Premessa: “Andiamo al fiume e campeggiamo lì?”. A questo aggiungete semplicemente una serie di urletti vari, gridolini sparsi e un sacco di vocali atte a significare che il mio entusiasmo non trovava parole di senso compiuto…
L’occasione si era creata dal nulla e sempre nulla era la mia organizzazione in materia, ma ammettiamo pure che questa volta non andavo via da sola e tutto sommato, dal momento che la compagnia scelta era maschile, lasciarsi condurre da lui mi sembrava un’ottima (e comodissima) idea.
“Ma questo weekend vai via con lui?”
“Esatto, si parla di campeggio libero al fiume. Vuoi che aggiunga altro?”
“Vabbeh, qui gli piace vincere facile”.
Gli scambi con la mia Amica sono sempre brevi, ma più che esaustivi… Ma procediamo con ordine.
Destinazione Moraduccio, Appennino Tosco – Emiliano, alla fine dell’Emilia Romagna o inizio della Toscana (praticamente vedete cambiare il cartello da Emilia Romagna a Toscana e inizia subito il borgo di Moraduccio).
Una volta attraversato il paesiello c’è una strada che scende sulla destra e che porta al fiume Santerno.
Strada asfaltata e facile da percorrere e dopo poche centinaia di metri un parcheggio per le auto, da quel punto serve proseguire a piedi (o in 4X4).
Bastano pochi passi in realtà e vi ritrovate subito al fiume che, sorpresa, offre anche una cascatella decisamente scenografica. Io ammetto che mi guardavo attorno abbastanza stranita, non andavo al fiume da una vita.
Nei miei ricordi di tanti scenari suggestivi, il fiume non rientrava tra questi… E invece Moraduccio merita!
Una parete di roccia frontale che cade a picco sul fiume, una ricca vegetazione a fare ombra e l’acqua del fiume di colore verde intenso (che non ho detto che è pulita o meno, ho solo detto che è verde).
Ovviamente però l’obiettivo del “mio fiume” era grigliare e poi se mai trovare da accamparsi per la notte, con il piccolo dettaglio che io, come detto, non avevo pensato a nulla (e vabbeh), ma neppure credevo servisse farlo.
Forse anche per questo lui ai miei occhi è apparso come l’eroe senza ombra e senza macchia capace di sopravvivere in mezzo a luoghi selvaggi (che poi uno dice che i film non rovinano le menti femminili).
E allora ho scoperto e ammirato, ops… intendevo osservato quanto segue:
1.
Per grigliare al fiume “tocca” portarsi le cose necessarie ovvero per quanto sarete vicini alla macchina, “tocca” comunque scarpinare carichi come dei muli e in virtù della ben amata parità, i pesi si dividono (che io ancora devo capire se noi ci abbiamo guadagnato con questa storia della parità e dell’indipendenza eh…)
2.
Arrivati al fiume si sceglie un posto riparato dal vento per accendere il fuoco (ma se tanto non c’era? Fa nulla, meglio dirlo lo stesso).
3.
Le griglie serve portarle da casa (forse fino a qui ci arrivavo pure io, lo ammetto).
4.
Si scava una sorta di leggera buca rettangolare (ora io credo che quadrata vada bene lo stesso)
5.
Si cercano delle pietre per potervi mettere sopra la griglia (e già qui lo guardavo stranita)
6.
Si mettono i giornali portati da casa (che precisione!)
7.
Tocca poi cercare della legna che sia asciutta per creare la brace… e no! Serve legna asciutta e non basta sradicare i rami al sole, ma quando vedete lui staccarne alcuni, prenderne altri e arrivare con un sacco di legna tra le braccia nel mentre in mano voi avete ancora 3 ramoscelli… (Altro che vincere facile… Si chiama giocare scorretto!)
8.
Nella “buca” si mettono poi i giornali e la legna con alcuni rami disposti a forma piramidale (immagino che non fosse per semplice coreografia).
9.
Si accende il fuoco con l’accendino, che anche se fa meno figo rispetto ai metodi primitivi, ci piace lo stesso!
Risultato finale? Avete presente quei film dove lui e lei si ritrovano su un’isola deserta e lei, ovviamente, non sa fare nulla… E lui, immancabilmente, crea e disfa e fa e appare come l’eroe che non deve chiedere mai? E lei lo inizia a guardare con occhi adoranti? Ecco! Solo che in questi film, diciamolo, non fanno mai vedere cosa succede quando i due malcapitati tornano a casa… Dite che è un caso?
PS: Per la cronaca no, non ci siamo accampati lungo il fiume, a quanto pare non sarebbe la cosa più saggia da farsi e il cartello che vietava il campeggio nel raggio di 500 metri di distanza dal fiume non sembrava venirci incontro.
Beppe dice
E’ proprio dove vado ogni week end (meteo-Giuliacci permettendo)!!!!!
Ho beccato due giorni di pioggia in tenda……e non è proprio consigliatisssssimo stare vicino al fiume e alla parete rocciosa in quelle circostanze e non. ……. per due semplici motivazioni :
A) Possibili piene improvvise del fiume
B) La roccia delle pareti è molto fragile……e capita spesso e volentieri che qualche pezzo si stacchi……meglio stare alla larga con la tenda!
(Ma come citavi in un altro articolo, basta avere la birra e tutte queste preoccupazioni svaniscono 🙂 )
Simona dice
Delle piene lo sapevo, ma che lì ci fosse la parete friabile forse no!!! Ottimo a sapersi, anche se in effetti no, quella zona non è assolutamente adatta al campeggio libero… E pensa che ero andata poi in giro a cercare altre zone, ma senza fortuna! Anch’io spero di tornarci presto, e grazie per i tuoi consigli! 😉
(ahahahaha, siamo d’accordo quindi 😉 )