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Rifugio Marinelli: uno dei trekking più belli della Lombardia
Premessa: avete mai provato a trasmettere con forza e decisione e tanta veemenza una vostra passione a un’amica? Io sì e tutto sommato ne vado ancora fiera oggi… Questo però era stato il primo trekking da cui ero partita per convincerla e forse, diciamolo, non ho saputo calcolare bene il concetto di “passeggiata”, termine che oggi – ormai – non uso più…
“Allora andiamo su il weekend? Ci sarà musica dal vivo. Un week end meraviglioso di paesaggi, cibo e compagnia. Non ti preoccupare per la camminata, sarà una passeggiata, poi dormiamo lì. Ce la prendiamo con calma, nessuna fretta”.
E lei: “Ma è impegnativo?”.
E io: “Beh diciamo che se affrontato con calma è fattibile, non ti preoccupare” (rispondo io nel mentre in cui penso al pezzo chiamato i 7 sospiri… ).
Il Rifugio Marinelli Bombardieri è la meta del nostro trekking, uno dei rifugi storici più noti della Valmalenco. Siamo sopra Sondrio, Lombardia, nel cuore delle Alpi e avendo già percorso quest’escursione precedentemente so bene che ne vale la pena, nonostante alcuni tratti siano (come dire) impegnativi come fiato.
Se non si ha alcuna pratica di montagna come la mia amica Barbì (ai tempi) forse anche qualcosa di più…
Da Campo Moro al Rifugio Marinelli Bombarbieri
Trekking
Partenza: Campo Moro (2000 m)
Arrivo: Rifugio Marinelli Bombardieri (2813 m)
Dislivello: 813 m
Difficoltà: E (escursionisti)
Durata: 3 ore/ 3 ore e trenta solo a salire
Come si arriva:
Partendo da Sondrio sono circa 45 minuti di macchina. Prima ci si dirige verso Lanzada e poi Franscia fino a Campo Moro. Una volta arrivati alla diga di Campo Moro avete solo l’imbarazzo della scelta per il parcheggio. Iniziate a percorrere la diga fino ad arrivare al sentiero.
Descrizione percorso da Campo Moro al Rifugio Marinelli
Di fronte si staglia la diga di Campo Moro, ben nota in Valtellina, e dopo pochi passi, ecco lì davanti il sentiero.
L’avevo già preparata alla mia amica: il primo pezzo è in salita. Si parte subito così.
Una salita ripida di circa 20 minuti piuttosto sfiancante, ma (avevo aggiunto)… “non temere che dopo la situazione si stabilizza un po’ di più”, certo ci sono pur sempre 800 metri da fare.
E così si parte.
Il primo tratto passa dal bosco e risulta piuttosto coperto, solo in alcuni punti si ha una vista più ampia, ma dipende da quanta fatica state facendo, e ammetto che qui, sia la mia amica che io, il paesaggio, non lo guardavamo molto.
Superata però la prima salita la situazione sembra migliorare, o come le dicevo: “ti assicuro che non peggiora”.
Inizia un tratto molto più sereno con addirittura dei punti pianeggianti, che ovviamente rincuorano e lasciano spazio a qualche chiacchiera.
In realtà tutto quanto attorno rapisce la vista, e di tante occasioni in cui la chiacchiera è necessaria, in montagna non è minimamente richiesta… E spesso è il percorso stesso a imporre momenti di silenzio.
Superato il bosco di larici si intravede in lontananza il Rifugio Carate Brianza posto a 2636 metri che può essere ottimo per una pausetta prima di proseguire la salita al Rifugio Marinelli, che si inizia a intravedere.
A vederlo sembra anche abbastanza vicino, ma mancano ancora i 7 sospiri ovvero una sequenza di dossi serrata che per molti sono il pezzo di maggior difficoltà. Personalmente continuo a ritenere il pezzo peggiore l’inizio, che non i famosi 7 sospiri che tutto sommato hanno una pendenza non eccessiva, ma forse è solo una mia sensazione.
Sono circa due ore di cammino fino al Rifugio Carate Brianza.
Il percorso per il Rifugio Marinelli prosegue senza grandi difficoltà passando attraverso la Bocchetta delle Forbici e alternando pezzi in piano a un paio di salite. Questo percorso l’avevo trovato innevato a luglio, mentre finalmente ad agosto lo scenario era totalmente estivo.
Diciamo che quella che si fa sentire di più sulle gambe è la salita finale, lo sperone che divide dal rifugio Marinelli, a maggior ragione che si intravede la meta così vicina, eppure ancora tanto vicina non è… (L’illusione ottica è incentivante, per alcuni. Per me notevolmente irritante).
La mia amica in tutto questo? Cala nel suo silenzio, respira, ha un bel colorito rosso accesso in volto, ma non si lamenta neppure una volta. E quando le chiedo se tutto procede per il meglio riesce anche a rispondermi… Il che mi fa presupporre che sia in forma.
“Vedi, te l’avevo detto… Se si va piano, non è poi così stancante”, asserivo io convinta del mio.
Arriviamo al Rifugio Marinelli Bombardieri, 2813 metri (qui trovate le varie attività che svolgono) una vista sulle cime attorno impagabile, un’arietta frizzante e, sfiga vuole, pure un cielo coperto che minaccia pioggia.
Il Rifugio è uno dei più noti della Valtellina, di proprietà del CAI di Sondrio, decisamente grande e ben organizzato.
La tappa è raggiunta e qui si possono iniziare ad assaporare i piaceri della montagna, pizzocheri valtellinesi in primis.
E io mi ci dedico con dedizione passando dai pizzoccheri valtellinesi a un secondo di carne (che ora non ricordo cosa fosse) e attendendo sempre con gioia il momento del dolce, solo che noto che la mia amica… non tocca cibo! Niente.
Se al momento della merenda non mi ero preoccupata, nel corso dell’aperitivo non avevo badato, arrivate alla cena resta poco adito ai dubbi… “Ho distrutto” la mia amica!
Anche al Rifugio Marinelli si va a dormire puntuali alle 22 nelle camerate con i letti a castello, che io ho trovato decisamente comodi. Il giorno dopo in tutta calma noi siamo scese, ma volendo è un’escursione che si può fare serenamente una giornata con un totale di 5/6 in tutto di camminata a seconda del vostro ritmo.
Ma se avete modo una notte al rifugio ve la consiglio, l’emozione del tramonto su quelle cime, per me, resta sempre impagabile.
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