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Cordillera de los Frailes: trekking alla scoperta delle etnie in Bolivia
La Cordillera de los Frailes è la cresta dentellata che si intravede da Sucre, una catena montuosa posta nell’altipiano centrale della Bolivia, sulle Ande, che tocca i dipartimenti di Potosí e Chuquisaca. Sintetizzando il concetto: quando si va a Sucre, la capitale della Bolivia, se si ama la montagna, fare tappa qui è altamente consigliato.
Se spesso vi parlo e vi racconto dei trekking in Italia, negli ultimi anni è diventato per me essenziale ricercare anche il contatto con la montagna nei miei viaggi all’estero. Da qui la scelta della Bolivia essendo uno dei Paesi in cui l’escursionismo (e l’alpinismo soprattutto) sono decisamente dei fiori all’occhiello. Per capirci: meraviglia alla stato puro.
Come organizzare il trekking nella Cordillera de los Friales?
La Cordillera de los Friales significa da un lato montagne, paesaggi e natura, dall’altro cultura ed etnie locali dal momento che proprio qui vivono ancora in condizione di forte isolamento dal mondo circostante diverse comunità che preservano la loro lingua, la loro cultura e le loro tradizioni (MAPPA).
Questa zona montana è abitata da delle piccole comunità che ancora resistono e vivono sui monti, ma restano molto isolati dal contesto cittadino di Sucre (moderno e contemporaneo) e tendono a isolarsi sempre più alle volte non amando neppure le visite esterne dei turisti.
Prendendo una guida però non si pone nessun problema dal momento che le guide parlano l’idioma delle comunità (che non è spagnolo) e soprattutto conoscono la loro storia e la rispettano, facendola capire anche ai noi turisti.
Diciamo che visitare questi luoghi senza guida perderebbe (a mio parere) del 50% visto che questo è da un lato un trekking, da un lato una vera visita nelle comunità locali e nei loro “pueblos”.
Opzioni e durata del trekking alla Cordillera de Los Friales
Il trekking o la visita alla Cordillera de los Friales e ai suoi villaggi può essere di:
1 GIORNO
Ci sono diverse possibilità che portano al cratere di Maragua o alle orma dei dinosauri e tantissime agenzie che le fanno a Sucre.
Ci si muove per lo più in auto e si cammina poco.
Costi: variano da agenzia a agenzia e a seconda della gita.
390 o 420 bolivianos, se non si trovano altri compagni di viaggio, il tour è privato.
2 GIORNI
Trekking e cammino, con parecchie ore.
Costi: 550 bolivianos (80 dollari a testa minimo 3 persone).
3 GIORNI
Trekking e cammino, con ancora più ore in movimento.
Costi: 650 bolivianos (95 dollari)
4 GIORNI
Trekking e si dorme anche in tenda (a saperlo prima)…
Costi: 800 bolivianos (117 dollari).
Personalmente ho scelto l’opzione di 2 giorni (avendo ormai finito i giorni disponibili di viaggio) che ora vi racconterò e per organizzare il tutto mi sono rivolta a Condor Trekkers, agenzia NON a fine di lucro, consigliata anche dalla Lonely.
Questa agenzia non si pone l’obiettivo di guadagnare, ma al contrario di aiutare gli abitanti di questi piccoli villaggi, contribuire alla loro economica locale in un modo rispettoso portando soldi e aiuti concreti. Fondata da un australiano che si era innamorato della Cordillera de los Frailes, lui viaggia ancora in giro per il mondo, ma l’agenzia funziona molto bene da anno con una quindicina di persone che ci lavorano.
Hanno già sviluppato dei progetti (quali una biblioteca) e mi piace molto il contatto umano delle guide con gli abitanti e la loro capacità di giocare a favore di queste comunità. C’è reale sintonia tra loro, o meglio, così mi è parso.
Altra cosa da sapere: sono totalmente vegetariani. Facendo il tuor con loro, i pasti, saranno vegetariani. Sappiatelo!
Cosa sapere sul trekking nella Cordillera de los Frailes
- Le comunità che vivono questi posti hanno delle regole locali poco chiare e diverse, meglio però conoscerle se intendete farlo da soli e senza guida.
- Non ci sono segnali e i bivi sono continui.
- Fa un caldo assurdo! Se lo si fa nei mesi stagione secca, preparatevi a un bel caldo non consueto in Bolivia
- Essenziale cappellino e crema solare. E si di solito non li usate che voi siete abituati? Qui no, sono altri climi, qui servono.
