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Trekking della Grande Guerra: intorno a Cima Juribrutto
di Azzurra Forti (sia testo che foto)
Il trekking che vi voglio raccontare oggi è molto panoramico e spettacolare: si parte infatti dall’arrivo della funivia Col Margherita, sul Passo San Pellegrino per poi ritornare a valle al punto d’inizio in circa 6 ore, transitando intorno a Cima Juribrutto, ove tanto si combatté durante la Grande Guerra.
Partenza: Passo San Pellegrino – Funivia Col Margherita
Arrivo: Passo San Pellegrino – Funivia Col Margherita
Giro ad anello
Durata: 6 ore effettive di camminata
Dislivello a salire: //
Dislivello a scendere: 600 metri – percorso completamente in discesa
Difficoltà: medio
Alta via della Mariotta: camminare sui luoghi della Grande Guerra
Questo percorso può anche essere compiuto al contrario e quindi tutto in salita (scendendo quindi infine con la funivia) ma, vista la sua lunghezza, meglio affrontarlo nella maniera più semplice, godendo del magnifico paesaggio e fermandosi a riflettere lungo le trincee e i baraccamenti.
E quindi, una volta giunti ai 2508 metri della stazione di monte della funivia Col Margherita possiamo iniziare, ma non prima di aver ammirato lo splendido panorama circostante. Tutta la catena di Cima Uomo sino alla Marmolada, la Valle del Biois sino alle vette ampezzane… Una vera meraviglia!
Ci troviamo sul fonte italo-austriaco della Grande Guerra: qui sul Passo San pellegrino le battaglie furono sanguinose e molto violente. Mano a mano che andremo avanti, ci caleremo sempre più nel contesto storico, riuscendo a coglierne i vari aspetti e anche (magari) a vedere da vicino le trincee.
Escursione intorno alla cima Juribrutto: descrizione percorso
E così si parte!
Si cammina lungo l’Alta Via della Mariotta, su lastroni di roccia (sentiero 695)contornati da un paesaggio stupendo: alla nostra sinistra il gruppo delle Pale di San Martino mentre invece, a destra, la verde valle del San pellegrino e le sue vette. Il tracciato non è molto ben battuto e si procede a vista, aiutati dai famosissimi omini di pietra, che qui certo non mancano.
Ci troviamo sui Lastei di Pradazzo: sotto di noi, qualche centinaio di metri più in basso, si nota anche qualche laghetto color zaffiro.
Sono qui molto abbondanti e ci accompagneranno sino a Forcella Vallazza (m. 2521). La roccia sulla quale camminiamo non è dolomia: la catena che separa Cima Uomo dalle Pale (ossia Col Margherita, Cima Boccche e lo Juribrutto) è di origine vulcanica, come il Lagorai poco lontano, per cui scura alla vista.
Non per niente, i soldati di stanza nel 15 – 18 in questi luoghi, li definivano “torvi e sfortunati”).
Camminando senza alcuna fatica (questa prima parte è infatti praticamente pianeggiante) arriveremo prontamente alla deviazione che consente di salire a cima Juribrutto (m. 2697), punto panoramico veramente eccezionale… Dal momento che però l’ascesa è veramente ripida (e quindi, a maggior ragione, la successiva discesa), abbiamo preferito aggirarla, procedendo direttamente per la forcella omonima.
E qui inizia il tratto più spettacolare dal punto di vista storico: come anticipato, qui furono molti i combattimenti tra italiani (arroccati sullo Juribrutto) e austriaci (di fronte, a Cima Bocche) e quindi altrettante sono le testimonianze.
Purtroppo, nonostante la “magnifica” testimonianza di quel che fu l’esperienza qui cento anni orsono, trincee e baraccamenti non sono assolutamente preservati e, purtroppo, il tempo inesorabile li sta consumando e facendo crollare. Tuttavia la riflessione è comunque d’obbligo: quanti qui persero la vita, sacrificandola a sogni di pace e fratellanza?
Seconda metà escursione: rientro alla funivia Col Margherita
Ormai siamo a metà percorso e, dopo aver incrociato un’altra via per Cima Juribrutto, inizieremo la lunghissima discesa che ci riporterà alla stazione di valle della funivia Col Margherita.
In breve guadagneremo il Passo di Juribrutto (m. 2381) con il suo bivacco, oggi ancora ad uso dei pastori (sono infatti molte la mandrie di pecore che qui pascolano) e, poco sotto, Sforcela Grana (m. 2340). Ora però ci toccherà affrontare la parte più difficile e faticosa di tutto l’itinerario: i 20 minuti che ci separano dal col de le Palue.
Non che sia erto o faticoso, il contrario: è quasi totalmente pianeggiante ma il problema è la larghezza: il alcuni punti il sentiero è davvero molto stretto, con lo strapiombo a sinistra. Qui una corda fissa sarebbe stata un’ottima facilitazione: verissimo che si affronta anche senza, però per maggiore sicurezza certamente prevederla non sarebbe affatto male.
Dopo aver camminato con molta attenzione, finalmente arriveremo al col del Le Palue, la Prima Linea Italiana: ne fu ordinata la conquista nel 1915 per poter controllare le postazioni nemiche di Fango, più a valle verso Moena. Le testimonianze qui sono veramente molte, comprensive anche diverse gallerie che è possibile visitare, però muniti di torcia e caschetto.
La discesa sino al Passo San Pellegrino poi prosegue tra radure e boschi. Non sarà difficile trovare anche alcune lastricature, sempre risalenti al periodo bellico: per portare i generi di sopravvivenza al fonte infatti, fu preparata una strada che, però, è quasi completamente andata perduta.
In un’oretta abbondante (occhio alle tantissime piantine di mirtillo, un vero e proprio viaggio “con l’assaggio”) poi rientreremo senza alcuna difficoltà al Passo San Pellegrino e, poco oltre, anche al nostro punto di partenza.
Azzurra Forti
Lei è l’autrice di questo post e la protagonista di questa esperienza. Milanese ma montanara nel dna (visto che i nonni sono originari delle Dolomiti bellunesi) ha iniziato a fare trekking da bambina, poi da ragazza e infine da mamma coi suoi due bimbi. Desidera ardentemente scoprire sempre posti nuovi che ama immortalare nelle 20mila fotografie che scatta ogni giorno.
Trovi le sue escursioni con bambini (perfette per famiglie, ma non solo!) sul suo blog: wwww.babytrekking.it
Ogni giovedì appuntamento fisso con racconti o video di trekking, cammini o escursioni! Idee per nuove gite o consigli, trovate tutto qui: FRINGE IN TREKKING Se volete invece essere sempre aggiornati e non perdervi nessun post, iscrivetevi alla newsletter e indicate “trekking” negli interessi. |
Domenico dice
Bel giro,
é possibile la traccia Gpx??