Luglio 2021, Dobbiaco.
Sono anni che sento parlare di alcuni luoghi iconici delle Dolomiti, ma per una amante della montagna “silenziosa” come me accettare di vedere e camminare in posti affollati è uno stress che supera il piacere.
Al contempo però so bene che spesso questi luoghi hanno tanta gente perché meritano. Semplicemente.
E per questo in questo luglio 2021 ho deciso che era giunta l’ora di vivere la mia grande settimana dei classici dolomitici. Partendo dall’Alto Adige. Facendo campeggio a Dobbiaco.
E soprattutto andando da sola, in solitaria… Perché Michele, il mio compagno, non ci pensa neppure.
E allora vi racconto di questo grande, grandissimo classico: il Lago di Sorapis.
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Indice degli argomenti
Dati tecnici escursione
DIFFICOLTÀ: media(E con tratti EEA) |
TEMPO: 3.15 ore a/r |
DISLIVELLO: 425 m (a salire e poi a scendere) |
LUNGHEZZA: 11,35 km |
DOVE: Passo Tre Croci, Veneto |
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Dove parcheggiare per andare al Lago Sorapis?
Mettete sul navigatore Passo Tre Croci e arrivate in procinto del sentiero. Siamo in Veneto, nelle Dolomiti Bellunesi, vicino a Cortina.
Per parcheggiare l’auto al Passo Tre Croci che è da dove parte poi il sentiero 215 che conduce al Lago Sorapis serve lasciare la macchina sul bordo strada.
Non c’è un parcheggio gigante, ma c’è spazio sufficiente ai bordi della strada.
Naturalmente l’ideale è arrivare la mattina presto per trovare posto senza problemi.
Qui non si paga parcheggio (rarità da queste parti).
Attenzione ad arrivare troppo tardi soprattutto nel weekend che rischiate di non trovare più posto.
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Lago Sorapis: a chi si rivolge questo percorso?
So dirvi bene e chiaro a chi NON si rivolge: a tutti.
Non è adatto a tutti solo perchè tutti ne parlano. NO.
Non è adatto a tutti quelli con le scarpe da ginnastica perchè: “Avevo solo quelle, mi hanno detto che è facile”.
No, non è facile. Sulle roccette con le scarpe da ginnastica è come se foste su uno scivolo bagnato!
Non è adatto a chi non ha mai camminato in montagna, a chi non sa cosa significhi fare escursionismo, a chi soffre di vertigini o a chi ha paura del burrone di fianco. No.
Di mio ho letto diversi pezzi ben descritti prima di scegliere di salire.
Mi sembravano chiari: “Attenti, questo percorso è famoso, ma rimane un percorso per escursionisti. Le parti tecniche sono brevi, ma ci sono” e poi ho visto gente terrorizzata scivolare con le scarpe da ginnastica su parti in roccia e sentiero esposto.
Qui siamo nelle Dolomiti, per LORO (i montanari delle Dolomiti, LORO) questo è un pezzo facilissimo… Ma questa è gente che vive a ferrate e rocce da che avevano 3 anni eh. Hanno ben altri parametri 🙂
E quindi, scusate, non sarò “moderata”.
Sarò chiara: se NON siete escursionisti, se NON avete pratica di montagna, se non avete mai camminato su rocce o parti esposte, iniziate con il farvi esperienza ma questo percorso non è adatto a voi.
Rischierete di viverlo con terrore.
Come minimo.
E ora parlo agli escursionisti… a cui questo percorso si rivolge.
Escursione in solitaria: perchè l’ho fatta da sola?
Di mio ho sempre detto che quando cammino da sola scelgo solo percorsi semplici, non esposti, non tecnici… FACILI! Bene, questo non lo è e non l’avrei scelto… Ma il fatto di sapere che a luglio e ad agosto avrei fatto il sentiero con tante tante tante altre persone mi ha fatto sentire serena.
Non lo farei a novembre.
Non lo farei in una giornata di pioggia. Ho scelto di farlo in solitaria in una giornata in cui sapevo che non sarei stata sola (e delle persone mi fido, di mio ho pensato che mi avrebbero supportato in caso di necessità).
Difficoltà percorso
Il percorso in totale prevede 10/11 km, con circa 400 metri di dislivello che sono anche pochi (ciò non toglie che qualche salita ben assestata c’è), ma la parte più complessa è la “seconda” ovvero quella più tecnica.
Il terreno è dissestato: rocce, roccette, roccia liscia e radici.
Sentiero esposto in alcune parti un po’ vertiginose. Corda in acciaio ad aiutare. E scalette metalliche, ma serve prestare attenzione lo stesso.
Le parte tecniche durano poco, verissimo, ma ci sono.
