
Escursione al Lago di Carezza ovvero escursione in una delle perle delle montagne italiane!
Era da tempo che sognavo di andarci, al che una mattina dalla Val di Fassa sono riuscita finalmente con la mia macchina e il mio piccolo Bruschetta (il mio cane) a partire seppur in solitaria per questo breve trekking.
Ma ora vi racconto per bene.
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Indice degli argomenti
Dati tecnici escursione
DIFFICOLTÀ: T (la parte del Lago) – E (la parte del labirinto delle rocce) |
TEMPO: 3.40 (totali) |
DISLIVELLO: 510 m (a salire e poi a scendere) |
LUNGHEZZA: 12,65 km |
PAESE DI RIFERIMENTO: Lago Carezza, Alto Adige |
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Traccia gpx
PARTENZA: | Parcheggio Funivia |
ARRIVO: | Parcheggio Funivia |
GIRO AD ANELLO: | sì |
SEGNALETICA: | sì |
TRACCIA GPX: | sì |
Dove si trova e come arrivare?
Il Lago di Carezza si trova in Alto Adige.
Siamo nella Val d’Elga, nel comune di Nova Levante a 1534 metri di altezza.
Sotto le pendici del Latermar, uno dei più noti e suggestivi gruppi montuosi dolomitici.
Per arrivare si può:
IN AUTO
Ci sono diversi parcheggi e in estate questi parcheggi sono follemente pieni. Io ho parcheggiato vicino alla funivia e nel mese di ottobre era deserto e gratis (a ottobre). Il parcheggio centrale del Lago di Carezza è invece collocato proprio vicinissimo al lago ed è a pagamento.
CON MEZZI PUBBLICI
Ci sono diversi autobus che passano quindi potete anche prendere direttamente un mezzo pubblico a seconda della vostra destinazione di partenza.
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Leggenda Lago di Carezza
A quanto pare il Lago di Carezza vanta una leggenda che spiega i suoi colori e il perchè si possa vedere l’Arcobaleno nelle sue acque. Viene infatti chiamato “Lec de Ergobando” in lingua ladina ovvero Lago dell’Arcobaleno.
Sarò breve perché non so raccontare bene le leggende ma si narra che il Lago di Carezza fosse abitato da una ninfa (e secondo me già qui si vede la mia espressione mentre ve lo scrivo, non ho poesia nell’anima io!).
Dicevo una ninfa abitava questa acque.
Cantava in modo splendido e si fece sentire anche dallo stregone Masarè. Che se ne innamorò (ma dai? Chi l’avrebbe mai detto).
Per conquistare la ninfa lo stregone chiese aiuto a un’altra strega che gli consigliò di portare un arcobaleno in dono alla ninfa e travestirsi da venditore di gioielli. Lui portò l’arcobaleno e lo mise tra le due montagne. La ninfa fu affascinata dall’arcobaleno ma siccome lo stregone non si era travestito… non appena la ninfa lo vide, scappò.
E non riemerse mai più dalle acque.
Lo stregone soffrendo per amore spacco l’arcobaleno in tanti pezzi e lo buttò nel lago… da qui i suoi colori!
(Lo so, non la so raccontare!)

Consigli escursione
- PERIODO
Lo sapete già ma ve lo dico ugualmente: andare al Lago di Carezza in estate significa trovare centinaia e centinaia di persone. Questo uno dei motivi per cui ho aspettato così tanto per vederlo. Ma dopo di che dovete valutare voi come riuscite a fare. Io posso solo dirvi che nel mese di ottobre e per di più infrasettimanale, ho trovato persone ma poche o meglio giuste!
C’era il giusto degli escursionisti o dei semplici visitatori… Pensate in agosto o nel weekend. Per dire. - CANI
Io ero con il mio cane, ma nella parte del Labirinto delle Rocce faticava essendo molto piccolo e quindi me lo sono messa nella borsa che uso proprio in questi casi. Non è un percorso ideale quindi per i cani che faticano a fare le rocce. - DIREZIONE: FATE IL LABIRINTO IN SALITA E NON IN DISCESA COME ME
Se il percorso sarebbe agevole in gran parte, io a causa di una traccia gpx e del poco studio (non avevo studiato la mappa) ho percorso il Labirinto di Pietra con un giro ad anello, ma l’ho percorso in discesa anziché in salita. Ve lo sconsiglio.
In salita è molto ma molto più agevole quel tratto roccioso. In discesa diventa più pericoloso e complesso da fare. Nulla di che eh, un’escursionista esperto non ha problemi né in discesa né in salita, ma onestamente ho trovato questa direzione del tutto sbagliata anche dal punto di vista panoramico.
Meglio arrivare sotto al Latermar salendo. Che non averlo alle spalle mentre si scende, per me.

