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Viaggio in Martinica o l’isola che non c’è?
Prima di partire
Simona: “Stai scherzando? Vai davvero in Martinica?”.
Io: “Beh sì…”
Simona: “Scusa, ma cosa fai 10 giorni in Martinica? Ma perché proprio Martinica? Ma non ti annoi 10 giorni?…”
Ma a voi è mai capitato di dovervi giustificare con un’amica perché partite per il mare caraibico delle Antille francesi? (Eppure, succede anche questo).
Mai avrei pensato di andare a Martinica, davvero… fino al momento in cui ho trovato un’offerta Air France: volo a/r Milano/Fort de France Lamentin
€ 387,50 (normalmente costa circa € 960).
Mi capite adesso?

Organizzazione: i voli
Offerta Air France, un click, e la prenotazione è fatta. L’unico documento richiesto per entrare in Martinica è la carta di identità e la moneta locale è il nostro Euro. Tutto molto semplice quindi.
Una volta passata l’euforia dell’offerta, inizio a ricercare l’hotel e qui, arrivano le sorprese.
Consulto i soliti siti e mi rendo presto conto di non aver scelto una meta propriamente economica! I prezzi sono semplicemente allucinanti.
Fortuna (e disperazione) vuole che sul web trovo il sito www.homelidays.it con una grande offerta di appartamenti dislocati in tutta l’isola a prezzi ragionevoli. Prenoto un appartamento a Sainte-Anne, villaggio a sud dell’isola, spendendo € 600 per 10 notti da dividere in due, senza la richiesta di cauzione.
E questa è fatta, però ovviamente mi manca ancora il noleggio dell’auto… presa con AVIS sul sito rentalcars.com con costo per 10 giorni € 378 totali.
Ecco diciamo la Martinica non pare essere una meta low cost, ma per poter raggiungere ogni angola dell’isola, la macchina è essenziale.
E finalmente partiamo.
Dopo un veloce brindisi di capodanno, sono a Linate alle 5 di mattina del primo dell’anno.
La Martinica gode di clima tropicale con una stagione delle piogge, da giugno a novembre e una stagione secca da dicembre a maggio. A gennaio quindi è un ottimo momento e in effetti il clima è perfetto.
Circa 28-30 gradi di giorno molto ventilati e soprattutto smorzati da fugagi temporali o forse meglio definirli veri e proprio diluvi… della durata di 30-60 secondi! (Non potete immaginare quanti arcobaleni ho visto).
La sera si fa buio verso le 18 (ci sono 5 ore di fuso indietro rispetto all’Italia), ma tenuto conto che albeggia per le 7, potete anticipare la sveglia.
Arrivo a Martinica
Arriviamo in tarda serata all’aeroporto di Fort de France, dove prendiamo le chiavi dell’auto allo sportello dell’AVIS (momenti che regalano sempre grandi sorprese quelli del ritiro auto. Bisogna aggiungere l’assicurazione casco, l’autista aggiuntivo, e il prezzo improvvisamente lievita) e poi direzione Sainte Anne per andare all’appartamento.
Preso possesso dell’appartamento (semplice e abbastanza pulito), ci accorgiamo subito di quello che sarà il più grande problema della vacanza… le ZANZARE! Vi dico solo che ne porto segni EVIDENTI ancora oggi (e sono rientrata da oltre un mese).
Sveglia alle 7 del mattino, i raggi del sole entrano con prepotenza attraverso gli scuri delle finestre e con il fuso… come si può stare ancora nel letto?
Decidiamo di iniziare ad ispezionare il sud dell’isola.
Arriviamo in centro a Sainte Anne, piccolo villaggio di pescatori, con casette di legno dipinte con colori vivaci, circondato dalle spiagge più rinomate dell’isola.
Un salto in un supermercato locale e via verso la ben nota spiaggia di Salines, lungo nastro di sabbia bianca ornata da palme, l’unica spiaggia abbastanza frequentata che abbiamo trovato durante tutto il nostro soggiorno.
Al giungere delle ore più calde cerchiamo ombra in uno dei chioschi che si trovano sulla spiaggia e pranziamo.
Che dire? FIGATA!
2 di gennaio, in Italia freddo (e per chi sta al nord nebbia)… qui sole, mare paradisiaco, chiacchiere di due amiche, cibo niente male e una bella birra fresca!
Nel pomeriggio decidiamo di spostarci a Sainte Luce, altro piccolo borgo sul mare, ricco di strutture turistiche e ristorantini. Concludiamo le ore di luce con un bel tramonto in una delle spiagge adiacenti a questo piccolo villaggio. Cena in un ristorantino in Sainte Anne… e poi?
Ma è tutto chiuso! Riusciamo a concederci un mojito nell’unico posto aperto con musica della zona.
Il giorno dopo, decidiamo di risalire la costa ovest, una delle nostre mete preferite, la zona di Petite Anse, Anses d’Arlet, Grande Anse e Trois Ilets .
Si tratta di una zona particolare dell’isola, quattro paesini fuori dal tempo adagiati sul mare tra un saliscendi di verdi colline, vicinissimi tra loro ma molto diversi.
In 10 giorni abbiamo toccato ogni angolo dell’isola… percorrendo strade panoramiche, bellissimi tragitti che attraversano tutta la rigogliosa foresta pluviale, tra felci giganti, pendii collinari ricoperti di anthurium e folte macchie di bambù, intervallando escursioni nei vari villaggi, con pause in chioschi creoli e spiagge favolose, tutte diverse le une dalle altre.
Oltre agli occhi, anche il gusto è stato soddisfatto, difatti abbiamo sempre mangiato bene.
Numerosi i ristoranti di cui molti affacciati al mare (spettacolo no?) che offrono sia carne che pesce con verdure e riso, e il pesce qui é consegnato la mattina stessa dai pescatori del luogo. Ovviamente non manca il pollo (come potrebbe?).
Le specialità che a me sono piaciute: Acras, la tempura di pesce, i Crabes, ovvero i granchi farciti con polpa di granchio, spezie, aglio e scalogno e “Ti Punch”, un cocktail piuttosto forte, un mix di rhum lime e sciroppo di canna.
L’unico problema sono i prezzi!
Come in Francia anche qui conviene bere una birra o una qualsiasi bibita piuttosto che la semplice acqua. I piatti unici, anche nei baretti sulla spiaggia gestiti da Creoli, costano minimo € 18-20 escluse bevande.
Per la scelta dei posti in cui mangiare ci siamo affidate alla gente del posto o alla nostra fedelissima Routard che per la Martinica esiste solo in lingua francese (fortune).
Poi se vuoi bere un mojito, minimo sono € 7 (e se reggi l’alcol come me, è un bel problema).
Per completarvi la descrizione manca il discorso “vita notturna”.
Se si è alla ricerca della vita notturna, discoteche e attività simili, allora un consiglio: cambiate meta!
La Martinica è un’isola molto tranquilla, le serate più che di musica ad alto volume sono riempite dal canto delle rane canterine, che iniziano il loro concerto immancabilmente ogni sera al tramonto.
Martinica inoltre è un’isola vulcanica il che, oltre a dare quel suggestivo colore nero ad alcune spiagge, presuppone che sia una meta ideale per chi ama fare trekking.
E io quando sono partita avevo assolutamente promesso che avrei fatto trekking, che andavo anche per fare trekking,
che al mare mi sarei annoiata a stare ferma…
Solo che poi… Alla fine, Martinica sarà piccola, ma avevo un sacco da fare. Non ho avuto tempo di fare trekking. Davvero. Lo giuro.
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