DIFFICOLTA’: impegnativo EEA |
TEMPO: 4,20 ore (2,30 a salire – 1,50 a scendere) |
DISLIVELLO: 1030 metri |
DOVE: Parco Corno alle Scale, Emilia Romagna |
Indice degli argomenti
Trekking in cima al Corno alle Scale, Appennino Bolognese
Il Parco Regionale del Corno alle Scale è una delle meraviglie montane dell’Emilia Romagna e la vetta Corno alle Scale con i suoi 1954 metri la seconda cima più alta del Parco dopo il Cimone (2165 metri di altezza).
Qui si possono fare splendidi trekking e riuscire ad unire paesaggi boschivi, tipici dell’Appennino a cime nude e panoramiche come quella del Monte La Nuda e, naturalmente come quella che vi racconto qui del Corno alle Scale.
Vi anticipo però subito che ci sono diversi modi per arrivare in vetta al Corno alle Scale, diverse varianti e diversi sentieri.
Qui vi vado a raccontare il percorso che parte dal Rifugio Segavecchia lungo il ripido sentiero 119 per escursionisti esperti… Pronti alla sfida?
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Come arrivare?
Il paese di riferimento è Pianaccio.
Arrivati lì proseguite per il Rifugio Segavecchia, ci sono i cartelli e da qui parte il sentiero.
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Consigli per trekking escursionisti esperti alla Cima Corno alle Scale
L’escursione in cima al Corno alle Scale è un classico per chi frequenta l’Appennino Bolognese, un evergreen per gli escursionisti delle zone e una grande sorpresa per chi pensa che l’Appennino sia solo boschi.
- Il periodo migliore per fare quest’escursione contempla l’estate.
Ma anche primavera inoltrata e autunno, là dove le condizioni meteo sia accettabili.
Tenete presente che sia parla di un’altezza di 1954 metri e se c’è neve qui sciano, quindi meglio prediligere il periodo da maggio a ottobre. - Necessario fiato e allenamento
Non ho trovato il sentiero 119 che porta alla cima dal Rifugio Segavecchia (quello che vi racconto qui) difficile dal punto di vista tecnico, ma sicuramente molto probante dal punto di vista fiato. Ottimo allenamento però per chi vuole tornare ad allenarsi dopo un lungo inverno. - Il rifugio si incontra solo alla partenza e all’arrivo, in cima non c’è nulla se non che un gran paesaggio. Non si incontrano neppure fonti. Portatevi quindi un bel po’ d’acqua, soprattutto se lo fate in estate visto che salendo, si suda.
- Il percorso è ben segnalato, ma serve prestare attenzione che capita di non vedere il segnale.
- Sempre bene avere dietro una mappa cartacea
Un bel trekking vicino a Bologna: cima Corno alle Scale
Partenza: | Rifugio Segavecchia |
Arrivo: | Rifugio Segavecchia |
Percorso ad anello | sì |
Difficoltà: | EEA |
NOTA DIFFICOLTA’: il percorso che vi racconto qui è di quelli impegnativi e rivolto solo ad escursionisti esperti, ma sappiate che ci sono diverse soluzioni per salire al Corno alle Scale e alcune sono molto più semplici e rivolte anche a chi ha semplicemente piacere di arrivare in cima senza passare dal sentiero più difficile.
Descrizione trekking cima Corno alle Scale
La cosa bella di questo trekking è che fondamentalmente è facile da descrivere: le prime 2 ore e trenta SALE e tira senza soste, la restante ora e mezza scende!
Ma forse qualche dettaglio in più posso darvelo eh.
Dal momento che Michele ed io cercavamo qualcosa di impegnativo, abbiamo subito amato l’idea di arrivare a quasi 2000 metri facendone 1000 di dislivello, serviva fare un po’ di fiato e posso già anticiparvi: di fiato, se ne è utilizzato parecchio eh.
Cima Corno alle Scale dal sentiero 119
Lasciata la macchina al rifugio si inizia a seguire la segnaletica arrivando molto presto al bivio che indica il sentiero 119, per Alpinisti Esperti Attrezzati.
Ammetto che lì sono rimasta un po’ perplessa: “Mica mi serviranno i ramponi no?”, ma nel concreto intende solo allertare gli escursionisti che questo sentiero è per chi ha buona esperienza.
Alcuni tratti sono impegnativi e richiedono attenzione certo, ma nulla che un’escursionista esperto non possa sostenere con serenità.