- Acqua! Serve anche tanta acqua, ma la guida vi dirà anche quando potete ricomprarla.
- Inadatto a chi soffre di vertigini, alcune parti sono esposte.
- Il trekking di più giorni nella Cordillera de los Frailes è inadatto a chi non ha mai camminato: loro vi diranno che è adatto a tutti, anche a chi non ha mai camminato… Avete mai visto un percorso che dura anche 8/9 ore adatto a chi non ha mai camminato? Io non lo consiglierei. Serve un minimo di esperienza, nulla di complicato, ma si rischia di fare tanta fatica se non si ha alcuna pratica.
- Trekking mediamente facile (quello di 2 giorni) se escursionisti o amanti della montagna (o allenati).
Descrizione percorso 1° giorno di trekking Cordillera de los Frailes
Partenza: Cappella Chataquila (3650 metri)
Arrivo: Maragua, cratere
Durata: 8/9 ore
Dislivello a salire: 300/400 metri
Difficoltà: E (alcuni tratti sono esposti)
Punto più alto come altitudine: 3650 metri
Partenza dalla cappella di Chataquila: arriviamo di buon’ora (il punto di ritrovo era alle 6.30) e facciamo una splendida colazione. Siamo a 3650 metri, e il vento fa già sentire che c’è una bella differenza di temperatura rispetto alla calda Sucre con i suoi 20/25 gradi.
Una cosa molto carina che avviene in questa chiesa/cappella sono le donazioni alla Vergine di Guadalupe. La gente di queste comunità non crede in Dio quanto nella Madre Terra (Pachamama), nel Dio Sole e nella Dea Luna. Non sono quindi cattolici, ma credono nella vergine di Guadalupe e le portano delle offerte per chiedere favori quali amore, denaro o vedete voi.
E sapete cosa offrono in cambio? Foglie di coca. Facciamo anche noi l’offerta di rito e poi iniziamo il trekking.
Si inizia ripercorrendo un’antica strada Inca e gioisco perché finalmente ne vedo una.
Percorriamo quindi i primi 4,5 km lungo questa strada Inca, un’insieme di massi e ciotoli ricomposti piuttosto ben tenuti.
La strada è totalmente in discesa quindi dai 3650 metri di altezza si scende. Non è troppo ripida e si percorre piuttosto bene solo serve prestare attenzione a dove si mettono i piedi perché il terreno è decisamente sconnesso e le caviglie qui se la rischiano alla grande!
Dopo circa due ore e trenta di camminata si arriva a una strada sterrata in quasi pianura e si prosegue su quella per un’ora e mezza, due ore.
Qui si possono vedere decisamente i colori delle montagne, la loro conformazione e soprattutto si può alzare la testa (visto che nel mentre si scendeva la strada inca non era consigliabile farlo).
Si cammina dentro questa gola e si passa da una comunità, un pueblo (anche se nel concreto non incontriamo nessuno).
In compenso la guida paga un pedaggio per entrare e ci registriamo, come si usa fare qui.
Pranzo vegetariano! Che per me è splendido e devo dire anche molto buono. Panini, uova sode, formaggio, avocado o nachos. Insalata di patate e altre cose che rientrano nella categoria: abbiamo mangiato tutto!
Dopo pranzo si prosegue verso il fiume per mettere i piedi al fresco. Io vi confesso che per paura il sollievo fosse troppo evito di concedermelo… avevo la fissa sul dopo: la parte difficile arriva nel pomeriggio, per l’esattezza dopo pranzo!
Se la mattina non abbiamo fatta salita, taaaa dan: la salita parte da dopo pranzo e io ovviamente avevo mangiato senza ritegno.Bene.
Dopo la pausa al fiume la guida dice “30 minuti di salita e poi 3 ore per arrivare”. A parte il tempo tenete presente che la salita di per sè non è nulla di troppo impegnativo, ma dopo mangiato e con il caldo delle 14 di pomeriggio, beh, non è affar semplice semplice.
Si fa, con qualche litania nella mente (io di solito inizio a borbottare tra me e me cercando sempre un colpevole a cui dare la colpa per poi capire che tanto l’ho scelto io!) ma come dicevo, si fa.
Meglio pian piano a mio parere, ma fate voi.
