Indice degli argomenti
Trilli e Peter Pan: quali le differenze nella società moderna?
Si scherza e si ride, ma io sono andata a cercami sul web i sintomi previsti dalla psicologia per la sindrome di Peter Pan.
E come avviene agli ipocondriaci della peggior specie, nel mentre in cui leggevo riga per riga, sbiancavo sempre più dal momento che: “O mio Dio, ma questa sono io?”.
Per fortuna arrivata alla descrizione dei risvolti psichici nel vissuto quotidiano (non avevo letto un articolo qualunque, ma va… Ne avevo scelto uno medico scientifico di 15 pagine), mi ero resa conto che i risvolti patologici, per fortuna, non li avevo. (Ne approfitto per notificarlo anche a Facebook che da allora, senza sosta, mi consiglia sempre pagine sponsorizzate di studi psicoterapeutici e psicologi! La vogliamo smettere???).
Dicevo, se la “sindrome di Peter Pan” è oggi in realtà riconducibile a metà delle persone che conosco, mi sono resa conto che la vera rivelazione qui non è il caro e (ormai vecchio) Peter Pan, bensì la sua svolazzante compagna Trilly! O correttamente Trilli, ma il succo non cambia.
E abbandonando ogni collegamento e riferimento con la parte medico scientifica, vi racconto le mie impressioni che di scientifico non hanno proprio nulla, ma a livello di statistica, ottengono sicuramente riscontri maggiori.
Ecco quindi le due “sindromi” a confronto…
Differenze tra Peter Pan e Campanellino… nelle vite moderne
Chiacchiere semiserie sulla psicologia di Trilli anche detta campanellino e il caro e mitico Peter Pan, nella società moderna.
Qui di irreale, c’è poco.
1.
Peter Pan: il rifiuto di crescere.
Trilly: la consapevolezza che sta crescendo ma che l’età è una questione soggettiva, i numeri incredibilmente noiosi e le persone che ci badano troppo dei meri calcolatori… (per concludere con un “L’uomo ha l’età che si sente, la donna quelli che dimostra”, e lei di anni ne dimostra sempre pochi!).
Campanellino di Peter Pan di certo non invecchia d’altronde no?
2.
Peter Pan: non intende maturare.
Trilly: non intende invecchiare.
3.
Peter Pan: incapacità di immergersi nella vita adulta.
Trilly: lei si immergerebbe anche nella vita “adulta”, solo sta ancora cercando di capire cosa significhi esattamente…
4.
Peter Pan: rifiuto di ogni responsabilità.
Trilly: accetta ogni responsabilità… Per un periodo di tempo. Un anno, un mese? Facciamo un’ora?
Perter Pan e Campanellino in questo caso hanno solo diverse visioni dello stesso concetto…
5.
Peter Pan: vede il mondo adulto ostile.
Trilly: vede il mondo adulto noioso!
Trilli e Peter Pan: quale filosofia vi appartiene?
6.
Peter Pan: si rifugia in atteggiamenti di vita tipici della fanciullezza.
Trilly: “Adesso sta a vedere che per essere giovane tocca andare in discoteca?”
(La storia di Trilli prevede libertà e soprattutto varietà, o no?)
7.
Peter Pan: mente, finge, recita un ruolo, e inventa storie di fantasia.
Trilly: non mente, non finge e non inventa. Se mai, cambia idea.
8.
Peter Pan: esalta i propri lati positivi rischiando di scadere nell’arroganza.
Trilly: è consapevole dei propri lati positivi ma non li esalta, certo che se poi si notano…
9.
Peter Pan: regressione ai giorni spensierati e felici del passato.
Trilly: convinzione che i giorni felici siano sempre dietro l’angolo, e quelli spensierati… “Cosa stavamo dicendo scusa?”.
(Il personaggio di Trilli non discosta molto dal vero in questo caso eh… )
10.
Peter Pan: finisce per rimanere imprigionato tra l’uomo che non vuole essere e il ragazzo che ormai non è più.
Trilly: finisce per rimanere imprigionata tra la donna che non vuole essere e la ragazza che ormai non è più…
Solo che non ci vede nessun problema. Le definizioni, in realtà, non le interessano.
E se Peter e Trilly paiono non avere molto in comune, rimarreste sorpresi nel vedere come due strade a volte totalmente diverse conducano nella stessa direzione.
Per finire, la citazione preferita dal nostro caro Peter Pan? “L’istinto è il signore di ogni sentimento”.
Quella preferita da Trilly? “Non si è mai tanto sinceri come quando si è incoerenti”.
E naturalmente, come sempre, ogni riferimento è puramente casuale. (E io sono la prima a volerci credere!).
Lascia un commento