
foto di Pixabay
Indice degli argomenti
Tutte quelle cose che si dovrebbero sapere prima di aprire un blog personale, e non parlo di piano editoriale o SEO
Il web è pieno zeppo di articoli tipo: come aprire un blog di successo, come guadagnare con il proprio blog, come fare i soldi con un blog… E per quanto alcuni di questi articoli siano in realtà molto utili e ben fatti, la cosa che mi ha colpito è la totale dimenticanza dell’aspetto umano!
Stiamo tutti a parlare di plug in e SEO, target e linee editoriali… Ma a me nessuno aveva detto cosa serve sapere prima di aprire un blog. Quale codice etico dovrai far tuo, una volta che avrai un blog, e magari pure letto…
1. Non potrai più mentire. Mai più!
Ti sembra una cosa di poco conto? No perché io quando me ne sono resa conto, sono sbiancata. Partiamo da un presupposto: non mi riesce di mentire. E non perché io sia una buona, non necessariamente, ma per un semplice discorso di memoria: non ne ho!
Essendo quasi priva di memoria, mentire rappresenterebbe per me un fallimento quasi certo visto che a distanza di un mese o a volte anche solo di 2 ore, sono capace di dimenticare quanto ho detto (e sono gioie)… Ma chi ha memoria, sappia, che il blog richiede sincerità. Sempre. E qui non parlo del rapporto con i lettori (reale fondamento del codice etico del blogger), ma del piccolo dettaglio che ogni cosa scritta resterà visibile e sempre e a tutti.
2. Non potrai più raccontare di te a piccoli dosi
Nella vita normale ti capita di incontrare nuove persone e scegliere, di volta in volta, cosa dire di te. Giusto? Diverse le cose quando hai un blog. Per questo capita che a una cena di lavoro, il direttore della comunicazione di un importante brand con un sorriso divertito ti faccia i complimenti (che bello!) raccontando all’intera tavolata: “Ho riso un sacco quando ho letto il pezzo del tuo moroso che diceva che all’Oktober Fest si limona” e tu solo lì realizzi che i numeri di Google Analytics, alla fine, servono davvero a qualcosa.
3. Dovrai conservare dei dettagli… Almeno per la mamma
Nonostante potrebbe sembrare una risoluzione comoda raccontare un viaggio a tutto il mondo, di modo che anche parenti e amici possano andare a leggerlo, c’è il rovescio della medaglia: l’intimità. E allora la mamma giustamente: “Sì, quello l’ho letto, ma dimmi qualcosa di più”. E tu che sei arrivata a scrivere ogni tua emozione, gli orari dei musei e hai parlato anche di quando avevi mal di pancia, cosa le vai a dire?
4. Non avrai controllo sulle informazioni che gli altri acquisiscono di te
Ti sembra eccessivo eh? E allora ti faccio un esempio pratico che rende il concetto.
All’inizio della storia d’amore con il mio moroso (sempre lui), io scrissi questo post sulle vacanze con gli ingegneri in cui scrivevo così: “ma quando colti da passione deciderete di fare sesso contro il parapetto della camera di un albergo”… Vuoi che ti dica la mia faccia quando ho scoperto, capito, o meglio, REALIZZATO che i suoi genitori, che non mi avevano MAI vista leggevano quanto scrivevo? E sono soddisfazioni sì, ma anche “discrete” figure.
5. Il privato diverrà pubblico
E di tanta ironia, una cosa seria la dico: ti ritroverai ai colloqui di lavoro con gente che ha letto buona parte delle tue cose scritte. Anzi, ti dirò di più. Sarai anche chiamata (se il blog va bene) a dei colloqui perché apprezzano il tuo stile. E questo mi sembra cosa bellissima e giusta.
Ma quando capiteranno “personaggetti” (cit. Crozza/De Luca) che nel corso di un colloquio di lavoro esordiranno così: “Ho letto il suo pezzo sui motivi per cui fidanzarsi con un Romagnolo, ma intende avere figli adesso?”… Tu capirai che il blog è una gran figata, ma non sempre la gente che lo legge, lo è.
Tienilo a mente!
Geniale come sempre!
Tutto molto vero, ma mi rendo conto leggendoti di quanto io sappia essere subdola…
Ci sono persone che leggono il mio blog attentamente e ancora non sanno nulla sulla mia vita privata e mi definiscono misteriosa. Tu mi porti quindi a riflettere. Come faccio a scrivere in prima persona da 10 anni e passare anche per ‘misteriosa’(per altro sono una cazzona, altro che misteriosa!)
La verità è che faccio un po’ come nella vita quotidiana: parlo dei miei viaggi, suggerisco destinazioni e strategie, ma racconto sempre tutto TROPPO in prima persona e gli altri faticano a capire se sono partita da sola, in coppia, con amici, con un manipolo di terroristi ecc.
Appena mi si fanno domande personali, glisso. Come si glissa? C’è una strategia ever-green: fare domande sulla vita privata del mio interlocutore.
Una sola cosa interessa alle persone più delle vite degli altri: poter parlare della propria.
Io che poi scrivo romanzi (leggi: rubo storie e plagio vite) sono moooolto attratta dalle storie degli altri.
E mi nutro come un vampiro di chi è come te: così limpido da non saper non raccontarsi.
Ahaha bellissimo il pezzo sugli ingegneri! Mah, io penso che bisogna bloggare senza poi pensare alle conseguenze. Alla fine quando si blogga non si fa altro che mettere sè stessi su delle parole scritte, quindi è come se parlassi ad un enorme gruppo di persone…l’importante è prendere ogni episodio con il sorriso sulle labbra e vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. Ti fanno una battuta spiacevole, bhe hanno letto comunque il tuo blog. Ti fanno una battuta piacevole, tanto meglio…alla fine sempre bene va :-D!
Difficile non pensare alle conseguenze, ma forse tu sei avvantaggiato… Credo che in quanto donna ho una dose di pippe mentali inserita nel mio DNA maggiore della tua. Di default mi sa! ahahahah
Scherzi a parte, ho imparato a scrivere come mi viene, nella forma più libera che conosco… Ma ammetto che mettere me stessa nelle parole scritte (come dici giustamente) comporta sempre pro e contro! Ma se lo faccio, evidentemente, i pro ad oggi vincono 😉
Ahahah, tranquilla che di pippe mentali ce ne sono parecchie anche nel mio di DNA :-D!!!
(Dicesi pregio! 😉 ahahahah)
quasi quasi ci ripenso prima di proseguire con il mio blog 😉
Ahahahahahaha 😉
Sai che la storia dei colloqui non mi è mai capitata? Eppure nel settore in cui lavoro il mio blog lo conoscono in tanti grazie ad un articolo sull’argomento che anni indietro diventò virale.
magari sono stata fortunata 🙂
Onestamente, tenuto conto che domande di quelle tipologia sono discriminatorie e punibili dalla legge in quanto tali… Spero di cuore di essere stato sfortunata io!
Anche se, con o senza blog, quelle domande ancora esistono! E spero di cuore che blog o meno, non saremo più costrette a sentirle un giorno.