Dopo la salita più “intensa” si inizia a salire sempre gradualmente. Il paesaggio attorno è notevole e i colori della terra sotto i vostri piedi cambiano spesso. Ci sono un paio di punti con sentiero esposto, da evitare se si soffre di vertigini.
E poi finalmente il cratere di Maragua! Talmente grande da averci costruito un paese dentro.
Dopo “solo” 8/9 ore si arriva a destinazione e si puó iniziare a godere: mangiare a volontà. Chiacchierare e riposarsi (siamo arrivati per le 17).
La notte viene trascorsa nelle “cabanas”, ma quelle in cui sono stata io erano praticamente nuove (9 mesi). Molto pulite, carine, con il bagno. Non c’è acqua corrente peró, si fa con le bocce d’acqua anche solo per scaricare il bagno. Ci facciamo una bella cena vegetariana con tanto di mate e dolcetti… e poi io godo al solo pensiero di poter dormire quasi 12 ore.
Sono le 20.30. Si va a nanna.
Descrizione percorso 2° giorno di trekking Cordillera de los Frailes
Partenza: Maragua
Durata: 4/5 ore
Dislivello a salire: 300/400 metri
Difficoltà: E (terreno sconnesso)
Punto più alto come altitudine: 3500 metri
Sveglia alle 8 e colazione alle 8.30, ma tenuto conto che ero a dormire dalle 20.30, ammetto, mi sono svegliata prima.
La notte è stata piacevolissima visto che abbiamo dormito in letti abbastanza comodi (non so come mai fossero sfondati un po ‘ nel centro, ma non sottilizziamo) e con lenzuola pulite. Coperte a sufficienza, tutto bene quindi.
Facciamo colazione con quanto ci danno avanzando del tutto il latte con riso…(c’era anche un inglese nel gruppo e pure lei ha dovuto desistere. Per noi italiani, il latte con il riso no dai, o vi piace?) e poi si va a vedere il Mirador del Gargata del Diablo di Maragua in pochi minuti lasciando gli zaini alle cabanas.
Qui la popolazione è ancora totalmente animista e legata alla religione del passato, non sono cattolici. Credono nella Madre Terra come detto sopra ma di conseguenza anche nel diavolo e fanno offerte sia a una che all’altro.
Dopo aver visto questo luogo particolare, torniamo a prendere gli zaini e ci dividiamo dal gruppo che farà 3 giorni di trekking lungo la Cordillera de los Frailes (tutte donne) con mio grande dispiacere. Proseguiamo divisi: io con Michele e la nostra guida visto cihe faremo solo due giorni noi (le altre ragazze 3).
La camminata di oggi è decisamente molto più semplice di quella del giorno prima e per le ore in sè e per la difficoltà.
Partiamo con il fare una strada sterrata in piano, passiamo da un villaggio e qui ci fermiamo a vedere il museo delle arti indigene creato da un signore locale.
Ci racconta delle pietre che ha trovato attorno al cratere, dei fossili e degli strumenti che si usano nel villaggio… Ammetto che non essendo i miei interessi principali non vedevo l’ora che finisse, ma il signore merita assolutamente una tappa. È troppo accorato e appassionato! Decisamente un bell’incontro (più umano che non per il museo in se).
Proseguiamo sempre lungo la strada sterrata per circa un paio di ore. Iniziamo poi a salire con estrema serenità: serve arrivare in cima (3500) ma la salita è graduale e non richiede grandi sforzi (dipende sempre da allenamento per carità ma rispetto al camminare in alta quota, tutt’altra cosa).
Arriviamo quindi in cima e attorno ci si apre una vista a 360 gradi sulla Cordillera de los Frailes, montagne secche e brulle, mi ricordano il medioriente tanto sono secche. Mangiamo un buon pranzetto sempre vegetariano com tortilla e formaggio e verdure, ma anche insalate preparate con lenticchie e altre combinazioni, lo scenario merita.
Fa caldo, ma non in modo esagerato quindi si sta davvero bene. E poi parte la discesa, su terreno sconnesso con molte pietre ma fattibile anche a stomaco pieno.
La meraviglia è vedere il colore del terreno cambiare: la sabbia vulcanica nera, poi sul blu, poi diventa viola (davvero, giuro!) e poi rossa e grigia.Nel giro di un’ora siamo alla strada e ci attende la macchina. Il trek è finito.
Tempo un’ora e mezza di strada sterrata e siamo a Sucre, e io finalmente posso mangiare senza più ritegno… devo recuperare le calorie bruciate 🙂
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