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Perché iniziare ad andare in montagna? Costa meno dello psicoterapeuta
Premessa: sono anni e anni e anni che dico “Se ci riesco io, ci può riuscire chiunque” e anche se in questa frase veloce e un po’ autoironica ci sia del vero e del falso, come capita spesso, il succo racchiuso è semplice… La montagna ha permesso una migliore versione di me stessa.
E sono certa che possa farlo anche con voi!
Un tempo, diciamolo, la odiavo io la montagna!
Odiavo il freddo, il gelo, il vento, la neve.
Odiavo il fatto di dover fare un sacco di tornanti assurdi in auto con lo stomaco in gola.
Odiavo dovermi svegliare presto.
Odiavo il fatto che tutti erano sempre fighissimi attorno a me, mentre io… un palombaro.
Odiavo il ghiaccio sull’asfalto.
Odiavo le code agli impianti, la gente che mi tagliava la strada e quelli che mi sfrecciavano di fianco.
E non sciare, direte voi? “Ah perché? In montagna si fa altro?…
CAMMINARE??? “Ma anche no, grazie. Ma che noia”
Ecco, chi ero io.
E poi l’illuminazione…
Oggi, continuo a non amare la montagna che riguarda lo sci alpino in pista, ma la passione che mi lega alla montagna nella sua forma più pura è decisamente grande, esagerata, a tratti totalizzante.
E nonostante sia concorde con voi nell’ipotizzare una qualche concausa dovuta al fatto che sono donna (contengo moltitudini), cambio idea facilmente e la coerenza non mi appartiene (ok, teniamolo pure presente!), vorrei però sottolineare di come il mio cambiamento sia stato più un’illuminazione in realtà che non un semplice cambio di rotta.
La montagna che ti cambia
La montagna, a me, ha cambiato la percezione della vita.
Mi ha insegnato ad assaporare appieno la natura, mi ha regalato emozioni capaci di farmi esaltare, urlare e piangere. Mi ha concesso attimi indimenticabili tutti miei. Mi ha cresciuto e reso una persona migliore (e qui direi, pensa te com’ero prima!).
Fatto sta che mi ha anche insegnato a divertirmi e godermi veramente quei piccoli dettagli di cui tanto si parla.
Ed ecco perché, a mio avviso, la montagna va conosciuta, frequentata e ascoltata.
Perché iniziare ad andare in montagna?
Non si può barare o mentire
Le sovrastrutture in montagna non esistono. Sarà per il freddo, la fatica o anche solo per le difficoltà in essere, fatto sta che qui, quello che si è (fidatevi) viene fuori!
Aiuta a capire
Capire se stessi, capire le cose importanti e capire le infinite pippe mentali con le quali siamo soliti a rovinarci la vita? Ecco!
Diciamo che in montagna è più facile riuscire a scindere quanto è reale, da quanto è paranoico (e questo vale sia per donne, ovvio, che per uomini, non crediate).
La natura è natura e lì le regole sono diverse
Avete presente le apparenze? La forma? Tutti quei perbenismi odiosi che ci ammorbano nella società… Bene, qui, non esistono.
Si impara a prendere coscienza dei propri limiti
In montagna i limiti vengono fuori: quelli fisici certo, ma alle volte anche quelli mentali… E se nella società si può vivere un’intera vita con abbondanza di limiti senza colpo ferire, qui, è bene prenderne coscienza visto che la natura non è magnanima.
Si impara a cercare di superare i propri limiti
Quando ci si rende conto che in cima ci vorresti arrivare, ma ancora non ce la fai? Allora provi a superarli i limiti, con calma e magari con preparazione… Serve a volte tempo e dedizione, ma chi ben comincia è già a metà dell’opera. Per non parlare di chi supera quelli mentali (e io ho visto amiche soffrire di vertigini arrivare in cima, con le lacrime agli occhi, ma ci arrivavano).
Dai la giusta proporzione alle cose
Ti rendi conto di quanto tu, essere umano, sei una piccola parte dell’Universo e inizi a ricordarti che non serve preoccuparsi troppo, tanto l’Universo non sa neppure chi sei.
Impari a godere del tempo che vivi
Ogni singolo attimo in montagna ha valore: qui veramente il cammino fa parte del piacere del viaggio e imparare a vivere il presente è una delle più grandi forme di saggezza che si possano apprendere.
Conosci il significato della parola libertà
Libertà di respirare a pieni polmoni la vita nel suo stato brado, quello naturale.
Respiri la semplicità
E ne apprezzi ogni singolo dettaglio.
Impari il concetto di umanità
In montagna la solidarietà non è una parola scritta su un vocabolario. I fatti ci sono e una persona in difficoltà troverà immediato supporto, perché qui la diffidenza non è ancora arrivata, per fortuna.
Impari che non puoi rompere i coglioni!
Ecco, questo, mi raccomando, tenetelo sempre a mente.
