di Gabriella Fioretta
Dal Kerala al Tamil Nadu: l’India del Sud è un viaggio diverso.
Inatteso e per molti speciale.
Se per anni e anni si tendeva a visitare solo le meraviglie dell’India del Nord, pian piano, anche l’aspetto più naturalistico e spirituale del sud è emerso.
Qui vi racconto l’itinerario classico di questa parte del Paese che tocca la regione del Tamil Nadu e quella del Kerala.
Indice degli argomenti
Come organizzare un viaggio in India del Sud?
Per l’organizzazione di questo viaggio personalmente mi sono rivolta ad un tour operator e mi sono trovata molto bene.
Un auto tutta per noi con guida e autista! Abbiamo deciso di trattarci bene per questo itinerario Tamil Nadu. Dormivano in alberghi 4 stelle o a volte 3 stelle (non sempre sono presenti strutture di alto livello). Il tour era già organizzato e quindi diventava tutto più semplice. La sera mangiavamo in hotel come da programma e il pranzo era libero. Una modalità che ci ha permesso di viaggiare serenamente e senza particolari difficoltà.
Le modalità di viaggio però sono tante e quella indipendente per chi è giovane risulta sicuramente la migliore e la più economica.
Quanti giorni sono necessari per la visita?
Naturalmente non c’è una risposta univoca a questa domanda, solo che me la sono sentita fare talmente tante volte che mi sento in dovere di dare una qualche risposta.
Noi abbiamo impiegato 10 giorni per vedere le cose principali dell’India del Sud con un ritmo serrato, ma soprattutto con la presenza di un’autista a nostra disposizione.
Diversamente serve tenere presente che il tempo necessario può essere di più.
Quando andare?
Essendo uno Stato così immenso il meteo migliore per visitare l’India del sud varia a seconda degli stati che si vogliono vedere.
Nel caso del Tamil Nadu parliamo di uno stato che ha una situazione più stabile di altri, ma presenta temperature molto alte da aprile/maggio a luglio (con punte che arrivano anche oltre i 40 gradi), mentre si troveranno più precipitazioni nei mesi di ottobre e soprattutto novembre.
A voi la scelta quindi sulla base delle possibilità delle vostre ferie.
È sicuro viaggiare in India del Sud?
Viaggiare in India non è mai facile, ma non per questione di sicurezza bensì per impatto emotivo.
Tutto quello a cui siamo abituati nel nostro mondo occidentale potrebbe subire qui dei veri e propri stravolgimenti… Ma detto quanto ovvio in merito, viaggiare in India del Sud al momento della stesura di questo articolo non prevede controindicazioni o particolari problematiche di sicurezza.
Resta sempre importante tenersi aggiornati e consultare viaggiare sicuri prima di ogni decisione dal momento che le situazioni possono cambiare (sempre) con grande velocità.
Cosa vedere nel Tamil Nadu?
La regione del Tamil Nadu colpisce per la sua varietà di luoghi d’interesse, per i suoi templi e per la bellezza che caratterizza questa parte d’India del Sud.
Il mio primo incontro con l’India (per me) era stato il Rajasthan, ma mossa da desiderio di ritornare in questo immenso Paese, mio marito ed io abbiamo scelto di tornare e percorrere l’India del Sud a partire dalla regione del Tamil Nadu.
Dove si trova il Tamil Nadu?
Siamo nell’India del Sud e il Tamil Nadu è uno dei 29 stati federati e territori dell’India con Chennai come capitale.
Qui si parla il Tamil come lingua principale, ma anche l’inglese.
Mappa
Tappe e itinerario Tamil Nadu
L’impatto con l’India del Sud è stato totalmente diverso rispetto a quello con l’India del Nord.
Diversa la vegetazione, i templi e poi una folla immensa di indiani in adorazione e tu ti trovi ad essere l’unico occidentale in mezzo a loro.
Già al secondo giorno però non ti senti più “isolato”. La gentilezza, la cordialità, la disponibilità di questa popolazione ti coinvolge totalmente…
Ma ora vi vado a raccontare le cose principale da vedere e da sapere per organizzarsi.
Milano – Chennai
Volo con scalo a Doha e infine arrivo a Chennai (capitale dello stato dell’India del Sud-Est Tamil Nadu) alle ore 3. All’uscita dall’aeroporto ci accoglie un caldo incredibile con 37/40 gradi (temperatura che ci ha accompagnato per tutti i 15 giorni) e qui abbiamo incontrato la nostra guida che ci avrebbe “accudito” nei giorni a seguire.
