Squilla il telefono.
“Ehy ciao…”
“Simo! Sono disperata felice ma disperata devi aiutarmi. Vado in montagna! O meglio mi porta in montagna il week end e io non ho niente! Fai qualcosa aiutami ti prego! Ma che cavolo mi metto?… É il primo week end che andiamo via insieme io da palombaro non mi concio eh”. (nessuna pausa, neppure per respirare).
Ci sono diversi approcci che caratterizzano una donna che deve andare per la prima volta in montagna, e per di più in inverno o comunque nel periodo invernale, ma quello più comune è sempre lo stesso: la disperazione.
Certo è che se nei corsi di escursionismo o di alpinismo, la prima lezione stessa è dedicata all’abbigliamento e all’equipaggiamento in montagna, l’argomento evidentemente non è poi così banale.
Se poi ad andare in montagna non è solo una donna, ma pure una radical chic, l’argomento si fa degno di approfondimento.
E qui apro una parentesi: non parliamo di “radical chic” nel suo significato letterale o politico!
Sopratutto non parliamo di “radical chic” figlie di papà! (e quindi per forza eliminiamo il significato originale).
Qui parliamo di radical chic moderne, ironiche, e secondo me anche simpatiche… (NB: presto scriverò all’Accademia della Crusca per illustrarle la mia visione del termine, così poi ve la spiegano loro per benino)
Ritornando al punto base…
Cosa mettersi per camminare in montagna quando c’è ancora la neve?
E cosa si mette lei, la radical chic, per camminare in montagna quando ancora c’è la neve?
1. Scarponcini
Tutti: Questo è il capo più importante. Gli scarponcini devono essere buoni, inutile raccontarsi storie.
E quindi badate che siano tecnici. Performanti. Impermeabili. Devono essere in grado di stare nella neve senza far passare l’acqua. Comodi per quanto possibile, ma siccome siete in inverno sarebbe meglio prendere dei semi-rigidi adatti anche per ferrate o semi-ramponabili (già che fate investimento, prendeteli come si deve).
Radical chic: “Rampo… che”? Per lei gli scarponcini devono essere economici, comodi e ancora parecchio economici! Non le interessa se si bagnerà un po’ i piedi perché tanto non ha idea di cosa significhi stare con la neve fino alle caviglie per ore, ma già si immagina con i piedi davanti al fuoco e l’immagine le evoca qualche film che ha visto e ci tiene a viverla!
Ma soprattutto non sa se tornerà mai più in montagna, fino a ieri andava al mare! Non è che può sapere se la montagna le piacerà per più di un paio di settimane o se dopo inizierà magari paracadutismo… Certo è che sarebbe un investimento quando mai incauto!
2. Ghette
Tutti: sono sufficienti delle ghette che trovate in vari punti vendita, non serve spendere tanto, ma vanno messe per evitare che la neve vi entri nelle caviglie.
Radical chic: “Ma che belle che sono, mi stringono un po’ i pantaloni in fondo e poi coprono gli scarponcini. Secondo te sono meglio quelle grigie o quelle nere?”. Per me, grigie, staccano un po’.
3. Calze
Tutti: i calzettoni sono decisamente importanti, visto che permettono di evitare le vesciche in molti casi, e tengono il piede al caldo. Il costo sale un po’, ma sarebbe il caso di comprare quelli previsti per l’escursionismo.
Radical chic: rifiuta l’idea di dover spendere circa € 18 per un paio di calzettoni. E quindi si mette le sue calze di spugna. Solo la seconda volta, se mai ci sarà, valuterà di ascoltare i consigli di chi ha già esperienza…
4. Pantaloni
Tutti: servono impermeabili, essendo a contatto con la neve viene da sé, e adatti al movimento.