E per quanto le citazioni sulla montagna che amo siano infinite, ho scelto questa a chiusura: “Vado in montagna più per la paura di non vivere che per quella di morire”. (Ada Gobetti)
PS: qui trovate un altro post che gli psicologi probabilmente non ameranno “Perché iniziare a correre? Costa meno dello psicologo”, ma si tenga presente che in parte ironizzo, in parte sono sempre alla ricerca di modalità economiche per sopportarmi! 😉
* Articolo del 15 aprile 2015. Poi aggiornato perché sempre attuale.
maurizio dice
Ciao Simo che bell’articolo che hai scritto, condivido in pieno le tue descrizioni sulla montagna e sul gesto atletico del camminare. Sai magari con questo articoletto potresti convincere anche le vagabonde più pigre e meno orientate all’avventura. Aahhahahah che dici se pò fà 🙂
Simona dice
Grazie Mauri!
Lo sai, io ho avuto la fortuna di scoprire la montagna nonostante la odiassi… Ammetto che spero sempre di riuscire a far capire a chi come me, la odia, cosa si stia perdendo!!! 😉
Tieniti pronto eh… che di strada da salire ne abbiamo tanta! 😉 ahahahahah
Giorgio dice
Era quello che sentivo dentro ma non riuscivo a tirar fuori… Grazie.
Simona dice
… Ma che bello. Grazie a te! Non sai che piacere mi fa saperlo!
paolo dice
E’ la prima volta che leggo un tuo articolo, veramente molto bello, sono molti anni che vado in montagna e devo dire che una descrizione di questi 11 punti è perfetta, grazie.
Scusa ma non so cosa intendi per sito web e non ho scritto nulla.
Se organizzi qualche ascesa dalle mie parti, in Piemonte, avvisami, magari ci potremmo incontrare e fare qualche cima insieme.
Simona dice
Ciao Paolo!
Tranquillo, il sito web è una richiesta facoltativa… E grazie mille! Mi fa davvero piacere riconoscere sempre negli amanti della montagna tanti punti in comune! Io sono originaria del Piemonte, anche se ora non ci capito spesso… Ma le montagne sono splendide anche lì! Ti saprò dire! 😉
pippo dice
Com’è successo che hai fatto quel cambio di rotta così radicale?
Io ho una moglie che…sì, in montagna ci viene e le piace abbastanza, ma…. non coglie quel lato filosofico, il bello del superare i propri limiti, scoprire sè stessi e non rompere i coglioni.
Chiedo: hai una ricetta magica?
Simona Scacheri dice
AhahahahAhahaha… Pippo io peró ho ammesso (in altro post credo) che appena torni a valle i coglioni riprendi a romperli eh, e io non faccio alcuna eccezione 🙂
La realtà è che questo percorso va sentito, non puoi “costringerlo” e quindi finché tua moglie non sentirà l’esigenza di andare oltre, non la si puó convincere a parole. Ma penso anche che magari, se lo sentisse e andasse senza “il marito” vivrà tutto questo! Quando sappiamo di doverci affidare solo a noi stessi, siamo tutti molto più tosti (e consapevoli che non possiamo rompere tropo le palle !!! Ahahah)
Simona Scacheri dice
Ah e sul come mi è successo… Mi hanno portato in montagna “al momento giusto”. Dopo anni e anni in cui mi rifiutavo, mi capità di finirci in un periodo diverso della mia vita, e nonostante mi lamentassi tantissimo, ho poi “sentito”…
Lì ero pronta per capirla la montagna. Prima evidentemente no 😉
Alessandro dice
Ad agosto andrò per la prima volta in montagna. L ho sfiorata nel passato vicino Roma e in Abbruzzo.
Ma si è trattato sempre di una escursione giornaliera, appena un metterci il muso , niente di più. Quest’anno, complice il gran caldo, mi sono deciso…per poi pentirmi ed essere ora a pensare di aver fatto una cavolata in attesa di andare. Premetto che sono cresciuto in campagna, che non è la montagna, per carità, ma la natura per me non ha niente di romantico o liberatorio come spesso per un cittadino nato. Campi, mucche, pecore, torrenti e colline per me significano anni della gioventù sacrificati, in solitudine. Privazione di ogni divertimento, cinema, libri, monumenti, locali. Assenza di stimoli culturali, ignoranza diffusa.
La città, invece, libertà, calore umano, stimoli inebrianti . I limiti da superare, per me sono stati quelli dei campi e colline che.mi rinchiudevano.
Apprezzo, ovviamente, un bel panorama, ma arrivandoci comodamente con l’ auto. Passerò, credo, questa settimana di agosto a pensare al mare, alla cucina di mare, al fare tardissimo la sera col caldo mentre starò a letto presto, le giornate non saprò che fare non avendo alcuna intenzione di inerpicarmi su inutili sentieri.
🙂
Simona Scacheri dice
Ahahahahah beh devo dire che apprezzo molto la sincerità… ma sicuramente se quanto cerchi o cercavi è fare tardi, il mare è un posto più adatto…
Ma sul discorso “calore umano” in montagna ne trovi tantissimo. E riesci anche ad arrivare in tanti posti senza fatica e con l’auto… ma questo non ha nulla a che fare con la meraviglia che racconto nel post in cui parlo della montagna, quella vera. Che richiede sicuramente un isolamento con la natura più che dagli altri esseri umani.
Io credo sia terapeutica, mentre la campagna, per me, non è neppure lontanamente la stessa cosa. Vedrai se resterai sorpreso o meno!