Il Monte Gabler è la cima più alta del gruppo della Plose: 2576 metri… e quando salirete nel corso di questa ciaspolata invernale diciamo che ne avrete più chiaro il concetto sulle vostre gambe.
Ma senza anticipare troppo torniamo all’escursione: siamo in Alto Adige, sopra Bressanone e la cima Gabler è una bellissima idea di percorso fuori dalle rotte più comuni e per questo l’ho proposta già nei trekking di gruppo che organizzo.
⚠️⚠️⚠️ Si deve SEMPRE controllare sui bollettini nivologici e in loco se ci sono rischi connessi alle valanghe. Importante andare a ciaspolare solo nei casi in cui le condizioni meteo e dell’innevamento siano favorevoli. Se non sapete capirlo, vi consiglio di chiedere a chi ben informato e di unirvi a guide e gruppi organizzati.
E ora procediamo con ordine.
Indice degli argomenti
Come arrivare?
Il punto di riferimento è Val di Funes, ma non solo. Partendo da San Pietro (Bolzano) sono circa 20 minuti di auto. Tenete inoltre presente che in inverno il passo delle Erbe è chiuso quindi ci si arriva da “giù”.
Il parcheggio è piccolo ma di solito non c’è quasi nessuno quindi per individuarlo vi rimando alla traccia gps che lo segnala chiaramente: traccia gpx cima Gabler (con partenza)
Il parcheggio non si paga.
Dati tecnici ciaspolata
DIFFICOLTÀ: impegnativa (a livello fisico) |
TEMPO: 5 ore |
DISLIVELLO: 975 m (a salire e poi a scendere) |
LUNGHEZZA: 14 km |
DOVE: Val di Funes (Alto Adige) |
Difficoltà percorso
La ciaspolata presenta due aspetti molto diversi tra di loro: la parte fisica, ovvero l’allenamento!
E la parte tecnica.
Tecnicamente: non presenta problematiche. Si tratta di una sorta di cima “panettone” che si può raggiungere da più lati (serve sempre verificare discorso valanghe naturalmente e muoversi con esperienza).
Fisicamente: impegnativa. Ci sono circa 1000 metri di dislivello ma predisposti anche in una modalità un po’ “perfida” ovvero inizialmente si sale gradualmente, ma alcune salite belle ripide sulle parte finale ci sono e lì di fiato ne serve.
La cosa però più difficile è lo stato della neve spesso cangiante. In alcuni punti non serviranno ciaspole, ma in altri a causa anche del vento che sposta la neve, senza ciaspole non si va avanti anche quando ha nevicato poco.
NB: naturalmente anche lo stato dell’innevamento cambia di volta in volta e non si può prevederlo in senso lato. Ma posso dirvi di non dare per scontato che le ciaspole non servano. L’ho fatto una volta in questa salita e vi assicuro che l’ho pagata.
Tornare con le ciaspole per quanto in modalità metti/togli è stato salvifico!
Trovate il racconto attraverso le stories con tutti i commenti a caldo: Val di Funes in inverno
Traccia gpx
PARTENZA: | Parcheggio posizione maps |
ARRIVO: | Parcheggio |
GIRO AD ANELLO: | ni (in parte si può fare) |
SEGNALETICA: | presente (ma bene avere anche la traccia gpx) |
TRACCIA GPX: | sì (da scaricare da desktop) |
Salita a cima Gabler
Quello che caratterizza questa salita che ho già fatto più volte sono alcune cose semplici:
– non si incontra nessuna malga aperta.
– si incontrano poche persone grazie al fatto che non ci sono malghe lungo il tragitto.
– richiede una bella fatica se fatta in inverno
Poche ma bellissime e pure caratteristiche là dove si parla di un percorso di montagna.
Attrezzatura consigliata
- ciaspole
Se anche ha nevicato poco, in questo percorso ci sono forti accumuli di neve a causa del vento. Consiglio di portarle ugualmente anche se si mettono e si tolgono. - ramponcini da usare a seconda dello stato del terreno, parti ghiacciate ci sono quasi sempre, ma le pendenze non sono tali da richiedere uso di ramponi ALPINISTICI nonostante questa sia la nuova moda di alcuni su instagram… Usare i ramponi alpinistici per sterrate?!
- Guscio
Altro capo che ritengo essenziale quando si va a ciaspolare su neve. - Scarponi impermeabili
Ma soprattutto loro: gli scarponi impermeabili. Si sta con i piedi nelle neve tutto il giorno, essenziale avere degli ottimi scarponi adatti anche per le ciaspole e/o i ramponcini/ramponi.
E ora veniamo alla descrizione del percorso.
Descrizione percorso cima Gabler in inverno
La prima parte è lungo una sterrata nel bosco. Larga, agevole, con salita graduale. Non presenta difficoltà. Semplicemente si sale.
Si arriva poi a un primo punto panoramico con diverse malghe e lo scenario si apre.
Se fino a qui le ciaspole non è detto che siano servite, una volta arrivati nei prati è possibile che servano. Soprattutto in alcuni punti… anche se metterle richiede sempre fatica e quindi si prova a proseguire, io sono sprofondata qui.
Questa parte devo dire che è bellissima con questi grandi pratoni, ma il meglio deve ancora venire.
Si prosegue e si riprende a salire.
Una delle cose che caratterizza la cima Gabler in inverno è l’ampia scelta di “punti di attacco” alla cima. Là dove non ci sono rischi di valanghe, la cima si presta molto per essere raggiunta da diverse parti.
In questo caso abbiamo preferito seguire il sentiero più largo e panoramico allungando un po’ ma altre volte abbiamo seguito i segnali più diretti facendo quindi una salita più “dritto per dritto”.
Vi do uno spoiler: la salita si deve fare ugualmente. Da un lato o dall’alto, la cima è in alto.
Altra cosa che rende la cima Gabler speciale e un po’ “bastarda” è che più volte pare di vederla e invece, no… la cima non è mai quella. Ci sono quindi alcune illusioni che ti faranno credere di essere vicino e invece, no.
Tornando al percorso: si sale per poi arrivare al “balcone sulle Odle”. Uno scenario pazzesco.
Solo che tocca prenderla di punta questa salita e arrivare a 2576 metri.
Questa parte che anticipa la salita finale, ha sempre presentato nella mia esperienza dei forti accumuli di neve e quindi le ciaspole qui sono essenziali perchè si sprofonda.
Di base si inizia a salire con una bella pendenza. Non c’è un sentiero fissato. Ci sono più punti in inverno, ma se cercate vedrete anche i segnali rossi e bianchi per quanto meno visibili del solito.
Dopo un po’ di salite che tolgono il fiato, ecco che finalmente si vede la vera cima Gabler. Prima erano solo illusioni. Ma mi ripeto dicendovi: scenari pazzeschi.
Soprattutto se attorno non c’è nessuno!
Arrivare in cima da una soddisfazione infinita.
Monte Gabler, 2576 metri. Da qui lo scenario diventa di 360 gradi. Di fronte il Plose.
Dall’altro lato le Odle. In lontananza sciatori e persone che si muovono, in cima nessuno.
Un sogno.
La discesa avviene nella stessa direzione con delle varianti che potete attivare. E se la neve lo permette, a volte lasciarsi scivolare è molto ma molto più facile che scendere a piedi.
Bellissima escursione invernale in una delle zone più belle delle Dolomiti ma ancora poco nota… una chicca.
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