Difficoltà
Ho percorso questa escursione in solitaria, con il mio piccolo cagnetto e quindi non la ritengo complessa perchè di mio cerco di evitare situazioni complesse quando sono da sola, ma ammetto che la parte del Labirinto di Pietra non è per tutti. Serve essere escursionisti almeno medi, dal passo fermo.
Se il giro viene fatto nella direzione giusta e quindi dal Lago di Carezza si sale al Labirinto ritengo il percorso nel suo insieme livello E.
Se il giro viene fatto con il Labirinto in discesa, il tratto roccioso in discesa ha un paio di tratti (brevi eh) EE.
Consigliato però nel suo insieme anche a chi è in solitaria là dove avete esperienza.
Percorso Lago Carezza e Labirinto di Pietra
Oggi sono da sola, anzi… Oggi sono con Bruschetta, che non è la stessa cosa vi assicuro, ma la giornata di ottobre che ho trovato è a dir poco splendida. Cielo blu. Sole. Che spettacolo.
Parcheggio vicino alla funivia, pochissime auto. E inizio il mio percorso da lì passando così anche per Carezza.
Usando questo punto di partenza attraverso anche il ponte tibetano di cui mi avete chiesto in tanti mentre ero lì quel giorno, ma personalmente l’ho trovato molto normale e non suggestivo come capita spesso con i ponti tibetani.

Dopo il ponte tibetano arrivo al parcheggio centrale e mi dirigo verso il Lago di Carezza. Passo da un sottopassaggio costruito tutto bello nuovo e incontro un bar…
E poi eccolo. Il Lago! Spettacolare.

Cambia molto a seconda del meteo e del periodo dell’anno. A ottobre l’ho trovato con una portata d’acqua minima e ridotta rispetto al mese di luglio per esempio, ma posso assicurarvi che non mi ha delusa in alcun modo.
Il Lago ha un colore pazzesco, faccio un pezzo del giro del Lago e poi inizio a salire su una sterrata in mezzo al bosco.
Paesaggisticamente questa parte non è nulla di che: strada larga, agevole, salita lieve e graduale.
Prendo per il sentiero delle perle che dovrà portarmi al Labirinto di Pietra ovvero le rocce e i detriti franati dal Latermar nel corso degli anni. E lo scenario cambia!

Grande errore però: io prendo il Labirinto nel senso errato perché lo faccio in discesa anziché in salita.
Consiglio vivamente di fare senso opposto.
Prima parte in alto quindi per me più complessa perché ho Bruschetta e devo badare a scendere senza giocarmi una caviglia, ma a seguire diventa più semplice.

“Lo fanno anche i bambini” c’è scritto ovunque e confermo che si fa, per carità… ma lo fanno anche i bambini rimane una frase senza senso visto che ci sono bambini che arrampicano e fanno cose che noi “padani” ci sogneremmo! Per dire eh.

La segnaletica è presente.
Ci sono molti segnali, alcuni sbiaditi, ma si segue facilmente solo serve badarci al segnale perché è un attimo perderlo e non capire bene dove andare (infatti lo chiamano Labirinto).
Il Labirinto in discesa dura circa 30/40 minuti. La parte più labirintica in realtà solo 20 (e aggiungo per fortuna).

Una volta scesi dal labirinto sentiero nuovamente su forestale e poi ci si ricongiunge con la sterrata fatta in salita.
Volendo c’era un giro più lungo, ma non mi attirava perché mi sembrava tutto nel bosco e sapete che io non ne ho la passione.
Parti più belle: Carezza senza dubbio.
E quando si arriva sotto sotto il Latermar. Spettacolare.
Il resto è sterrata e bosco. A voi l’ardua sentenza.
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