Ornella) era su Vagabondo.
Ero appena diventata Vagabonda Doc, avevo appena dato vita al mio primo trekking auto-organizzato e lui era stato il primo ad iscriversi.
Carico a molla!
Mi chiede numero di telefono e mi chiama: “Ciao Simona, allora organizziamo un sacco di trekking che ne dici? Ho un sacco di idee, ci sono cose bellissime da fare e allora potremmo andare qui e poi là… e poi fare…”.
Io non capivo di che cosa si facesse?! Ma ben presto mi fu chiaro: lui è così per davvero!
Dopo quasi 3 anni da allora di trekking Mauri ne ha organizzati un sacco.
Trekking, cammini, pellegrinaggi, a un certo punto si è pure messo ad andare a fare viaggi in bici da solo: “Simo è bello cambiare, dovresti provare” (mmm…).
Fino a febbraio 2017.
L’apertura del thread su Vagabondo. La creazione dell’evento su Facebook e 5 mila persone interessate nonostante ci fosse scritto “Cammino”.
Televisioni, stampa, 200 iscritti e 2 mesi di lavoro per lui totalmente aggratis, senza alcun ritorno economico.
L’idea è troppo forte e giusta: riunire un gruppo di persone e andare direttamente sui luoghi colpiti dal terremoto per contribuire alla ripresa delle microeconomie, portare un po’ di soldi senza intermediari e magari anche un po’ di sorrisi visto che il turismo è un bene.
Cazzo che idea spettacolo.
Nasce così Il Cammino Della Solidarietà, e nasce proprio grazie a Maurizio Ornella.
Da qui in poi una storia che sa di spontaneità, solidarietà e allegria.
15-16-17 aprile 2017, da Norcia a Leonessa.
Eravamo in 220 o forse più. Di tutte le età. Di ogni parte d’Italia, addirittura un’inglese è venuta per aiutare i paesi colpiti dal terremoto.
Arrivare a Norcia lascia per un attimo senza fiato.
Qui non sono più immagini o frame di video visti sul web, qui è tutto vero.
Veri i muri distrutti, le crepe nelle case, le facciate ridotte in sassi e le zone rosse dove non si può passare. Veri anche i numerosi pompieri che stanno lavorando in piazza a Norcia di sabato mattina alle 8.30 del weekend di Pasqua. Senza interruzione.
Veri i negozietti di alimentari tutti aperti alle 8.30.
Veri i 220 camminatori, pellegrini o cittadini solidali provenienti da tutta Italia che popolano e colorano Norcia con i loro zaini (e gli abbigliamenti da cammino e trekking decisamente “riconoscibili” rispetto a quelli normali eh).
C’è allegria, ottimismo e sferzata di buon umore. Maury ha un sorriso gigante.
Le persone si fermano a chiacchierare, gli abitanti ci chiedono chi siamo, da dove veniamo, come mai ci siamo riuniti, e poi ci ringraziano: “C’è ancora tanto da fare qui, e voi almeno ci aiutate a ricordarlo a tutti”.
Non percepisco mai vittimismo.
“Prima del terremoto queste zone stavano avendo un turismo fiorente. Aiutateci a dire a tutti che possono tornare, gli agriturismi stanno riaprendo e che vogliamo davvero ripartire! E grazie a tutti voi potremo farlo”.
Parliamo di zone dell’Italia spettacolari. Sia per gli escursionisti, che per gli amanti del cibo locale e delle bellezze italiane. Certo, a Norcia dei danni ingenti ci sono, ma nonostante questo il fascino del paese di San Benedetto non è inferiore rispetto a prima.
E allora sorrido, e inizio a godermi il cammino che ripercorre 3 tappe del Cammino di San Benedetto (ve ne parlerò).
Cammino, chiacchiero e me la godo! Mangio, chiacchiero e dormo non appena possibile.
Conosco nuove persone, rido per ogni minchiata e cammino con lo zaino in spalle consapevole sempre più che la gioia e il benessere che mi dà un’esperienza simile, non è facilmente riassumibile.
E’ che mi sembra tutto abbia senso. Mi sento nel giusto. Mi diverto facendo anche del bene, non pare troppo?
E’ che esperienze così ti fanno capire di quante persone splendide ci siano nel mondo e in Italia ed è bellissimo.
(Se volete saperne di più, ecco il gruppo fatto dopo il Cammino). E qui vi lascio il video che ho fatto per ora per Vagabondo, in teoria Michele dovrebbe pensare a fare il nostro, ma nel mentre… Forse meglio guardiate questo! 😉
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