Radical chic: pantaloni di velluto! Lei mette i pantaloni di velluto: quelli larghi (mi avete detto che devono essere comodi no?), quelli che finiscono in fondo alle scarpe (perché andavano di moda così) e quelli che una volta bagnati, devono stare 2 giorni davanti al fuoco per asciugarsi! Ma vuoi mettere che fighi che sono?
5. Maglietta intima/t-shirt
Tutti: consigliate le magliette termiche, e quindi tecniche. A maniche lunghe o corte, come preferite, purché siano di materiale tecnico di modo che il sudore possa uscire e traspirare. Portate comunque un ricambio e cambiate la maglia a contatto con la pelle non appena vi fermate onde evitare di restare sudati al freddo.
Radical chic: Giammai! Lei rifiuta categoricamente le magliette termiche o meglio tecniche e quindi fatte di materiali sintetici a causa dell’odore acre di sudore che queste maglie emanano… E quando le si fa presente che è anche una questione di peso (le tshirt tecniche sono molto leggere e funzionali, si asciugano in poche ore)… lei risponde che preferisce una tshirt di cotone, che quando zuppa di sudore ripiegherà in un sacchetto di plastica e si porterà in giro per due giorni bagnata. Ma tanto, non cambia idea. Lei preferisce così…
6. Pile
Tutti: un bel pile di peso medio è sufficiente per escursioni invernali. A seconda poi dell’altitudine che raggiungete potete sceglierne il peso e le caratteristiche tecniche.
Radical chic: ne porta due. A volte tre. Che a lei questa storia che un pile sia sufficiente non la convince molto, perché fa freddo, e se poi ha troppo freddo si innervosisce, e tanto lo zaino se lo porta da sola mica chiede nulla a nessuno, ma un solo pile è poca roba, quindi ne prende uno leggero, uno medio e uno di ricambio nel caso in cui si sporchi mentre mangia i pizzoccheri!
7. Giacca vento/anti-vento
Tutti: a seconda del mese scelto, e dei gradi previsti… Comunque l’anti-vento è essenziale. Spesso si indossano piumini che hanno il grande confort di tenere caldo, ma che se si bagnano diventano un peso inutile. Meglio quindi delle giacche a vento in gorotex adatte al movimento o degli anti-vento con spessori interni per l’inverno. Che siano impermeabili.
Radical chic: nell’armadio ha solo una giacca vento di anni e anni fa. Spesso di taglie e misure variegate, a volte troppo grande, altre volte troppo piccola e se la parte “economica” vince, decide di rinunciare allo stile in virtù del risparmio.
Se invece l’investimento va fatto per forza, inizia a guardare i capi sulla base del prezzo per poi ritrovarsi a comprare un pile anti vento che è costato il doppio degli altri pile, ma che di certo non svolge le funzioni di una giacca vento!
Nel mentre ai 3 pile che aveva previsto, aggiunge anche una felpa, di quelle non me mancano mai.
8. Occhiali
Tutti: a specchio.
Radical chic: quelli che ha! Rayban o Gucci o Persol o occhiali presi alla bancherelle? Ecco! Praticità, e pure un tocco di stile.
9. Berretto
Tutti: semplice berretto di lana.
Radical chic: semplice berretto stile rasta-jamaica o bohemien-parigi che piega un po’ sulla sinistra di modo che il ciuffetto della frangia resti visibile?! (rigorosamente in modo casuale, ovviamente)
10. Zaino
Tutti: ergonomico, che permetta alla schiena di stare dritta e non limiti in alcun modo il movimento. Importante che si possa legare anche alla vita di modo da distribuire il peso.
Radical chic: alle prese con lo zaino leggermente pieno, decide di scendere a patti. E non tanto per le questioni tecniche, è che nel suo zaino i pile non ci entrano e almeno in questo caso compra lo zaino? Oppure chiama un amico e se lo fa imprestare, ma le va riconosciuto che lo capisce da sola!… Lo zaino di tessuto, in montagna, non va proprio bene.
Neppure per lei!
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