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Monte Ortigara e Caldiera: escursione imperdibile ad Asiago
Il Monte Ortigara si trova nell’Altopiano di Asiago, ovvero un insieme di 7 comuni racchiusi nella provincia di Vicenza (in Veneto) e insieme alla cima Caldiera è stato il protagonista scelto per il mio Trekking sull’Altopiano di Asiago.
Siete mai stati in questa zona?
Il paesaggio dell’Altopiano è diverso da quello a cui siamo abituati fatto di valli o montagne. Qui si lascia l’autostrada per iniziare a salire (come sempre) solo che anziché ritrovarsi tra tornanti e paesini arroccati si arriva a un certo punto ad una grande pianura in quota.
Siamo a una media di 1000- 1100 metri con cime attorno che raggiungono anche i 2300 metri... Una cartolina!
Difficile da spiegare (per me, c’è gente che sarebbe capacissima!), ma quanto vorrei trasmettervi è l’effetto novità che il paesaggio suscita non appena si arriva qui.
Io ho avuto occasione di passare alcuni giorni tra questi paesi testando l’ospitalità della rete Feel Good L’Altopiano e posso assicurarvi che sì, sono stata un gran bene! Ho goduto a fondo dell’Altopiano di Asiago, a partire dal cibo (ovviamente) per arrivare alla mia passione: il trekking.
E qui vi vado a raccontare un’escursione 10 e lode, molto panoramica, che tocca punti di grande impatto storico e adatta agli escursionisti.
Mappe utili per l’escursione
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Monte Ortigara: come arrivare
La prima cosa che devo raccontarvi riguarda il come arrivare al Monte Ortigara e alla Cima Caldeira e soprattutto spiegarvi cosa sia questo “piazzale Lozze” che sui vari siti online ho sempre trovato contraddistinto semplicemente dal termine piazzale Lozze, e da brava cittadina quale sono io davo per scontato fosse un piazzale in mezzo a un paesino e invece… No.
Precisiamo quindi subito… per arrivare al Monte Ortigara e iniziare l’escursione si possono fare due strade:
1. A piedi, allungando quindi considerevolmente il trekking di cui ora vi andrò a raccontare
2. In auto, percorrendo un 20 km di strada STERRATA e per certi tratti dissestata (ma fattibile con ogni auto, solo andate piano), mentre nella parte finale del della strada nel comune di Canove di Roana è asfaltata (evviva).

piazzale Lozze
Piazzale Lozze: dove si trova
Piazzale Lozze è in realtà un grande parcheggio che si trova direttamente sotto i monti dell’Altopiano di Asiago.
Non è un piazzale cittadino, bensì è un punto geolocalizzato e già inserito in un contesto naturale e di montagna e questo va tenuto ben presente per diverse ragioni:
- i cellulari non prendono più (poi salendo prenderanno)
- per arrivare a piazzale Lozze serve fare una strada sterrata che se presa nel verso giusto è fattibile da tutte le auto,
se invece si sbaglia direzione e si prende la sua “parallela” si rischia seriamente di spaccare tutto se non avete un fuoristrada. - Attenti al navigatore!
Seguitelo solo sul tratto asfaltato, ma una volta che inizia la sterrata non badateci più e seguite al bivio MONTE ORTIGARA - In caso vi succeda come a noi che non sapendo abbiamo sbagliato strada seguendo il navigatore, vi dico con un francesismo: sono cazzi!
Se avete una Peugeot come la mia o una macchina bassa qualunque, vi ritroverete in uno sterrato da fuori strada o enduro con dei tratti davvero non adatti alle auto normali.
Io credo di non aver mai tenuto così tanto gli occhi chiusi e detto tutte le preghiere che potevo dire nella speranza di non lasciare lì la macchina dal momento che sarà vecchia eh, ma ho solo quella… (special thanks a Michele che ha saputo guidare e ha saputo anche impedirmi di farlo io quando nel panico volevo farlo io per andare ancora più piano rispetto ai 20 allora).
Quindi: DIREZIONE MONTE ORTIGARA e per quanto sia possibile trovare la sterrata con qualche parte meno piacevole, non temete che la strada giusta si può fare anche con i camper (ne abbiamo visti 2) e soprattutto nei mesi di luglio e agosto visto che fanno ogni anno i lavori di ristrutturazione a fine giugno
(io ovviamente ci sono andata a inizio giugno, e via!).

Questo il bivio, seguire Monte Ortigara
Battaglia dell’Ortigara
Non credo si possa parlare di un trekking al Monte Ortigara senza spiegare un attimo cosa fu la Battaglia dell’Ortigara che si tenne qui.
Questa zona fu teatro della prima guerra mondiale e si trovano davvero tanti reperti e testimonianze di quanto accadde nel 1916/1917.
In particolare modo tra il 10 e il 29 giugno del 1917 qui si tenne la tremenda battaglia del Monte Ortigara.
Gli italiani guidati dal generale Ettore Mambretti cercarono di riconquistare il territorio contro gli austro-ungarici e la battaglia fu alquanto cruenta al punto che si parla di migliaia di morti e dispersi.
Parlare o camminare in queste zone senza essere consapevoli delle tragedie che si consumarono qui poco più di 100 anni fa non si può.
E per quanto il paesaggio sia talmente bello da distrarre e lasciare delle sensazioni di pace, conta almeno ricordare e rispettare il ricordo di quanto accadde qui.
Ma ora torniamo leggeri e parliamo del meraviglioso trekking al Monte Ortigara con variante ad anello alla Cima Caldeira.
Trekking al Monte Ortigara con aggiunta cima Caldiera: il percorso
Partenza: Piazzale Lozze
Arrivo: Piazzale Lozze
Giro ad anello
Dislivello: 649 metri a salire
Durata: 3 ore in movimento senza pause (con le pause ci abbiamo messo un 5 ore)
Sentieri CAI: 840 – 841
NB: vi lascio la traccia che aiuta sempre ma ricordatevi che non le pulisco e quindi trovate gli errori e soprattutto in questo caso io sono partita da 2 km prima di piazzale Lozze perchè avendo sbagliato strada sterrata abbiamo scelto a un certo punto di farla a piedi.
Il percorso originale è solo l’anello che si vede.
Da piazzale Lozze alla Cime Caldeira: prima parte del trekking
Partendo da piazzale Lozze (o meglio il grande parcheggio chiamato così) si inizia subito a salire per una stradina/sentiero molto largo in mezzo al bosco.
Ci si allontana pian piano dal parcheggio e ben presto si arriva a vedere la scena aprirsi… Con le Dolomiti che si stagliano sullo sfondo.
Io sarò ripetitiva ma i trekking panoramici mi emozionano e qui l’emozione parte quasi immediatamente essendo un percorso quasi sempre con grandi scenari a vista.