(Parentesi)
Sia mio marito che io, non parliamo inglese! Per nulla. Inoltre era la prima volta che partivamo totalmente da soli affidandoci a un’agenzia in loco e per farla breve, non ci dormivo di notte.
Di voli ne abbiamo presi tanti quindi mi consolavo dicendo “Se cancellano qualche volo e non lo capisco dagli annunci, beh… Pazienza. Non mi fanno salire sull’aereo quindi capirò che qualcosa non va”.
Ma se quando arrivo a Chennai la guida che ci deve venire a prendere non c’è? Ma io a chi chiedo? Ma io come glielo chiedo soprattutto? Già immaginavo mio marito e me in un aeroporto indiano a cercare di farci capire, a gesti?! (Mia figlia ci chiama da tempo “Gianni&Pinotto”, la sciocca!).
Comunque la guida è arrivata!
Chennai – Mamallapuram – Pondicherry
Da Chennai, dopo un paio di ore di sonno siamo pronti per Mamallapuram, sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Qui si può trascorrere un’intera giornata esplorando i templi e le incisioni rupestri nei dintorni.
Lo Shore Temple affacciato sul mare è pura poesia scolpita nella roccia. Pare che sia l’ultimo di una serie di edifici che si estendevano lungo il litorale, oggi sommersi. Questa teoria acquistò credibilità durante lo tsunami del 2004 quando le acque ritirandosi svelarono le sagome di quelli che potrebbero essere stati templi gemelli.
Five Rathas sono altri templi ricavati da singoli blocchi di roccia, ogni tempio è dedicato a una divinità hindu. Sepolti per secoli sotto la sabbia, furono riportati alla luce 200 anni fa.
Arjuna’s Penance, beh se i templi non fossero sufficienti a risvegliare il vostro interesse sicuramente lo farà questo bassorilievo.
Lasciata Mamallapuram, arriviamo a Pondicherry, una cittadina che in alcune parti conserva il fascino dei tempi in cui era sotto il dominio francese: viali alberati, case color senape, ma oggi é una città del Tamil Nadu con caos, clacson e grida.
Pondicherry – Tanajore
Da Pondicherry ci spostiamo a Chimbaran Nataraja Temple il grande complesso religioso dedicato a Shiva come danzatore cosmico. Ci sono quattro gopuram (le torri monumentali poste all’ingresso dei templi) decorati con sculture in pietra che rappresentano varie divinità. L’ingresso principale illustra le 108 posizioni sacre della danza classica tamil.
Qui abbiamo assistito alla cerimonia del fuoco che si svolge sei volte al giorno. Suoni di tamburi e campane mentre i lumini ad olio vengono fatti passare sotto la statua delle divinità assicurandosi così la continuità del ciclo della creazione.
E poi il momento pranzo. Abbiamo mangiato lì del riso con pollo offerto dai pellegrini, servito dentro una foglia di banano che fungeva da piatto, seduti per terra nel cortile del tempio mentre davanti a noi un elefante benediceva per pochi spiccioli una lunga fila di indiani (noi compresi) appoggiando la proboscide sulla testa e, subito dopo, ritira il compenso a lui dovuto.
Proseguiamo poi il tour della giornata visitando Brihadishawara Temple, tempio indù dedicato a Shiva patrimonio Unesco.
A Tanajore la passeggiata serale prima di cena diventa impegnativa in quanto le strade non hanno marciapiede e quei pochi esistenti sono occupati da ambulanti, mucche e “varie”.
Rinunciamo quindi ed andiamo a cena, dove ormai siamo abili nel dire “NO SPAISI” (si scrive così? L’ho detto che non so l’inglese), di modo che le spezie ci saranno comunque ma almeno in modo accettabile.
Per chi ama le spezie invece una colazione deliziosa è “Idly” tipico del sud dell’india. Assomigliano a delle polpette a base di riso accompagnate da spezie e peperoncino.
Una cosa a cui tiene molto mia marito è la birra! E per berla ci sono solo due possibilità (non esistono bar qui):
1. O al ristorante, ma solo alcuni la tengono in quanto devono pagare una tassa aggiuntiva e quindi la si trova solo nei ristoranti di alto livello
2. Oppure presso i distributori statali dove costa pochissimo però la coda è molto lunga e i clienti (dato che viene venduta insieme agli alcolici) abbastanza alticci.
Diciamo che dopo un po’ di giorni in cui ci eravamo ambientati, andavamo qui a prendere le birre. E riuscivamo anche a parlare! Tanto, noi non sapevamo una parola d’inglese… Loro erano ubriachi… Insomma ci si capiva!
Tanajore – Trichy – Tanajore
Trichy-Sriranganathaswamy sembra una città più che un luogo di culto. Grandioso, con gopuram colorati, anche se la parte accessibile ai non indù non è molto ampia. Salendo sulla cerchia muraria si possono ammirare 21 gopuram.