Il sentiero in compenso è abbastanza largo tranne in pochi punti che però durano molto poco.
Consigli per l’escursione
- Arrivate presto la mattina!
Questo è un percorso che prevede l’andata e il rientro dallo stesso sentiero (n°215) e dal momento che c’è tanta tanta gente che lo frequenta, prima arrivate e meno gente incontrate. NB: ho scoperto che si può fare un anello, ma non so dirvi la difficoltà non avendolo fatto - Attenzione alle code
Dal momento che in diversi passaggi riesce a passare solo una persona alla volta, quando scendete mettete in conto che il tempo dipende da quanta gente sale - Precedenza a chi sale
Ricordate che per FairPlay in montagna si lascia passare chi sale perché fatica - Bacchette utili
Essendoci parte un po’ più tecniche io le consiglio. - Si può fare con i cani, sì.
Ne ho visti tanti e avevano meno problemi delle persone.
Traccia gpx
PARTENZA: | Passo Tre Croci |
ARRIVO: | Passo Tre Croci |
GIRO AD ANELLO: | no |
SEGNALETICA: | sì |
TRACCIA GPX: | sì |
Escursione Lago Sorapis da Passo Tre Croci
Si parcheggia a bordo strada, si trova subito un cancello che fa accedere a un pascolo e si parte sereni.
La prima parte è decisamente quella più “illusoria” perchè parte serena. Su strada forestale. E dentro un bel boschetto fresco.
Nel mio caso a inizio luglio ho incontrato solo un nevaio per fortuna non insidioso ma anche per questo le bacchette sono sempre utili, in questo percorso di più.
Prima parte del sentiero 215 che conduce al Lago di Sorapis è quindi dentro un bosco con terreno agevole e non dissestato oltre modo.
Si esce dal bosco e lo scenario si apre. Iniziano quindi le parti con roccette e un po’ di ghiaia ma piuttosto agevoli camminando.
Dopo circa un’oretta credo (ma ognuno hai i suoi tempi) inizia la parte più tecnica.
Si incontra una parte in roccia (liscia e scivolosa) con corda metallica a lato. Grazie alla corda si sale facilmente in salita, attenzione in discesa che si scivola.
Poi si trovano scale metalliche, le più semplici.
E poi inizia il sentiero con a lato “il panorama”. Questa parte può essere vertiginosa, ma il sentiero è largo seppur dissestato con rocce e radici.
Si incontrano ancora rocce, corde metalliche e sentiero esposto.
Si rientra poi nel bosco quando manca ormai poco al Lago. Come in un video games, la meta va conquistata!
Parte di roccia totalmente liscia (io davvero non so come facciano con le scarpe da ginnastica!)…
E poi si intravede il Rifugio Vandelli.
Arrivati davanti ai cartelli il Rifugio Vandelli è a sinistra, ma il Lago di Sorapis a destra.
Si va a destra.
E non ci sono parole.
Fidatevi. Il Lago di Sorapis lascia esterrefatti. Senza parole.
Di mio ho impiegato circa 1,30 a salire e ad arrivare al Lago con mille foto e calma (sentivo due escursioniste ginniche 1.18), ma in discesa sono stata più lenta anche per via di tutte le persone incontrate a cui serve dare precedenza. O meglio mi veniva proprio da darla a volte a prescindere dall’educazione montanara per un discorso anche umano: molte erano in difficoltà.
Arrivando al lago di mercoledì alle 10, ho trovato persone sì, ma poche.
IMPORTANTE: al fine di preservare lo stato di salute del Lago di Sorapis è stata emessa un’ordinanza che VIETA la balneazione. Si parla di un luogo magico, naturale, se questo serve per preservarlo, bene.
Nel mentre ero lì un ragazzo, straniero, convinto forse di essere più furbo, si è buttato… E la cosa che ho AMATO: l’hanno subito redarguito e fatto uscire, ma non i poliziotti per dire, ma gli escursionisti informati che erano presenti. Non ho neppure fatto in tempo a unirmi al coro. Che orgoglio. (Lui lo sapeva già che non si poteva, è uscito).
Una volta che avete assaporato la magia unica di questo specchio d’acqua color turchese, potete andare al Rifugio Vandelli e poi rientrare da dove siete arrivati.
Personalmente come sempre trovo la discesa molto molto più difficile della salita e qui di certo non si è fatta eccezione, ma il fatto di dover andare piano anche per lasciare il passo a chi sale, aiuta.
Buona magia escursionisti.
E per chi escursionista non è? Fatevi esperienza. Fate qualche escursione per davvero, prendere scarpe da trekking e solo DOPO potrete salire anche voi assaporando questo luogo e il suo percorso, consiglio da amica.
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