Miche e io sull’Altopiano di Asiago in uno dei rari selfie con occhi aperti
Si sale molto agevolmente su strada sterrata larga e anche se il sole batte come nella giornata in cui eravamo su noi, un leggero venticello rende tutto perfetto.
Ben presto si arriva alle prime gallerie di Cima Caldeira, costruite dai soldati e usate anche come rifugi.

Galleria interna
Il percorso ben segnalato (e in questa prima parte su strada sterrata costruita sempre per ragioni di guerra) prosegue per arrivare alla Cima Caldeira e nel mentre si attraversano alcune trincee. Sono le prime per me. Non avevo mai avuto modo.

Trincee
Bruschetta (il mio cane) apprezza particolarmente i rimasugli di neve che usa come piscina refrigerante…

Bruschetta (il mio cane) con Michele
Nel mentre incontriamo in questo tratto diversi escursionisti e decidiamo di mangiare qui, poco prima di salire alla vera Cima Caldeira anche se essendo una zona che ha subito forti bombardamenti, l’assetto morfologico della stessa montagna è stato cambiato.
Il pranzo è semplicemente delizioso però visto che ci è stato fornito da un ristorante associato a FeelGood L’Altopiano a dire: oggi non facciamo i soliti barboni e Michele mangia 3 e dico 3 panini. Io al suo posto non mi alzavo più.
Consiglio: forse mangiare prima di fare una salita seria (per quanto brevissima eh) non è una grande idea. Il paesaggio continua ad essere suggestivo.
Arriviamo su a Cima Caldeira.
NB: ATTENZIONE
A questo punto noi seguiamo la nostra traccia e proseguiamo giù dalla Cima Caldeira per ritrovarci in un pezzo che ancora adesso non sono certa fosse il sentiero ufficiale. Non troviamo più segnali CAI di fatti.
Abbiamo una serie di passaggi in mezzo agli alberi stile indiana Jones nella giungla, camminiamo sulle splendide formazioni carsiche della zona ma senza intravedere una direzione chiara, seguiamo la traccia gps, ma il sentiero non c’è.
Dovessi dirvi: non vi consiglierei questa parte a meno che non abbiate un forte amore come Michele per i “fuori sentiero”.
Sappiate però che un sentiero ufficiale che scende da Cima Caldeira e prosegue c’è, solo che non lo trovate con la mia traccia.
Arriviamo giù e troviamo altre trincee (alcune piene di neve quindi dobbiamo camminare fuori) e ritroviamo anche il sentiero.
A questo punto volendo si potrebbe tornare indietro a piazzale Lozze in 50 minuti riducendo così il giro a 1,30 di camminata o poco più.
Una peculiarità dell’Altopiano di Asiago è che i percorsi si possono unire, modulare o dividere e fare più brevi… per questo è una zona rivolta a tutti. Escursionisti principianti, medi o esperti, di cose da fare ce ne sono.
Monte Ortigara: seconda parte del trekking
Noi invece proseguiamo e ci digeriamo verso il Monte Ortigara. Riprendiamo la salita e a un certo punto parte un tratto di sentiero attrezzato.
Nulla di complesso, assolutamente no, solo come sempre accortezza… Ma per il resto con un po’ di fatica si fa senza problemi.
Arriviamo a QUOTA 2003, una zona molto importante per la battaglia di Ortigara e poi proseguiamo sul sentiero attrezzato facendo un po’ di salita fino ad arrivare in cima…
Che meraviglia!
Il paesaggio è a 360 gradi. Si vedono le montagne e i paesi veneti in fondo a valle. Si vedono cime lontane e prati verdi vicini. Si ha seriamente la dimensione di essere in alto e Miche e io ci godiamo alla grande lo scenario (nel mentre Bruschetta dà segnali di stanchezza e vuole salire in braccio a Michele).
Qui inoltre si trovano memoriali ed evocazioni che ricordano la tremenda battaglia.
Facciamo una parte di cammino in questo splendido paesaggio e poi iniziamo a scendere. La discesa è veloce e non troppo ripida, si fa abbastanza serenamente.
Nel complesso lo ritengo un trekking di medio livello adatto a escursionisti, magari con esperienza, ma non troppo complesso e di quelli che si fanno con gran piacere unendo la bellezza di uno scenario suggestivo a una buona fatica certo, ma la sera siamo rimasti svegli fino alle 23… O forse erano le 22? 🙂
Bellissima escursione! Paesaggi strepitosi e sicuramente se si vuole fare un classico dell’Altopiano di Asiago, questa è l’uscita da fare.
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