All’interno innumerevoli edifici sacri. Si superano i cortili dei mendicanti, dei mercanti, dei brahmini poi delle divinità minori per giungere nella zona sacra interna dedicata a Visnu dormiente su un letto di naga.
Per chi non fosse ancora appagato, Rock Forte domina la città e ospita due templi raggiungibili tramite una scalinata di 540 scalini, inutile dire che la fatica viene ampiamente ripagata.
Tanajore – Madurai
Siamo alla fine del Tamil Nadu e con Madurai finiranno anche i templi. Credevo di avere già visto templi meravigliosi ma lo Sri Meenakshi dimora della dea con tre seni e gli occhi di pesce (nella poesia tamil occhi di pesce equivale a occhi perfetti) è stato definito la massima espressione dell’architettura del sud!
Per la visita non si possono portare borse, zaini etc. e soprattutto non si possono fare fotografie né riprese varie.
Una cosa che ho imparato in questo itinerario Tamil Nadu e che andrebbe tenuta a mente: quando chiedete ad un indiano di scattare una fotografia se scrolla la testa a destra e sinistra vuol dire che è d’accordo (anche se per noi sarebbe un no) se vi guarda fisso negli occhi vuol dire che non è d’accordo.
Per finire a Madurai siamo passati anche dal museo di Gandhi, e a dire il vero ne ero contenta! Il museo di per sé racconta per lo più la storia dell’India, non ci sono grandi capolavori, ma dopo tutti questi templi… una “botta di varietà” mi serviva.
Cosa vedere in Kerala?
Dal Tamil Nadu si prosegue in Kerala, stato dell’India Meridionale che occupa la costa sud-occidentale e che si distingue per un alto tasso di alfabetizzazione rispetto alle altre aree del Paese.
Tappe e itinerario in Kerala
Il Kerala è famoso per la sua costa, per le houseboat e per il suo litorale.
Se solitamente le immagini che più caratterizzano l’India prevedono templi e persone, in Kerala si trova acqua e cielo blu.
Oltre alla buona situazione di alfabetizzazione inoltre, il Kerala ha anche una situazione economica migliore di tante altre parti del Paese ed è una delle pochi parti dell’India a non essere stata colonizzata dagli inglesi.
Quali sono quindi le tappe principali da fare?
Madurai – Periyar (135 km, 5 ore)
Devo dire che in India ho iniziato a pregare piuttosto spesso, soprattutto in macchina dal momento che sulle strade indiane vige una totale mancanza di regole: vince il più grosso, quello che suona più forte (abbiamo visto dietro alcuni camion la scritta “Se vuoi passare, suona”).
Periyar Wildlife Sanctuary, ovverola riserva naturale più nota dell’India Meridionale con 800 kmq di territorio e un lago artificiale di 26 kmq.
Per visitare la riserva ci sono vari tipi di escursioni, noi abbiamo scelto il battello, ma questa modalità onestamente non la consiglierei.
Il battello era super affollato e molto rumoroso quindi, non saprei dire se per questo motivo o altro, abbiamo visto pochi animali, e il vociare era tale da impedire di apprezzare a pieno il paesaggio.
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Periyar – Kumarakom (185 km, 5 ore)
Per arrivare a Kumarakom abbiamo attraversato montagne interamente tappezzate da piante di the, uno scenario veramente affascinante.
Dovendo dire a me ha colpito molto e quindi la considero una cosa da non perdere, parlo del Kathakali ovvero il teatro-danza indiano originario del Kerala di circa 500 anni fa.
I personaggi rappresentati appartengono al mondo del mito e della leggenda. Con la loro elaborata gestualità, il pesante trucco che rende i volti simili a maschere, gli attori raccontano le loro storie (amore, tradimenti, buoni, cattivi) tramite precisi gesti delle mani ed espressioni del viso. Una rappresentazione interessante.
Kumarakom – Alleppey (houseboat)
Proseguiamo il viaggio e ci addentriamo nel cuore verde. Il Kerala ha una vegetazione rigogliosa e lussureggiante: “backwaters”, 900 km navigabili di lagune, laghi collegati da canali, e esplorarli è il minimo.
Partiamo da Alleppy su una houseboat, queste barche un tempo usate per il trasporto del riso, sono oggi veri e propri alberghi disponibili in più versioni e con relativi prezzi.
La nostra houseboat ha due camere da letto con aria condizionata, ventilatore e bagno privato, un grande ponte per distendersi e guardare il paesaggio, una cucina dove preparano i nostri pasti.
