Non so per voi, ma per me al solo udire piazza Tienanmen si apriva e si apre un mondo intero fatto di immagini, suoni, frame televisivi, illustrazioni e foto che hanno contribuito a creare nella mia testa il mito di una Piazza simbolo della storia mondiale.
E poi finalmente la fortuna di andarci.
Ammetto che ero un po’ emozionata prima di arrivare, e continuavo ad avere negli occhi l’immagine simbolo delle proteste del 1989, quando ero ancora troppo piccola per capire, ma già abbastanza grande per percepire che quel ragazzo ritratto davanti ai carri armati avesse parecchio da insegnare a me, e al mondo. (E comunque non iniziate a fare i conti sull’età che vi distraete dal filo del discorso!).
In Piazza Tienanmen ci sono andata nel mese di novembre: foschia, cielo grigio e un freddo di quelli che ti penetrano serenamente le ossa nonostante tu abbia pure il piumino addosso…
Ma (detto tra di noi) chissenefrega!
Gigantesca, immensa, capace di far confondere la vista. Non riuscivo a percepirne il perimetro, ma riuscivo a sentirne le vibrazioni, le emozioni, la storia.
Nonostante ogni volta che leggo di queste classifiche poi scopro puntualmente non essere vere, sappiate però che è ritenuta la piazza pubblica più vasta al mondo e se si scoprirà che non è la prima in classifica, certo è che rientra tra le prime in assoluto per grandezza.
440 mila metri quadrati che mettono voglia di iniziare a correre se non fosse che… Quella prima percezione di libertà verrà subito congelata dai numerosi militari che occupano la piazza e che vi faranno percepire che no, non siete in un Paese in cui la parola “libertà” è d’uso comune.
Qui avvenne il 1 ottobre del 1949 la promulgazione della Repubblica Popolare di Mao Tse-tung e sempre qui, la protesta di studenti, operai e intellettuali che nel 1989 cercarono di manifestare contro la tirannia.
La foto del “Rivoltoso Sconosciuto” ha girato il mondo e resta ancor oggi più significativa di mille parole (e quindi non le aggiungo).
Qui si affaccia la Città Proibita di Pechino nonché il mausoleo di Mao Tse-tung, due delle cose da vedere assolutamente a Pechino (direi anche le principali insieme alla piazza).
Piazza che dal mio punto di vista richiede più di una visita per coglierne le sfumature, i cambiamenti e soprattutto il diverso fluire delle persone a seconda delle fasce orarie…
E poi capiamoci, non è che in Cina si vada così spesso! Volevo viverla più che potevo quella piazza.
Per questo un giorno, nonostante fossi dall’altra parte della città mi sono detta: “No beh, voglio vedere ancora una volta piazza Tienanmen prima di lasciare Pechino” e dal momento che non sapevo come arrivarci, decido di prendere un taxi. Ora, di tanti posti in cui si può girare senza nessun problema di lingua, la Cina rientra tra i primi al mondo in cui questa semplicità non c’è!
Qui per davvero l’inglese non lo parlano e quando ci sono stata io 12/13 anni fa, o chiedevi ai giovani ventenni universitari, o potevi anche lasciar stare.
Per questo mi preparo per prendere un “semplice” taxi e scopro che anche le cose semplici acquistano un sapore leggermente diverso qui.
Vado dalla mia guida e le chiedo di scrivermi su un foglietto il nome di Piazza Tienanmen in cinese (ovviamente).
Riesco a farmi chiamare un taxi e con un’amica saliamo in auto (due ragazzine, un biglietto in mano con sopra dei geroglifici e già ci veniva da ridere).
Alla guida un signore cinese sui 50 o 60 anni (no beh, provate voi a capire l’età degli asiatici che io non ci sono mai riuscita) e noi gli facciamo vedere il nostro bigliettino un po’ timorose (andare in giro con in mano un foglietto sul quale non hai idea di cosa ci sia scritto, fidatevi, non è rassicurante).
Il viaggio lungo la città é divertente, la consapevolezza di essere nelle mani di uno sconosciuto senza nessuna possibilità di capire o comunicare abbastanza adrenalinico (traducete: a ogni strada isolata ci chiedevamo se fosse quello il posto in cui vendevano le ragazzine occidentali ai ricchi mercenari cinesi… ). Serene quindi!
Dopo circa 30 minuti di alti e bassi umorali e mille risate (lacrime agli occhi a onor del vero) vediamo sullo sfondo la piazza. E tiriamo un sospirone di sollievo…
Solo che il nostro taxista si gira fermo a un semaforo, ci parla in cinese e prosegue (no, telecamere che facessero presupporre di essere finite su una candid camera non ce n’erano).
La mia amica e io, incredule. Proviamo a dire che non capiamo, in inglese.
Lui ripete in cinese. Noi allora diciamo che non capiamo, in italiano.
Lui a sua volta non si rassegna e ci parla sempre in cinese aggiungendo frasi e cercando di spiegarci credo… (Io per un attimo ho pensato di aprire la porta e buttarci giù dal taxi visto che non vedevo altre soluzioni possibili).
Ma il taxista insiste. Ripete. Alza la voce e credo ci abbia anche mandato a quel Paese a un certo punto perché, in effetti, non capivamo!
Solo che inizia a girare e si allontana dalla piazza…
Serve che vi dica che non ridevamo neppure più? In silenzio. Totale. Dopo lunghi istanti, io gli mostro nuovamente il biglietto con fare un po’ meno goliardico (traducete: ero già sbiancata, a questo punto quantomeno mi stavo incazzando).
Lui con fare sbrigativo (beh almeno aveva capito che parlarmi era inutile) fa un gesto con la mano atto a dire “Stai serena” (che poi non diciamo che i gesti non sono essenziali).
Altri 10 minuti di giro. E poi torna in Piazza. Si ferma. Paghiamo, scendiamo e finalmente respiriamo nuovmente…
Ora il problema è che io, ancora oggi, non ho per nulla capito:
1. cosa fosse successo
2. perché abbia girato altri 10 minuti nonostante fossimo già arrivati
3. perché si ostinasse a parlarci con spiegoni anche completi a noi che, evidentemente, del luogo non eravamo
Ma ho capito che la prossima volta che prendo un taxi in Cina… Ho capito che la prossima volta io in Cina prendo i mezzi pubblici!
E se ci metto tanto fa niente, Piazza Tienanmen merita, sempre e comunque.
Dany M - Racconti di viaggio e non solo dice
Immagino il tuo stupore misto ad incredulità nel vedere monumenti così imponenti ed importanti.. E’ successo a me in Messico e in ogni altro posto che dalla carta ho potuto vedere dal vivo!
A presto:)
Simona dice
Ciao Dany!
Ammetto che in questo caso sì, hai perfettamente colto la sensazione! 😉
A presto!