
Djilian, centro
Tipiche o semplicemente brutte? Le città dell’Armenia
Sottotitolo: sfoghi scritti in viaggio nel mentre passavo da una città dell’Armenia brutta, a un’altra ancora più brutta!
Spesso quando si parla di un viaggio si tende a raccontare di tutto quanto é bello, meraviglioso, affascinante e via dicendo… ma diciamolo pure: non necessariamente tutto lo è. Non sempre.
E per me le città dell’Armenia sono decisamente una sorpresa sì, ma totalmente negativa.
Yerevan, la capitale. Personalmente non ho amato molto Yerevan. Per quanto venga detto che non é una città bella bensì affascinante, non sono stata in grado di innamorarmi del suo fascino… Ma riconosco che di fascino ne abbia però. E ha tanti caffé e angoli curati e scenari interessanti.
Di contro ammetto, se già ero rimasta poco colpita dalla capitale, il vero colpo di grazia me l’hanno dato le altre città dell’Armenia.
Ad esclusione di Yerevan che bellissima (come detto) non é, ma città con scorci graziosi rimane, non ho trovato nessun’altra città non dico bella, ma almeno gradevole alla vista? Ecco, quasi.
Sembrano città che lottano per sopravvivere con ancora il passato sovietico in ambito estetico a far da padrone e come sapete, i sovietici in fatto di edilizia di orrori ne hanno fatto “qualcuno”.
Palazzoni o meglio casermoni, piazze (quando capitano) con altrettanti prosopopeici elementi architettonici e attorno? Il niente. Blocchi di cemento armato, qualche casa fatiscente, qualche strada da rifare, un paio di immancabili market e il grigio più totale.

Sisian, centro
Ristoranti pochissimi, identità nessuna, atmosfera lugubre. Fuori da Yerevan non si usa mangiare fuori. Sicuramente c’è meno benessere, ma l’Armenia non è povero come Stato. O meglio, il senso di vuoto che creano queste città non ha nulla a che fare con la situazione economica del Paese. Va oltre.
L’Armenia meridionale riserva le peggio sorprese in fatto di cittadine.
Sisian
è poco più di un villaggio con un paio di hotel e un paio di ristoranti? A trovarli. Una tappa che si fa solo per poter proseguire la visita di solito e di fatti, la cittadina non offre nulla.
Goris
Peggio ancora la vicina Goris, decantata come meta turistica e ritenuta un punto di riferimento culturale dell’Armenia. Qui la ricerca del ristorante si é conclusa dopo circa mezz’ora, il centro cittadino era composto da pallazzoni e tanto cemento e immaginate quando si aggiunge pure le pioggia che allegria tutto quel cemento armato.

Goris, centro
Fatichi a capire come facciano a trovare il sorriso in un contesto così grigio, ma in effetti di sorrisi se ne vedono sempre pochi, e a questo punto gli do pure ragione.
Ma la sorpresa vera sta quando si scoprono città come Sevan o Djilian nell’Armenia Centrale.
Queste ultime dovrebbero essere mete del turismo, principalmente locale, che si dividono tra città originale (nà tragedia) e parte turistica (ancora hanno da fare eh)…
Ora, partiamo da un presupposto: il turismo internazionale in Armenia é ancora in forte minoranza quindi il lato positivo è che il Paese preserva sicuramente il proprio stile senza ancor aver subito massificazioni, solo che quando una cosa é brutta e desolante, resta brutta e desolante anche se “tipica”! Che poi le costruzioni del periodo sovietico, possono considerarsi tipiche?
Si parla quindi di uno di quei casi in cui la diffusione del turismo potrebbe creare nuovo vigore e magari abbellire (per una volta tanto)? Non so, ma se vedrete certi scorci di queste città forse condivideremo lo stesso ottimismo!
Sevan
Nella parte “originale” offre tante strade da rifare, totalmente, una via centrale che rispecchia la tristezza delle città dell’Armenia e soprattutto lascia al visitatore un solo pensiero: “E mi volete dire che qui ci vengono a trascorrere la vacanze?”.
La parte turistica invece rientra nei classici cliché, ma senza strafare.

Non ricordo il nome perché palazzi così sono abbondanti in tutte le città dell’Armenia!
Djilian
Pare quasi una presa per il culo. O meglio quanto scrive la Lonely Planet, indubbiamente, lo è.
La guida la descrive come un luogo piacevole, turistico e per quanto dica che ritenerla la Svizzera dell’Armenia è eccessivo (ma dai? Dici???), è dotata di un centro storico molto antico.
Ma il centro storico sarebbe quell’unica via totalmente nuova e costruita appositamente per i turisti in stile “villaggio di montagna”?
No perché al di fuori, altro, non c’è. Ma di antico, qui, ci sono solo io. E neanche. Se diciamo “vecchio” allora apriamo un intero capitolo!
(Sfogo scritto in una giornata di pioggia dopo una serie di disguidi vari ed eventuali).
Una menzione a parte però va fatta per Gyumri. Solo che la cosa triste da dire è che questa città fu totalmente distrutta da un terremoto tremendo nel 1988 che vide la morte di 100 mila persone. Per forza di cose l’hanno ricostruita tutta. Oggi si vede ancora qualche segno di quella immane tragedia, ma l’atmosfera è frizzante, la cittadina vissuta e ammetto, davvero molto graziosa.

Gyumri
Qui una tappa ve la consiglio davvero, il resto… Beh, anche il brutto ha il suo fascino. Questo sì.
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