Partiamo e comodamente seduti vediamo scorrere davanti a noi un mondo totalmente sconosciuto. Non ci sono più macchine, moto, autobus ma solo canoe cariche di pesci, verdura, mattoni, animali.
Sulle rive dei canali case, chiese e templi. Qui la gente lava i piatti nel fiume, i bambini giocano nel fiume, le donne e gli uomini si lavano nel fiume (le donne sono completamente vestite) e le donne ci fanno anche il bucato dentro. Sbattono i panni su dei massi con tale vigore che, ho pensato, se fossero abiti di H&M o altri simili, li laverebbero una sola volta!
Alle 5 del mattino siamo svegliati dai canti provenienti dalla sponda opposta del fiume…
Vorrei fare però una precisazione che, data l’età, è quantomeno pertinente…
Alle 5 mio marito ed io eravamo sfiniti da una notte insonne, e non perché il luogo così romantico aveva invitato a una notte di folle amore, ma semplicemente perché avevamo passato la notte con la seguente modalità:
a) accendi l’aria condizionata (un caldo terribile), ma questa puntava direttamente sulla mia persona
b) chiudi l’aria condizionata (si muore dal caldo)
c) accendi il ventilatore, ma questo puntava direttamente su mio marito…
Quindi il problema era domani mattina avremo mal di schiena, il raffreddore, la tosse eccetera eccetera.
Comunque alle 5 siamo “già” svegli.
Gli indù a quest’ora adorano le loro divinità nel tempio recitando i mantra, i muezzin chiamano i mussulmani alla preghiera e gli indiani cristiani suonano le campane e cantano i loro inni sacri.
Alleppey – Kochi
Dopo colazione ritorniamo al porto di Alleppey e da lì in circa due ore siamo a Kochi città sul mare arabico dove erano trattenuti i nostri Marò e davanti all’ambasciata italiana una piccola folla urlava e sventolava le foto dei pescatori morti… (Io in estremo silenzio).
Visitiamo la Marina con le reti dei pescatori cinesi (queste reti immense si possono utilizzare solo con l’alta marea e richiedono l’impiego di almeno quattro persone).
Continuiamo con la chiesa di San Francesco dove erano custodite le spoglie di Vasco de Gama, la Jet Town, il quartiere ebraico, la sinagoga e il palazzo Mattancherry con splendidi dipinti murali conservati straordinariamente.
Esiste un pluralismo religioso in Kerala che consente alle diverse comunità di credenti (indù, cristiani e mussulmani) una convivenza pacifica che sarebbe auspicabile in tutto il mondo. Qui fu costruita la prima chiesa cristiana nel 1500 a Fort Kochi (i cristiani sono il 30% della popolazione) accanto si trova una moschea ed un tempio indù, non lontano da qui una sinagoga e, ovunque in Kerala, ci sono le bandiere rosse con la falce e il martello.
Il Kerala è governato infatti fin dal 1957 da un governo comunista, liberamente eletto, che governa tutt’ora e qualche risultato è stato ottenuto: alfabetizzazione del 91%, aspettativa di vita più alta, e ridotta la mortalità infantile. Detto ciò moltissimi giovani sono costretti ad emigrare in Medio oriente per mantenere se stessi e aiutare la famiglia…
Kochi – Kovalam (180 km, 5 ore)
Alla fine approdiamo a Kovalam dove trascorriamo due giorni di totale relax al Resort Uday Samudra che consigliamo vivamente.
Kovalam – Trivandrum – Doha
Il nostro volo partirà alle 4,40 da Trivandrum con scalo Doha, ma essendo partiti con un’ora di ritardo abbiamo poi stazionato per ben 5 ore nella sala d’attesa di Doha in attesa del volo successivo alle 14,15…
Ma anche questa volta sono tornata a casa stanchissima ed euforica, e con la voce bassa…
E sì, lo consiglierei senza nessun dubbio. L’India o la ami o la odi, si dice, e io appartengo a coloro che la amano.
Lellina dice
grande Gabry!!!!!!!! grande amica mia!!!!!!!
GISELLA VALLI dice
ho letto e riletto il tuo viaggio con un punta (anzi un grosso punteruolo) di invidia !
racconta ancora amica mia…fammi sognare !
bacio
Lellina
Jules dice
Non ho mai sentito parlare molto di questa zona dell’India, un articolo super interessante! 🙂
Pietro dice
Molto interessante.
potresti indicarmi il nome del tour operator indiano a cui vi siete rivolti ?
grazie
Simona Scacheri dice
Organizzato attraverso l’Italia con il tour operator Vagabondo Viaggi, ma adesso i viaggi sono diversi.