Quale escursione invernale o ciaspolata che dir si voglia scegliere sull’Alpe di Siusi se si vuole qualcosa di panoramico e spettacolare?
La risposta che mi hanno dato è stata questa: Giro del Bulacia (e anche se pure io credevo che si dicesse Bullaccia, i cartelli erano molto chiari… “PU Giro del Bulacia” scritto così).
Ma scendiamo nei dettagli dell’escursione.
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Indice degli argomenti
Dati tecnici escursione INVERNALE
DIFFICOLTÀ: E |
TEMPO: 2,40 (in totale) |
DISLIVELLO: 350 m a salire (e poi a scendere) |
LUNGHEZZA: 8.70 km |
PAESE RIFERIMENTO: Compaccio funivia a monte, Alpe di Siusi |
Traccia Gps
PARTENZA: | Compaccio, cabinovia a monte (ovvero si parte dall’arrivo della cabinovia) |
ARRIVO: | Compaccio, cabinovia a monte |
GIRO AD ANELLO: | sì |
SEGNALETICA: | sì |
TRACCIA GPS: | sì (per scaricarla dovete collegarvi a Wikiloc da desktop) |
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Cosa sapere prima di andare?
- quando si parla di escursioni invernali sulla neve è sempre importante essere accorti, prudenti e informati. La montagna in inverno è ancora più “complessa” che in estate.
- informatevi sempre prima di partire presso qualcuno che abbia notizia aggiornate (centro informazioni, rifugi o hotel stesso per farvi indirizzare o quanto è ufficiale) e informatevi sullo stato della neve.
- attenzione al rischio valanghe, da informarsi sempre.
- in merito alle nuove leggi legate all’artva vi lascio qui un link: Ciaspolatori con Artva dal 1 gennaio 2022
Da dove si parte?
Punto di riferimento: Compaccio, cabinovia a monte.
Il paese di riferimento è Siusi. Dovete arrivare fino al parcheggio della cabinovia (che dovrebbe essere gratis, ma io mi muovevo con mezzi pubblici quindi non so). Da qui si lascia auto e si acquista biglietto della cabinovia. € 19 per andata e ritorno (17 dicembre 2021). Abbastanza caruccio, sì, ma davvero eccezionale: in 10 minuti siete sù.
Diversamente si può salire anche in auto. Ci si impiega sicuramente di più ma il problema è che in estate per il parcheggio chiedevamo 30 euro.
L’escursione parte dall’arrivo della cabinovia su a Compaccio.
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Ciaspole sì o ciaspole no?
La risposta è: dipende.
In linea generale le ciaspole servono quanto c’è neve fresca e là dove si cammina su sentieri e non su piste battute. Beh qui io sono salita senza ciaspole pensando di trovare tutte piste battute e invece… in una belle parte era tutto sentiero e sprofondavo ad ogni passo con gran fatica. Quindi io non le avevo, ma le avrei tanto volute.
In una seconda parte invece era tutto su pista battuta. Mi sono bastati i ramponcini (essenziali però per me).
Difficoltà percorso?
Questo percorso in linea generale è agevole. In estate sarebbe facile, in inverno con la neve il giro completo viene descritto da alcuni facil, da altri medio…
Io direi che dipende dalle condizioni della neve e del meteo. Nel mio caso posso confermare senza ombra di dubbio livello medio avendo fatto una gran fatica a salire.
- Come detto, ho sbagliato e sono partita senza ciaspole.
- La neve a causa del caldo era marcia e ho iniziato nella parte in salita a sprofondare a ogni passo che facevo fino alle ginocchia, potete immaginare la fatica? Ecco, io l’ho sentita tutta.
- Inoltre c’è una parte prima dell’arrivo al Rifugio Arnika leggermente esposta è che essendo tutta neve mi è poco piaciuta anche se devo dire che è durato pochissimo eh.
Per questo lo classifico di livello medio se lo fate come me in solitaria e senza ciaspole. Ma come sempre la differenza qui è data da tante cose: il meteo, lo stato della neve, l’attrezzatura!
Lo consiglierei però in compagnia in inverno e con le ciaspole.