Nota: se non avete esperienza di montagna, invece, non fa per voi (meglio iniziare con qualcosa che si possa godere no?).
Quasi subito si arriva a un fiume o torrente che sia (ehm…) da attraversare, ma per fortuna c’è la corda metallica e quindi nulla di complicato.
E qui inizia la salita… La lunga intensa e pareva a tratti infinita salita.
Preciso una cosa che penso possa sempre servire: il mio livello di allenamento in quel momento era medio.
Avevo ripreso a fare qualcosa, ma a maggior ragione mi stavo ancora allenando un po’ quindi se voi siete perfettamente allenati, la vivrete molto meglio.
Se invece siete alle prime uscite beh, fate conto che “spezzare il fiato” sarà una frase interessante.
La segnaletica per Corno Alle Scale
Il primo tratto si sale nel bosco con numerosi tornanti da fare lungo il sentiero e qui è importante prestare attenzione ai segnali.
Spesso noi parlando (poco) o semplicemente pensando ad altro proseguivamo dritto e non vedevamo il segnale, mentre serve fare delle curve a gomito il più delle volte e controllare la segnaletica super presente e ben posizionata (grazie!).
Dopo questa parte nel bosco si intravede uno scenario bellissimo… Si esce e attorno ci sono le montagne più verdi, totalmente aperte alla vista e qui ho davvero gioito!
Ma la salita è ancora (come dire) tosta… La parte più tosta in realtà deve ancora iniziare, ma io nella mia testa mi ero convinta che dal momento che mancava ormai solo un’oretta, il più era fatto.
Prima della cima: sentiero attrezzato
Difficile rendervi con le immagini la salita, ma sappiate che da questo punto in poi inizia un ripida salita fino alla cima nei prati.
Il sentiero in realtà c’è e lo si segue agevolmente, ma qui il fiato serve eccome.
Ultimo tratto, qui inizia il sentiero attrezzato.
Ripido, a tratti più sul verticale che sul ripido. Per fortuna la corda d’acciaio permette di far leva e tirarsi su nel vero senso del termine.
L’unica accortezza è che non arrivi nessun’altro giù nel mentre voi state salendo che il posto per due persone non c’è davvero, ma con qualche improperio e un po’ di energia si fa.
Ed è anche divertente.
E poi ci siamo: l’arrivo sulla Cima al Corno Alle Scale.
Semplicemente uno scenario globale meraviglioso, nonostante ci sia a primo acchito di fronte una seggiovia (qui in inverno sciano), basta girare lo sguardo!
Non ci sono strutture per poter mangiare o altro però, noi quindi avevamo il nostro bel pranzo al sacco e ci siamo goduti la vista.
Discesa e arrivo al Rifugio Segavecchia
Una volta saziati (in tutti i sensi) abbiamo iniziato la discesa prendendo il sentiero 129.
Questa seconda parte è stata decisamente più semplice e non ha richiesto particolari sforzi.
Per carità, la discesa è pur sempre discesa, ma di tante che mi portano a enunciare tutti i santi che conosco, qui non ho ricordi di tal genere.
Inoltre io ero anche senza bacchette che in realtà avrebbero aiutato e di tanto a fare questo trekking (ma le avevo dimenticate).
Tempo 1.50 e siamo arrivati al Rifugio Segavecchia, bellissimo per una tappa.
Gestito da ragazzi giovani ho decisamente apprezzato sia il posto, sia la gentilezza dell’accoglienza! Ho preso solo un succo di mirtillo biologico ma personalmente ve lo consiglio anche per un bel pranzo (c’era una tavolata che era seduta lì da ore e ore e sembravano molto felici).
Poi se mai mi direte.
Nel complesso direi: evviva! La montagna “vera” o meglio quella che piace a me è anche vicina alla Romagna!
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Patrick dice
Molto bello, posto che amo e che avete ben raccontato. Da Segavecchia partono molti bei sentieri anche se direttamente al Corno da quel versante non sono mai salito, è bello, ma più corto, anche dall’altro versante, quello della valle del Dardagna (sul mio blog poi lo trovi, ovviamente, insieme ad altri post sulla zona). Un saluto!
Simona Scacheri dice
Grazie Patrick! Tenuto conto che intendo esplorare bene quelle montagne… Ne approfitterò! 😉
Jules dice
Ecco, forse questo sarebbe già troppo estremo per me, anche se sembra bellissimo! 🙂
Simona Scacheri dice
Ahahaha… sì questo è un percorso per escursionisti esperti, ma ci sono altre vie più semplici 🙂