La Val Martello è una valle ancora poco conosciuta rispetto a sue “colleghe” limitrofe e molto note… ma vi anticipo, merita.
Siamo all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio in Alto Adige. La Val Martello rientra nella più grande Val Venosta (che include un territorio piuttosto esteso) ed è una perla di rara bellezza.
Soprattutto questa escursione che ora vi racconto ai piedi del ghiacciaio del Cevedale.
Indice degli argomenti
Dati tecnici escursione
DIFFICOLTÀ: livello E |
TEMPO: 6,20 ore |
DISLIVELLO: 965 m (a salire e poi a scendere) |
LUNGHEZZA: 17,7 km |
DOVE: Val Martello, Alto Adige |
Come arrivare?
Punto di riferimento: Val Martello, Parco Nazionale dello Stelvio. Il parcheggio di riferimento è Casere Alto ma potete verificare dalla traccia gps la posizione da cui sono partita e da cui parte il percorso.
Il parcheggio è a pagamento (o meglio a settembre abbiamo pagato) circa 6 euro al giorno. NB: i prezzi cambiano spesso.
Difficoltà percorso
Il percorso è di livello E.
Non presenta particolari difficoltà tecniche ma in alcuni punti un po’ di attenzione come sempre, soprattutto in discesa per evitare infortuni.
Se si sale fino al Rifugio Martello serve un po’ di allenamento. Ma se si resta al Rifugio Nino Pernici il percorso si adatta a tanti avendo solo una salita un po’ impegnativa in termini di fiato.
Presenti rocce, ma in generale non è esposto o tecnico.
Consigli
- Se volete fare un percorso veloce vi conviene partire dal parcheggio, salire subito in direzione Rifugio Nino Corsi così potete ammirare le installazioni lungo il percorso e in un’oretta siete al Rifugio.
- Se invece seguite la direzione che ho preso io al Rifugio Nino Corsi si arriva dopo circa 2 ore e 30 o 3 ore. E prima si cammina in una zona meno “frequentata” e bellissima. Ve lo consiglio perchè ci si avvicina al ghiacciaio di Cevedale pian piano da lontano.
- Se siete un po’ allenati non perdetevi la salita al Rifugio Martello perchè la posizione è strepitosa. Le foto non rendono, ma pare di avere il ghiacciaio davvero vicino.
NB: qui non mi soffermo a dare tutti i consigli obbligatori e penso scontati… ma siccome di scontato non c’è nulla:
- verificate di avere l’attrezzatura giusta per il freddo, per il vento e per l’alta montagna, si arriva a 2600 metri.
- Scarpe da trekking!
- Controllate sempre il meteo prima di mettervi in cammino. E se non sapete come si fa, ecco qui alcuni consigli:
Traccia gpx
PARTENZA: | Casere Alte, Val Martello |
ARRIVO: | Casere Alte, Val Martello |
GIRO AD ANELLO: | sì in parte |
SEGNALETICA: | sì |
TRACCIA GPX: | sì (da scaricare da desktop) |
Itinerario
Dopo qualche bella curva, si arriva al parcheggio in modo piuttosto agevole. Si parcheggia, si paga al parchimetro automatico (accetta anche le carte) e si va.
Siamo nel Parco Nazionale dello Stelvio e lo scenario è già di rilievo.
Il percorso nel senso fatto da me punta verso il Sentiero delle Malghe, lato opposto rispetto al Rifugio Nino Corsi e per allungare un po’ e per fare un percorso ad anello più ampio. Dopo una semplice sterrata si inizia a salire nel bosco. Percorso sereno e che non presenta difficoltà.
Si affronta poi una salita un po’ più sfidante e lo scenario inizia a diventare sempre più bello con in lontananza il lago azzurro di Gioveretto e dall’altra parte i ghiacciai. Bellissimi.
Il giro prosegue senza troppe difficoltà ma con grande meraviglia panoramica. Si scende e si arriva al Rifugio Nino Corsi posto in uno scenario che ritengo incantevole.
Qui noi abbiamo pranzato (strudel ottimo, consigliatissimo) e poi abbiamo proseguito verso il rifugio Val Martello.
Che spettacolo. Si cammina un pezzo in piano ai piedi di una cascata maestosa e stupenda e poi si sale… Per arrivare al Rifugio Martello.
Il ghiacciaio di fronte. Wow!
Dopo aver fatto il pieno di meraviglia a 2600 metri (NB: quando siamo stati noi faceva un tale caldo che pur essendo in alto stavamo bene) ridiscendiamo dallo stesso sentiero da cui siamo saliti.
Tornati al Rifugio Nino Corsi dobbiamo scendere e facciamo il sentiero Gola Plima per tornare al parcheggio. Sentiero che si chiama così grazie al torrente Plima.
Qui si trovano alcune installazioni tra cui il ponte sospeso che ho amato molto.
E altre che se non si soffre di vertigine divertono.
E poi si arriva all’hotel in rovina.
A questo punto ormai manca poco al parcheggio e tutta l’escursione non ha presentato parti tecniche o complesse…
Nell’insieme consigliatissima! Si assapora la montagna nella sua pace e delicatezza.
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