Nel mio caso ho incontrato davvero poche persone.
Percorso
La prima cosa che vi dico è che per arrivare all’inizio della ciaspolata serve prendere la cabinovia o comunque arrivare a Compaccio (ci si arriva anche in auto).
Lasciando la cabinovia alle spalle si va verso sinistra, in direzione dell’hotel Alpina Dolomites e si segue la strada (asfaltata) per una primissima parte.
Ci sono cartelli che indicano Bulacia.
Si inizia quindi a salire e parte il Giro del Bulacia.
NB: questo è il giro completo.
So che volendo si può prendere la seggiovia che toglie una bella fetta di salita, ma siccome io non l’ho fatta e anzi, ci tenevo a farmi tutta la salita, non so darvi indicazioni in merito.
Altra cosa da dirvi: questa escursione invernale l’ho fatta in solitaria dopo essermi informata bene il giorno prima della partenza, ma la consiglierei in solitaria solo a escursionisti con esperienza.
La montagna in inverno non è mai “facile” a mio parere.
Partiamo quindi con la descrizione del percorso.
Prima parte in salita. Graduale. Su strada battuta.
Ho messo quasi subito i ramponcini perchè vero che non avevo la cispole e le neve era abbastanza soffice, ma a ogni passo scivolavo senza ramponcini e quindi, la fatica aumentava.
Ramponcini devo dire favolosi per gran parte del percorso.
La prima parte si allontana dalle piste da sci (che sono a lato). Si prende la devozione per la Di Baita (una malga) e si e si lascia così la parte delle piste da sci. Qui si trovano solo escursionisti e posso dirvi, qui di mio non ho più trovato nessuno.
Paesaggio a dir poco spettacolare. Silenzio totale. Un filo di vento. Cielo BLU. Giornata spettacolare. Come fai a non sentirti fortunata?
Si prosegue lasciando la strada battuta e andando su sentiero, ma per fortuna inizialmente la neve era già calpestata per bene da altri ma ho iniziato a vedere i classici “buchi” di quanto il piede va giù pensando: “Speriamo la neve tenga”… ma come sapete se fa caldo o verso ora di pranzo, diventa più difficile.
Proseguo con lo scenario pazzesco e faccio una piccola parte esposta. In ombra. Devo dire che è quella che mi è piaciuta meno.
Proseguo poi per il rifugio Arnika… E nonostante dai cartelli risultasse aperto, in realtà lo trovo chiuso. Incontro una escursionista in senso opposto, e basta.
Dal rifugio Arnika inizio a salire verso la panca delle streghe e qui… inizio il calvario. Sono pochi metri di dislivello, credo massimo 100 o 150 con il piccolo dettaglio però che qui ormai la neve è “marcia”, non ho la ciaspole e ogni singolo passo che faccio… sprofondo.
No beh, ma la fatica? Ma le litanie che inizio a dire nella mia mente?
Guardo i km che mi mancano per finire il giro ad anello perchè per alcuni attimi penso seriamente di tornare indietro. Davvero faticoso salire così ma soprattutto io nel 2019 mi ero fatta un gran male al ginocchio con questo “gioco” della neve e la paura di rifarmi male, c’è.
Ma non mi conviene. Sono quasi a metà. Manca poca salita, poi sarà tutta discesa e io onestamente sono molto curiosa di vedere com’è il giro ad anello e quindi tengo duro… e vado avanti. Arrivo alla panche delle streghe (totalmente ricoperta) e poi proseguo.
Ancora salita ma riesco a tratti a non sprofondare… E poi finalmente pian piano che mi avvicino alla cima la neve resta più solida fino a che mi si apre il paradiso!
Non solo lo scenario è pazzesco la parte una bellissima pista battuta con neve consistente e che mi tiene su. Ma la meravilglia?
La discesa è una delle discese più belle e divertenti della mia vita. Da sola, immersa in uno scenario magico ma senza alcuna difficoltà o problematica… pura e semplice magia! Esiste allora?
Nel giro di pochissimo scendo, godendo però ogni attimo e a quel punto…
Strudel di premio!
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